
Quanto costa importare un’auto? Le spese da considerare
Il primo aspetto da analizzare per capire quanto costa importare un’auto è quello della provenienza del veicolo tra Paesi UE ed extra UE
Il primo aspetto da analizzare per capire quanto costa importare un’auto è quello della provenienza del veicolo tra Paesi UE ed extra UE
Complice l’ampia disponibilità di portali internazionali, l’accesso a stock esteri è diventato più facile e immediato. Per sapere quanto costa importare un’auto occorre tenere presente di alcune variabili. Da un lato il mercato europeo, e in parte quello extra-UE, offre possibilità interessanti sia in termini di prezzo sia di scelta. Dall’altro ci sono costi nascosti, vincoli normativi e tempistiche da valutare prima di avviare l’iter. A fronte di un risparmio apparente sull’acquisto, le spese accessorie possano superare la soglia di convenienza.
QUANTO COSTA IMPORTARE UN’AUTO, L’IMPATTO FISCALE
Il primo aspetto da analizzare per capire quanto costa importare un’auto è quello della provenienza del veicolo. La sua origine determina la complessità della procedura. Importare un’auto da un Paese membro dell’Unione europea è un’operazione lineare poiché c’è armonizzazione normativa tra Stati. Non si pagano dazi doganali e, in caso di veicolo usato, neanche l’Iva se è già stata versata nel Paese di origine. Il discorso cambia per i veicoli acquistati in Paesi extra-UE, come Stati Uniti, Giappone o Regno Unito post-Brexit. Qui l’importatore deve mettere in conto dazi doganali, Iva italiana, spese di sdoganamento e eventuali costi per l’adattamento tecnico. Il dazio è di solito del 10% mentre l’Iva viene calcolata sul valore dell’auto comprensivo di trasporto e tasse.
IMMATRICOLAZIONE E SPESE AMMINISTRATIVE, QUANTO COSTA IMPORTARE UN’AUTO
Un secondo blocco di spese riguarda l’immatricolazione del veicolo sul territorio italiano. Per qualunque auto proveniente dall’estero servono una nuova targa, il Documento unico, l’iscrizione al Pra e il pagamento dell’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt). Questa tassa si basa sulla potenza fiscale del veicolo e varia a seconda della provincia di residenza con tariffe maggiorate in alcuni territori italiani. A cui si aggiungono emolumenti Aci, diritti di motorizzazione e imposta di bollo, che comportano un costo medio complessivo tra 150 e 250 euro solo per la gestione della pratica. Se ci si rivolge a un’agenzia, a questi importi vanno aggiunte le tariffe professionali che possono far salire la cifra complessiva di diverse centinaia di euro.
OMOLOGAZIONE TECNICA E CERTIFICAZIONE
Se il veicolo acquistato all’estero è già omologato per l’uso stradale in un altro Paese UE e dispone del Certificato di Conformità, la sua registrazione in Italia è più snella. Ma nel caso di auto di provenienza extraeuropea o non commercializzate in Italia bisogna richiedere l’omologazione alla Motorizzazione Civile. La procedura prevede il collaudo del veicolo e la verifica del rispetto delle normative italiane ed europee in materia di emissioni, illuminazione, sicurezza e rumorosità. Il costo cambia in base agli interventi necessari: dagli aggiornamenti software a modifiche strutturali più complesse.
COSTI DI TRASPORTO E LOGISTICA
Il trasporto è un altro elemento da considerare nella valutazione economica complessiva per comprendere quanto costa importare un’auto. Se si importa un veicolo dall’Europa, il trasferimento via bisarca può costare fino a 1.200 euro, ma i tempi di consegna sono rapidi e l’organizzazione logistica è di solito ben collaudata. Acquisti da Stati Uniti o Giappone comportano costi via nave tra 2.000 e 4.000 euro, cui vanno aggiunte assicurazione, scarico, dogana e movimentazione interna. Oltre al trasporto fisico, bisogna calcolare anche le spese per la documentazione doganale, l’assistenza di un agente e l’eventuale deposito temporaneo del mezzo in attesa di sdoganamento o autorizzazione.
TRADUZIONI, BUROCRAZIA, COSTI
Ci sono anche costi documentali e di traduzione da non trascurare. Tutti i documenti devono essere tradotti da un traduttore certificato, spesso con asseverazione legale per garantirne la validità in sede di immatricolazione. La documentazione comprende il modulo TT2119, la ricevuta F24 per l’Iva (se dovuta), il modulo NP2D, i documenti originali di circolazione esteri e la fattura o contratto di compravendita. In presenza di difformità o mancanza di un documento chiave, la pratica può essere respinta e rallentare i tempi. Per quanto riguarda i tempi, per un’auto europea in regola si può concludere tutto in 3-4 settimane. Nei casi più complessi si arriva anche a 90 o 120 giorni, soprattutto se è necessaria omologazione individuale. Infine, un elemento da non trascurare è la garanzia legale del veicolo. I veicoli importati non fruiscono sempre di copertura ufficiale da parte della rete italiana, soprattutto se acquistati da rivenditori privati o fuori dai canali ufficiali.