
Il Piano Stellantis per l'Italia prevede la produzione di numerosi modelli tra il 2025 e il 2026, ma l'addio di Tavares potrebbe mutare gli scenari
L’uscita di Carlos Tavares non dovrebbe mettere in discussione il Piano Stellantis per l’Italia, che tra il 2025 e il 2026 prevede la produzione di numerosi modelli negli stabilimenti del nostro Paese. Restano tuttavia molti nodi da sciogliere relativi soprattutto all’occupazione e alla gigafactory di Termoli, ufficialmente in stand-by in attesa di tempi migliori. Intanto tutte le forze politiche sono in pressing su John Elkann, che ha preso le redini esecutive del gruppo in attesa della nomina del nuovo CEO, affinché chiarisca in Parlamento le strategie di Stellantis per l’Italia. Forse qualcosa in più si saprà in occasione del nuovo Tavolo automotive del prossimo 17 dicembre presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, al quale però già si sa che non parteciperà Elkann ma Jean Philippe Imparato, capo dell’area europea (comunque una figura apicale dell’azienda).
DALLA LEGGE DI BILANCIO 400 MILIONI PER L’AUTOMOTIVE
Intanto voci di corridoio confermano che la dipartita di Tavares, i cui rapporti con le istituzioni italiane erano ai minimi termini, potrebbe rappresentare un segnale di riavvicinamento tra l’azienda e il Governo. In tal senso Palazzo Chigi avrebbe apprezzato la mossa di John Elkann, che domenica ha anticipato l’addio del manager portoghese alla premier Giorgia Meloni e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella prima che la notizia divenisse di dominio pubblico. L’Esecutivo sarebbe adesso pronto all’ennesimo gesto di buona volontà nei confronti di Stellantis, inserendo come emendamento nella Legge di Bilancio un intervento a sostegno dell’automotive: non più incentivi ai consumatori, come anticipato dal ministro Urso, ma alle aziende della lunga filiera della componentistica, dai motori alle marmitte, dai bulloni a vetri e cinture. Si parla di 400 milioni di euro, cifra non esorbitante ma le risorse sono limitate.
STELLANTIS E INDOTTO: A RISCHIO 25.000 POSTI DI LAVORO
Dicevamo dei nodi da sciogliere. Uno dei più urgenti riguarda il piano occupazionale e, a questo proposito, i sindacati segnalano con preoccupazione il tema del nuovo ammortizzatore sociale, visto che il prossimo anno con la fine della cassa integrazione sono a rischio 25.000 posti di lavoro tra Stellantis e indotto. I rappresentanti di categoria chiedono garanzie sulle fabbriche e che non si proceda a licenziamenti unilaterali. C’è poi da risolvere la questione della gigafactory, il cui progetto è stato sospeso dall’azienda perdendo pure i fondi del PNRR, e va affrontata la possibilità di realizzare in Italia la nuova piattaforma per le auto di piccola dimensione, che significherebbe coinvolgere e sostenere la componentistica italiana.
PIANO STELLANTIS PER L’ITALIA: I NUOVI MODELLI CHE SARANNO PRODOTTI NEL NOSTRO PAESE
Sul fronte dei nuovi modelli, il piano di Stellantis per l’Italia ne prevede cinque per Melfi: nel 2025 uscirà nel primo trimestre la prima DS e, nel terzo, la nuova Jeep Compass elettrica. Nel 2026 arriverà nel primo trimestre la seconda vettura DS, nel secondo la Jeep Compass ibrida e nel terzo la nuova Lancia Gamma. Valutazioni sono invece in corso per nuovi progetti a Pomigliano, dove i sindacati chiedono un modello di grande diffusione di segmento piccolo, mentre ad Atessa sarà prodotta la gamma elettrica del Ducato e a Cassino la Maserati Grecale andrà oltre il 2030. A Mirafiori arriverà la 500 ibrida che affiancherà quella elettrica e le Maserati. Proprio il brand del Tridente, peraltro in gravissima crisi, è il punto debole del piano di Stellantis: al momento ci sono soltanto la GranTurismo e la GranCabrio, la Mc20 di Modena e il Grecale di Cassino, mentre non si parla più della QuattroPorte elettrificata.
STELLANTIS: VIA TAVARES, PIÙ SPAZIO ALLE AUTO IBRIDE?
Insomma, c’è davvero tanto da fare per garantire un futuro roseo all’automotive italiano, e non è detto che l’addio di Tavares sia la panacea di tutti i mali. Tuttavia l’uscita di scena dell’ex CEO, fermo sostenitore dell’elettrico, potrebbe dare nuovo slancio ai modelli ibridi, che si vendono di più e, di conseguenza, si producono di più. Al Tavolo del 17 dicembre il ministro Urso intende inoltre rilanciare l’idea, già discussa nei precedenti incontri, dei contratti di sviluppo con lo Stato che a sua volta comparteciperebbe agli investimenti di Stellantis, costringendo l’azienda a un cronoprogramma preciso relativo a ogni singola fabbrica con le relative garanzie occupazionali.