
Luca De Meo lascia Renault: è una resa all’Automotive europeo?
Luca De Meo lascia Renault dopo aver rilanciato il gruppo. Ma non è una buona notizia per l'industria automotive europea
Luca De Meo lascia Renault dopo aver rilanciato il gruppo. Ma non è una buona notizia per l'industria automotive europea
Ci eravamo appena abituati all’idea di avere due manager italiani alla guida dei maggiori (assieme a Volkswagen e Mercedes) gruppi automobilistici europei, che quasi subito ne abbiamo perso uno. Per un Antonio Filosa che a giorni prenderà ufficialmente le redini di Stellantis, il collega Luca De Meo ha invece annunciato le sue dimissioni da CEO del gruppo Renault con decorrenza 15 luglio 2025. La notizia, un fulmine a ciel sereno per gli addetti ai lavori, segna l’addio di uno dei dirigenti più influenti del settore, già presidente di ACEA fino a pochi mesi fa, che nel 2020 ha preso Renault in uno dei momenti peggiori della sua storia riportandola a un livello molto competitivo. Sembra che De Meo lascerà completamente il mondo dell’auto, circostanza che solleva grossi interrogativi sul futuro dell’automotive europeo: se perfino un manager scaltro e preparato come lui preferisce ‘abbandonare la nave‘ per dedicarsi a un comparto più lineare come quello del lusso, significa che probabilmente nutre molti dubbi sulla ripresa del sistema automobilistico nel Vecchio continente.
DE MEO LASCIA RENAULT: UN FULMINE A CIEL SERENO
Come detto, De Meo aveva assunto la guida di Renault nel luglio di cinque anni fa, in un momento di crisi profonda per la Régie, con perdite di circa 8 miliardi di euro. Ma con il piano ‘Renaulution’ ha ristrutturato l’azienda, ridotto i costi fissi, spostato il focus sugli emergenti veicoli elettrici con la divisione Ampere e rilanciato marchi come Dacia e Alpine. Grazie a questa strategia Renault è tornata ad avere una base finanziaria solida, con una gamma di prodotti innovativi e una crescita costante. Come presidente di ACEA, l’Associazione dei costruttori europei di Automobili, carica che ha mantenuto per un biennio dal 2023 al 2025, è diventato il punto di riferimento del comparto presso Bruxelles, facendosi promotore di numerose istanze per salvaguardare l’automotive europeo nelle sfide internazionali. Sembrava che con questi risultati De Meo si fosse guadagnato il posto di CEO della Renault ‘a vita’, ma proprio ieri sera ha comunicato la sua decisione di dimettersi, motivandola con il desiderio di affrontare “nuove sfide fuori dal settore automobilistico”. Il presidente Jean-Dominique Senard ne ha elogiato il lavoro svolto e le sfide vinte, definendolo “un capitano d’industria eccezionale” e una “persona creativa, impegnata, appassionata e fonte di ispirazione“.
IL FUTURO DI LUCA DE MEO DOPO RENAULT
Ancora non si sa con certezza cosa farà Luca De Meo dopo l’addio a Renault, ma secondo il quotidiano Le Figaro il manager milanese assumerà la guida di Kering, la holding del ricchissimo imprenditore François-Henri Pinault che in Italia possiede marchi prestigiosi come Gucci, Bottega Veneta e Brioni. Passerà dunque dall’automotive, un settore industriale in piena trasformazione e dal futuro indecifrabile, al mondo del lusso, meno vincolato da normative e più orientato al valore del brand, sebbene Kering non se la stia passando troppo bene tra il netto calo delle vendite e il -43% accumulato in Borsa solo nell’ultimo anno. Se la voce Kering troverà conferma, De Meo sarà quindi chiamato ad affrontare le stesse sfide che ha trovato in Renault all’inizio della sua avventura, ma possiede l’esperienza e la capacità per vincere anche queste.
DE MEO CHE LASCIA L’AUTOMOTIVE È UN SEGNALE GRAVE PER IL SETTORE?
Al momento ancora non sappiamo cosa abbia spinto Luca De Meo a lasciare il comparto dell’automotive, al quale aveva fin qui dedicato tutta la sua vita. Per il momento il manager italiano non ha rilasciato dichiarazioni in tal senso. Ma è opinione comune tra gli addetti ai lavori che questo addio possa riflettere una sfiducia nelle prospettive dell’industria europea dell’auto, schiacciata da regolamentazioni sempre più stringenti, costi difficili da sostenere, domanda più debole e competizione feroce da parte dei produttori cinesi, che godono di vantaggi burocratici e a livello di risorse e materiali quasi impossibili da colmare. De Meo, sia come CEO di Renault che come presidente di ACEA, in questi anni ha spesso criticato le rigide normative UE ma anche l’industria dell’auto europea nel suo insieme, incapace secondo lui di ‘fare sistema’ contro le insidie asiatiche e americane. Emblematica, per esempio, la decisione di Stellantis presa ai tempi di Tavares di uscire dall’Associazione dei costruttori europei, preferendo procedere in solitaria nelle sfide globali (per poi rientrarvi precipitosamente dopo le dimissioni del CEO portoghese). O il no di Volkswagen a un progetto comune con Renault per una citycar elettrica a basso costo.
L’addio di Luca De Meo al settore che l’ha visto protagonista per oltre 30 anni potrebbe dunque significare che, nonostante i successi ottenuti alla guida di Renault (e prima ancora in Fiat e VW), non vede un futuro sostenibile per l’automotive europeo senza un deciso cambio di marcia e di strategia sia a livello politico che imprenditoriale. Cambio che evidentemente ritiene improbabile in tempi brevi, se non impossibile, e di lottare contro i mulini a vento probabilmente non ne ha più voglia. Meglio dedicarsi al lusso.