Giovani alla guida: la sensazione di avere il mondo in pugno

Giovani alla guida: la sensazione di avere il mondo in pugno

La diffusione di challenge sempre più rischiose ci pone davanti ad un dilemma: siamo di fronte a incoscienza o immaturità?

3 Marzo 2023 - 08:50

Molto è già stato scritto sui giovani e numerosi sono stati i tentativi di individuare tratti comuni. In realtà, l’universo giovanile, oggi più che mai, sfugge ad ogni tentativo di categorizzazione: è riduttivo parlare dei giovani come di un’unica categoria, laddove il dato emergente è semmai la diversità dei percorsi di vita, delle attese e degli obiettivi, delle priorità e dei valori. In questo senso, quella di cui parliamo è una generazione che possiede un’identità fluida e che della flessibilità ha fatto una caratteristica identitaria: una fluidità esperienziale, prodotta dalle continue transizioni tra diverse attività e ruoli. Ma cosa può concorrere e influenzare le loro esperienze? Si tratta di orientamenti, talvolta anche contraddittori, che ben esprimono l’incertezza attuale e che possono rappresentare importanti questioni da cui partire per ricostruire i trend emergenti in tema di sicurezza ed educazione stradale.

PRIMO INGREDIENTE: L’OTTIMISMO IRREALISTICO AL VOLANTE

Spesso ci troviamo in situazioni in cui pensiamo che la probabilità che qualcosa accada proprio a noi sia molto più bassa di quanto sia in realtà. Questa tendenza è chiamata ottimismo irrealistico, ovvero sottovalutiamo la probabilità che eventi negativi possano accadere a noi rispetto ad altri. Le motivazioni fanno riferimento al bisogno di ridurre l’ansia e di mantenere intatta l’autostima. In base poi all’euristica della disponibilità, più esperienze negative abbiamo dovuto affrontare più diminuisce il grado di ottimismo irrealistico percepito. L’ottimismo irrealistico da un lato è funzionale perché ci impedisce di paralizzarci verso determinate azioni, ma dall’altro può indurre ad assumere troppi rischi e a fare delle valutazioni sbagliate, tra cui causare un incidente automobilistico guidando senza prudenza. Anche la tendenza opposta, definita come pessimismo irrealistico, che sopravvaluta la probabilità che l’evento accada è controproducente. Essa è legata a sentimenti di ansia e apprensione e può sfociare in comportamenti limitanti nella vita quotidiana.

IMMATURITÀ CEREBRALE: VIVERE DI ISTINTI E ISTANTI

I dati confermano una triste realtà: i giovani sono di per sé un gruppo ad alto rischio per quanto concerne l’incidentalità stradale. Si tenderebbe ad affermare, infatti, che la maggior parte dei giovani mette in atto una modalità di guida non sicura, seppure non lo faccia deliberatamente. I rischi associati deriverebbero, infatti, da vere e proprie limitazioni strutturali e funzionali, come:

  • inesperienza: non conoscono strategie e soluzioni per far fronte a situazioni emergenziali;
  • immaturità cerebrale: la corteccia prefrontale, responsabile della ragionamento più razionale di problem solving e decision making, arriva a completa maturazione intorno ai 20 anni;
  • stile di vita legato alla loro età e sesso: i maschi sembrano essere più propensi alla ricerca di emozioni forti, etichettati come “sensation seekers”.

GIOVANI ALLA GUIDA: IL PROFILO DEL SENSATION SEEKER

Il profilo delineato ritrarrebbe l’autore come un giovane adolescente, principalmente di sesso maschile. I fattori che contribuirebbero al loro coinvolgimento in acrobazie rischiose sono stati raggruppati in tre temi principali:

  • fattori personali predisponenti (come la sottovalutazione del rischio, la superiorità percepita, la ricerca di sensazioni, la condizione emotiva e le precedenti esperienze legate alle acrobazie);
  • il rafforzamento dei fattori sociali (come il sostegno sociale norme e debolezze del codice della strada)
  • le condizioni ambientali (come condizioni meteorologiche avverse e fattori strutturali).

I Sensation Seekers sono costantemente alla ricerca di sensazioni nuove, di eccitamento, di emozioni forti che facciano sentire vivi. Hanno bisogno di pura adrenalina, provocata dalla novità e da stimoli intensi. L’incessante ricerca di emozioni la si ritrova in tutte le sfere di vita dell’individuo: dalle relazioni alla vita professionale, fino al comportamento sulla strada. L’importante è non annoiarsi, vincere la staticità, sentirsi sempre attivi. Vi è un’unica certezza: la sicurezza di farcela sempre!

AVERE IL MONDO IN MANO: COMPETITIVITÀ A DISCAPITO DELLA COLLABORAZIONE

Competizione e conflitto coinvolgono sempre più spesso bambini e adolescenti che sembrano non essere più in grado di collaborare tra loro, fanno spesso molta fatica a stare in gruppo e ad impegnarsi verso un obiettivo comune. La competitività, se sviluppata in modo naturale, diventa una competenza da acquisire, ma ci deve essere anche spazio per l’errore. Apparire ad ogni costo va però a rinforzare una competizione negativa in cui si mette in cattiva luce l’altro pur di risaltare se stessi. Chi è davvero sicuro di sé non ha bisogno di distruggere l’altro, anzi è consapevole delle proprie possibilità e dei propri limiti ed è in grado di collaborare, considerando gli altri come una risorsa e non come un problema da eliminare o contro cui combattere. E’ importante, quindi, educare bambini e ragazzi alla condivisione così che diventi il loro modo di pensare e di agire, che sia per loro naturale e spontaneo essere partecipativi e collaborativi. L’esempio è, come sempre, fondamentale: se gli adulti di riferimento basano le loro interazioni sullo scontro piuttosto che sulla tolleranza e sull’ascolto reciproco, i bambini impareranno, considerandola come la modalità corretta con cui interagire.

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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