C’è chi prende la patente più tardi o chi, pur avendola conseguita, non guida per molto tempo, addirittura mai. Perché accade ciò?
L’ansia per la guida può avere notevoli conseguenze sulla sicurezza stradale e sul benessere individuale. Quest’area è ancora poco studiata, nonostante la ricerca internazionale suggerisca che la maggior parte dei conducenti provi un certo livello di ansia durante la guida. Per affrontarla bisogna prima dare il giusto significato a quello che si vive. Ansia è un termine di cui spesso abusiamo, confondendolo, ad esempio, con paura o stress. Seppur condividano alcuni aspetti, sono tra loro molto diversi. Oltre le cause esterne, un ruolo cruciale viene giocato dal nostro pensiero. Per poter guidare in sicurezza, infatti, bisogna prima di tutto essere consapevoli delle proprie capacità. Potrebbe domandarci: ci sentiremo sicuri se gli altri conducenti avessero la nostra abilità di guida?
PAURA, ANSIA O STRESS? CHE CONFUSIONE!
La paura è un’emozione che condividiamo con la specie animale e ha una funzione adattativa. Si attiva di fronte alla minaccia di un pericolo, inviando al cervello il segnale di accelerare il battito cardiaco e il ritmo respiratorio così da pompare più sangue ed ossigeno nei muscoli, ora più tesi e pronti a scattare per la fuga o l’attacco. E’ così che ci «salviamo la pelle» e ci garantiamo la sopravvivenza. L’ansia invece è un’emozione tipicamente umana che, pur condividendo molti aspetti con la paura, normalmente risulta meno intensa ma più prolungata nel tempo. Cessato il pericolo cessa la paura. Gli stimoli ansiogeni invece non sempre sono così facilmente identificabili e non è detto che sappiamo spiegarci il perché. Lo stress, infine, indica un sovraccarico di preoccupazioni e stimoli esterni nel tempo presente, che scompare al termine della situazione stressogena. Possiamo distinguerne due componenti: eustress (stress buono) e distress (stress cattivo)
ANSIA ALLA GUIDA: QUALI SONO LE CAUSE?
Dalle definizioni precedenti emerge come paura, ansia e stress non siano soltanto vissuti negativi, ma ci permettono di agire e reagire quotidianamente. Senza di essi vivremmo in una condizione passiva, senza stimoli né obiettivi. Il pericolo è l’eccesso. Per potervi far fronte dobbiamo innanzitutto individuarne le cause. Dalle ricerche è emerso che gli esordi di ansia più comuni sono:
– il coinvolgimento in un incidente (14%);
– la conoscenza di qualcuno che era stato coinvolto in un incidente (9%);
– le critiche degli altri (9%).
I risultati mostrano, differenti fonti di ansia e forniscono prove dell’importanza delle interazioni con i passeggeri nel determinare come si sente un conducente. Il passeggero, da un lato, può riportare episodi e situazioni oggettive di ansia osservati in chi si trova al volante. Dall’altro può diventare egli stesso fonte di ansia e accendere la miccia dell’episodio ansioso.
COME RIDURRE L’ANSIA ALLA GUIDA
Se l’ansia al volante è comune, prima che si trasformi in una vera e propria fobia, definita amaxofobia, è fondamentale lavorare sui sintomi iniziali. Nella confusione generata dal vissuto d’ansia è necessario individuare gli aspetti di paura, per poi lavorarci su. Ecco alcune strategie che possiamo mettere in atto:
– ascoltiamo il nostro corpo e le nostre emozioni;
– concentriamoci sul respiro così da regolarizzarlo;
– focalizziamo la nostra attenzione sulle cose di cui abbiamo il controllo;
– in caso di difficoltà chiediamo aiuto ad un professionista della salute e/o la nostra autoscuola di fiducia.
Sebbene possa essere difficile ascoltarsi, ancor di più è svolgere un compito che non vogliamo o per cui non ci sentiamo preparati. Per la Profezia che si Autoadempie, infatti, un nostro pensiero è sufficiente a inficiare il risultato, propendendo per il fallimento. Se siamo nel sistema traffico, però, un fallimento per inesperienza o inefficacia può costarci caro!
Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico