Sicurezza stradale: limitare i veicoli privati è la soluzione al problema? Ecco le previsioni del traffico nei giorni 12

Sicurezza stradale: limitare i veicoli privati è la soluzione al problema?

Sicurezza stradale. Oms: “Giusto pensare a una nuova mobilità con meno mezzi privati ma l’emergenza oggi è rendere sicure le nostre strade”

26 Maggio 2023 - 08:57

È terminata da qualche giorno la Settimana mondiale della sicurezza stradale promossa dall’Onu. Il direttore dell’Oms Europa Hans Henri P. Kluge ha sottolineato come il numero di morti ogni anno sulla strada rimanga elevato e che gli incidenti stradali uccidono più bambini e giovani di età compresa tra 5 e 29 anni rispetto a qualsiasi altra singola causa. La sicurezza stradale è da tempo discorso diffuso, ma cosa possiamo fare affinché vi siano risultati tangibili?

SICUREZZA STRADALE: L’INFLUENZA DELLA PANDEMIA SULLA MOBILITÀ

Un mondo che emerge dalla pandemia di COVID-19 non offre momento migliore per i governi e i loro partner per ripensare il trasporto su strada e la mobilità. Un approccio “business-as-usual” imporrebbe di continuare a costruire infrastrutture e sistemi di trasporto su strada che soddisfino maggiormente i veicoli a motore privati, piuttosto che le effettive esigenze di mobilità e accessibilità delle persone. È stato più volte documentato che più strade con più corsie equivalgono a più automobili. L’esperienza delle città di tutto il mondo dimostra che tale espansione è insostenibile. Porta a morte, lesioni e disabilità e contribuisce alla congestione del traffico, lunghi spostamenti e aumento di stress correlati, nonché malattie non trasmissibili a causa della cattiva qualità dell’aria, del rumore e delle ridotte opportunità di attività fisica. Per non dimenticare le emissioni di gas serra che contribuiscono al cambiamento climatico, impermeabilizzazione, consumo e frammentazione del suolo.

STRADE SICURE: MITO O REALTÀ?

Una nuova visione della mobilità richiederebbe la costruzione o la riprogettazione di strade e spazi pubblici per tutti, dando priorità alle esigenze di accessibilità e mobilità delle persone più vulnerabili agli effetti del trasporto motorizzato: bambini, donne, persone con disabilità e anziani. I governi potrebbero raggiungere questo obiettivo aumentando gli investimenti nelle modalità di trasporto attivo, come camminare, andare in bicicletta e trasporto pubblico, insieme a una pianificazione urbana che consenta l’accesso a servizi entro distanze che potrebbero essere prontamente coperte a piedi o in bicicletta. Tuttavia, questo può essere preso in considerazione solo se le strade che costruiamo, e quelle che già esistono, saranno rese sicure. Oggi continuiamo a pagare un tragico costo per la nostra mobilità con 70.000 morti e centinaia di migliaia di feriti non mortali in più dovuti a incidenti stradali ogni anno. I traumi gravi prevenibili pongono una domanda importante sui servizi sanitari già sovraccarichi, mentre la disabilità a lungo termine, che coinvolge più frequentemente i giovani, pone una domanda elevata sui servizi di riabilitazione e sui sistemi di welfare che già faticano a farvi fronte.

TRASPORTO PUBBLICO E SICUREZZA STRADALE: VERSO UNA DIREZIONE UNIVOCA

Come possiamo mobilitarci per arginare questo fenomeno? Da un lato i governi devono agire per rendere sicuri i veicoli e le strade, migliorare il modo in cui le persone valutano e rispondono ai rischi stradali e assicurare che, in caso di incidente in cui qualcuno rimane ferito, si abbia accesso a cure di emergenza tempestive, di qualità e salvavita, pensate sul lungo periodo. Inoltre, facilitare più spostamenti a piedi e in bicicletta può avere un impatto positivo sulla salute fisica e mentale e sull’ambiente, consentendo alle persone di raccogliere i benefici di essere attivi, respirare aria più pulita e ridurre le emissioni di carbonio. Insieme ai trasporti pubblici, gli spostamenti a piedi e in bicicletta possono contribuire a promuovere società più eque, in cui le persone di tutti i livelli socioeconomici abbiano lo stesso grado di accesso all’occupazione, all’istruzione, alla sanità e ad altri servizi. Se resi sicuri, autobus, tram e possono essere campioni di sicurezza, inclusione e prosperità. Le strade vivibili sono il cuore di ogni comunità. Dobbiamo approfittare collettivamente di questo momento per ripensare – e rifare – la mobilità, per il benessere delle persone e del pianeta.

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

Sicurauto Whatsapp Channel
Resta sempre aggiornato su tutte le novità automotive e aftermarket

Iscriviti gratis al nostro canale whatsapp cliccando qui o inquadrando il QR Code

Commenta con la tua opinione

X