I giovani vengono spesso tacciati di essere pericolosi e irresponsabili, soprattutto se si mettono al volante. Ma è davvero così?
I progressi compiuti in Europa nella riduzione delle vittime della strada sono notevoli, specie tra i giovani. Lo conferma anche il rapporto dell’indice di prestazione di sicurezza stradale (PIN) dell’ETSC. Eppure i giovani alla guida vengono ancora descritti come indisciplinati, sprovveduti e pericolosi. Sono davvero loro i colpevoli, e spesso le vittime, della maggior parte delle morti su strada? O ci troviamo di fronte agli stereotipi di un mondo, quello degli adulti, che ha dimenticato il suo ruolo educativo?
INCIDENTI STRADALI TRA I GIOVANI ALLA GUIDA: I NUMERI DELL’UE
I decessi stradali tra i giovani dai 15 ai 30 anni nell’UE rappresentano circa un quinto di tutti i decessi in quella fascia di età. Circa il 40% dei decessi stradali nell’UE si verifica in collisioni che coinvolgono uno o più giovani, sia in auto che in moto. Questi numeri complessivi nascondono un’enorme disparità di genere. Il rapporto afferma che gli uomini rappresentano l’81% di tutti i decessi stradali tra i giovani di età compresa tra 15 e 30 anni. Permangono grandi differenze tra la mortalità stradale maschile e femminile anche dopo aver preso in considerazione il fatto che gli uomini guidano più delle donne. I giovani, specie gli uomini, sono anche sovra rappresentati quando si tratta di morti per strada legate alla guida in stato di ebbrezza e alla droga.
GIOVANI ALLA GUIDA: LA SITUAZIONE IN ITALIA
In Italia gli incidenti stradali causano il 25% dei decessi tra i giovani, rispetto alla media UE del 18%. Questo potrebbe essere dovuto al più ampio uso di ciclomotori e motocicli tra i giovani rispetto a tanti altri paesi europei. In Italia il 32% dei giovani deceduti sulla strada sono motociclisti, rispetto alla media UE del 24%. Inoltre, il tasso di mobilità in Italia, la proporzione di persone che escono in media in un giorno feriale, è più alto tra i giovani, pari al 90% (85% nella fascia 45-64). Anche i veicoli privati sono ampiamente utilizzati dai giovani: il 26% delle moto e il 16% delle auto vedono la presenza di un giovane come conducente del mezzo.
GIOVANI PERICOLOSI ALLA GUIDA: LE CAUSE
I giovani sono di per sé un gruppo ad alto rischio. Tutti i dati portano ad affermare che la maggior parte dei giovani mette in atto una modalità di guida non sicura, seppure non lo faccia deliberatamente. I rischi associati ai giovani conducenti e motociclisti derivano da:
– Inesperienza;
– Immaturità;
– Stile di vita legato alla loro età e sesso.
Alcuni dati mostrano che più giovane una persona inizia a guidare da solo senza restrizioni, più è probabile che abbia una collisione mortale, in particolare se ha meno di 18 anni. Ma perché avviene ciò?
GLI ADULTI: MODELLI EDUCATIVI (ANCHE) ALLA GUIDA
Con l’aumento del traffico, i bambini sono stati pian piano allontanati dalle strade da genitori troppo premurosi o eccessivamente preoccupati. Invece di porre al centro i bambini nella pianificazione di una mobilità sostenibile, sembra che la tendenza sia quella di porli sempre più all’angolo. Viene a mancare, così, l’esperienza del sistema strada. Non possiamo estromettere per sempre i bambini dalla strada. Prima o poi loro cresceranno e si troveranno alla guida di uno scooter o di un’automobile. Se essi non possono contare sul loro background di conoscenze relative all’educazione stradale, rischiano di trovarsi in grande difficoltà. Oltre l’esperienza, poi, fondamentale è l’adulto come modello educativo. Il primo apprendimento lo si ha osservando. Serve, quindi, che gli adulti siano i primi a promuovere il rispetto delle regole con il loro comportamento. Prima di condannare i giovani proviamo a riflettere sull’esempio che diamo loro. Un primo passo vede l’eliminare tutti quegli atteggiamenti errati, e potenzialmente pericolosi, che sono entrati, purtroppo, a far parte del nostro quotidiano.