Comportamenti alla guida: l’abitudine come ostacolo alla sicurezza

Comportamenti alla guida: l’abitudine come ostacolo alla sicurezza

“Finalmente sono arrivato a casa, posso rilassarmi”. Quando siamo alla guida non ci rendiamo conto dei rischi legati all'abitudine

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5 Maggio 2023 - 08:15

L’abitudine a volte gioca brutti scherzi. Ci si abitua a tutto. Se delle volte è un bene abituarsi a quello che ci circonda, altre diventa estremamente pericoloso. Come quando ci mettiamo al volante e ci troviamo a compiere le stesse operazioni centinaia di volte, anche con leggerezza, perché sono diventate un’abitudine. Il rischio è proprio quello, di trasformare un’abitudine in un eccesso di confidenza. Ricordiamoci che guidare è un compito complesso, in cui situazioni con alto grado di pericolosità rischiano di essere gestite con troppa disinvoltura. Aver agito per tante volte in un dato modo, non ci garantisce che andrà bene all’infinito, se le precauzioni non sono quelle adeguate. Sebbene abbiamo attualmente uno standard di sicurezza molto elevato soprattutto in Europa, numerosi regolamenti e dispositivi di sicurezza, siamo però lontani dall’essere sufficientemente in sicurezza, dal momento che accadono ancora molti incidenti stradali.

ATTENZIONE ALLA GUIDA: I RIFLESSI CI PROTEGGONO SOLO SE RESTIAMO VIGILI

I nostri incidenti sono da imputare perlopiù ai nostri stessi errori, anche se a proteggerci da un risultato peggiore sono i nostri stessi riflessi:

  • Quando giriamo l’angolo ci spostiamo rapidamente se incrociamo un’altra persona;
  • Freniamo e sterziamo non appena il nostro veicolo inizia a sbandare a causa dell’eccessiva velocità;
  • Evitiamo automaticamente di cadere quando inciampiamo.

I nostri riflessi ci possono proteggere solo se percepiamo il pericolo. La condizione necessaria è quella di tenere gli occhi aperti sul problema e di muoverci mentre guardiamo nella stessa direzione. Ma più si consolida la routine, più aumenta il rischio di non avere né occhi e né mente sull’attività. Più la svolgiamo, più diventiamo esperti e abili. Allo stesso tempo, tendiamo ad affidarci sempre di più alle procedure routinarie acquisite durante la pratica. La lezione implicita che il nostro cervello acquisisce è che fino ad ora non è successo nulla, facendo così calare la nostra attenzione e dando origine a quello che è l’eccesso di fiducia.

LA PERICOLOSA FORZA DELL’ABITUDINE: ESPERIENZA NON VUOL DIRE SICUREZZA

Numerose situazioni quotidiane si ripetono continuamente durante le attività ordinarie, portandoci a fare molto meno attenzione al “qui e ora”. Prendiamo ad esempio il nostro modo di guidare al mattino. Mentre siamo alla guida della macchina o camminiamo, intuiamo di non accorgerci di cosa stia succedendo intorno a noi. Molto spesso, quando ci si ripensa, viene da chiedersi “ma come sono arrivato fin qui?”. Lo stesso vale per altre attività routinarie, come la chiusura della macchina o della porta di casa. Di solito, ci si chiede molto più tardi se davvero l’abbiamo chiusa o meno. L’abitudine riduce poi la consapevolezza dei rischi. Quindi, con l’abitudine, tendiamo:

  • Ad affrontare rischi sempre maggiori
  • A non percepire più i bassi rischi
  • Perfino a sfidare le regole.

L’eccesso di fiducia è uno stato emotivo che ci può portare a commettere errori dalle gravi conseguenze, addirittura fatali. In questo modo, un rischio che effettivamente è basso aumenta in modo significativo!

PERCEZIONE FALSATA DALL’ABITUDINE: COSA POSSIAMO FARE?

L’abitudine distorce la nostra percezione facendo sì che il rischio percepito non corrisponda più al rischio reale. Pertanto, è fondamentale non permettere che questo stato di assuefazione abbia la meglio su di noi. Ciò è fattibile se riusciamo a stabilire una nuova consuetudine, senza però cedere alla forza dell’abitudine o alla routine, aumentando così la nostra coscienza nei confronti del “qui e ora”. Non appena ci rendiamo conto che di fronte ad una situazione potenzialmente pericolosa agiamo senza porre attenzione o senza pensare troppo, allora dobbiamo “attivare” noi stessi, vale a dire

  • Consciamente ritornare al momento presente;
  • Volutamente rispettare le regole;
  • Tenere gli occhi sull’attività
  • Tenere la mente sull’attività.

Accostare e prendersi una pausa è un’ottima strategia per arrivare a casa, stavolta sì, sani e salvi!

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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