
Incidente con carabinieri uccisi nel salernitano: la guidatrice indagata è risultata positiva ad alcol e droghe, ma intanto è libera
Dopo la commozione l’indignazione: mentre familiari, amici e colleghi piangono i due carabinieri uccisi nell’incidente avvenuto tra sabato 6 e domenica 7 aprile lungo la strada statale 91 a Campagna, in provincia di Salerno, la guidatrice indagata per aver provocato il gravissimo impatto ha lasciato l’ospedale ed è tornata tranquillamente a casa. Circostanza che lascia un po’ interdetti considerando che la donna è risultata positiva all’alcoltest e, secondo un primo riscontro, anche alla cocaina. Ovviamente non siamo giustizialisti e restiamo sempre garantisti, inoltre la positività alla cocaina dovrà essere confermata da un controesame e solo i test tossicologici di secondo livello permetteranno di stabilire con precisione quando la sostanza è stata consumata. Tuttavia ci chiediamo quanto sia realmente efficace il reato di omicidio stradale se nemmeno dinanzi a questi elementi venga considerata la custodia cautelare in carcere…
CARABINIERI UCCISI NELL’INCIDENTE DI SALERNO: LA DINAMICA
Come detto, il fatale incidente è avvenuto a Campagna, nella Piana del Sele, sulla SS 91, poco prima di mezzanotte di sabato 6 aprile, quando l’auto sulla quale viaggiavano i due carabinieri Francesco Pastore di 25 anni e Francesco Ferraro di 27 anni, che erano impegnati in un servizio di perlustrazione del territorio, e una Range Rover si sono scontrate per cause in corso si accertamento. I due rappresentanti dell’Arma, seduti rispettivamente nel sedile del passeggero anteriore e nel sedile posteriore, sono morti sul colpo. Gravemente ferito il carabiniere che era alla guida della vettura. Al volante della Range Rover c’era la 31enne Nancy Liliano, anche lei rimasta ferita ma in modo lieve, che viaggiava con una ragazza di 18 anni. Ferito anche il conducente 75enne di una terza auto.
Secondo le prime ricostruzioni effettuate grazie alle immagini acquisite dalla Polizia Stradale di Salerno e analizzate dalla Squadra Mobile, la donna, proveniente da Eboli, una volta arrivata all’altezza del quadrivio di Campagna, probabilmente ad alta velocità, non sarebbe riuscita a evitare l’impatto con l’auto dei carabinieri, colpendola sulla fiancata destra, lato su cui si trovavano le due vittime, per poi carambolare contro un’altra vettura e ferire in modo serio l’uomo che era alla guida. Sembrerebbero invece escluse responsabilità da parte del conducente della “gazzella”, che nel raggiungere la piazzola di sosta per effettuare il posto di controllo aveva inserito la freccia e fatto tutte le manovre corrette.
Al momento l’unica indagata resta pertanto Nancy Liliano. Su di lei gravano le accuse di omicidio stradale e lesioni stradali gravi, aggravate dalla positività all’alcol e, se verrà confermata, alla cocaina. Ora, però, è a casa.
COSA PREVEDE L’OMICIDIO STRADALE PER UN CASO DEL GENERE
Il reato di omicidio stradale è regolato dagli articoli 589-bis e 589-ter del Codice penale. L’ipotesi base prevede che “chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale è punito con la reclusione da 2 a 7 anni”. Poi ci sono numerose aggravanti. Quelle che riguardano l’incidente nel salernitano sono queste:
- chi provoca la morte di una persona ponendosi alla guida di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica (tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l) o sotto l’effetto di stupefacenti è punito con la reclusione da 8 a 12 anni. Se il tasso alcolemico rilevato nel sangue è tra 0,8 e 1,5 g/l la reclusione è da 5 a 10 anni (resta invece da 8 a 12 anni se il conducente con tasso da 0,8 a 1,5 g/l ha provocato l’incidente mortale esercitando professionalmente l’attività di trasporto di persone o di cose).
- se il conducente cagiona la morte di più persone (o morte di una e lesioni a una o più persone), si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni 18.
Per quanto riguarda invece le ipotesi di arresto, premesso che in caso di omicidio stradale è contemplato l’arresto facoltativo del conducente in qualunque ipotesi, anche quando questi si sia fermato e abbia prestato soccorso, l’arresto obbligatorio in flagranza è disposto solo in presenza delle aggravanti punibili con la reclusione da 8 a 12 anni (guida sotto l’effetto di alcol con valori sopra 1,5 g/l [da 0,8 g/l per i conducenti professionali] o sotto l’effetto di stupefacenti). Occorre comunque ricordare che il concetto di flagranza non è rigido. Pertanto se c’è un’indagine allungata nel tempo senza soluzione di continuità, basandosi su indicazioni e testimonianze, l’arresto può avvenire successivamente. Maggiori informazioni qui.
Alla luce di ciò, e considerando che non conosciamo il quantitativo di alcol riscontrato nel sangue e pertanto ci manca un elemento importante, la donna indagata per l’incidente che ha causato la morte dei due carabinieri potrebbe finire in carcere solo se si accertasse la sua responsabilità con la conferma che stesse guidando sotto l’effetto di stupefacenti. Il fatto di avere precedenti penali per traffico di droga gioca naturalmente a suo sfavore. Insomma, vedremo nei prossimi giorni o nelle prossime settimane cosa succederà.
IL REATO DI OMICIDIO STRADALE FUNZIONA?
Detto questo, molti continuano a porsi dei dubbi sulla reale efficacia del reato di omicidio stradale. Introdotto nel 2016 proprio per combattere quella sorta di impunità che copriva i responsabili di incidenti stradali mortali con colpe gravi, nei fatti risulta spesso ‘aggirabile’ in punta di diritto come nel caso di Matteo Di Pietro, lo Youtuber che per aver causato la morte di un bambino ha fatto ben zero giorni di carcere. Chi causa la morte di altre persone guidando in modo irresponsabile continua ad avere ottime possibilità di farla franca.
Se ne è accorta anche la politica e infatti il disegno di legge che riforma il Codice della Strada, già approvato dalla Camera, contiene alcune norme contro chi guida in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psicofisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope che dovrebbero rendere più certe le pene dell’omicidio stradale.
Ad esempio per il perfezionamento del reato di guida sotto l’effetto di droghe non ci sarà più la necessità che il soggetto sia colto in ‘stato di alterazione psico-fisica’ ma sarà sufficiente che un soggetto si metta alla guida dopo l’assunzione di tali sostanze. Una norma del genere, se fosse vigente già oggi, avrebbe cambiato molte cose riguardo l’incidente di Salerno, come ha ricordato lo stesso ministro Salvini.
In particolare è previsto che gli organi di polizia stradale, quando vi sarà fondato motivo di ritenere che il conducente sottoposto a controllo si trovasse sotto l’effetto conseguente all’uso di stupefacenti, o qualora abbiano dato esito positivo gli accertamenti preliminari, potranno effettuare, direttamente sul luogo del controllo stradale, un prelievo di liquido salivare. Ai medesimi accertamenti, la polizia stradale dovrà procedere sempre in caso di incidente. In via cautelativa si applicherà il ritiro della patente e, se la positività sarà accertata, si disporrà sempre la revoca della patente fino a 3 anni.