Benessere aziendale nelle autoscuole: il passaggio generazionale aiuta?

Benessere aziendale nelle autoscuole: il passaggio generazionale aiuta?

“Si è sempre fatto così!” Quante volte sentiamo questa frase in ambito lavorativo, come quello delle autoscuole? Forse è ora di cambiare!

31 Marzo 2023 - 09:00

Il tema della diversità è oggi un elemento imprescindibile da tenere in considerazione per creare ambienti di lavoro sostenibili, che mettano realmente le persone al centro. Mentre in passato si aveva una nuova generazione ogni 20-25 anni, oggi vediamo nascere una nuova generazione ogni 10-15 anni, a causa della velocità della trasformazione digitale e per altri fattori demografici e socio-economici (come l’abbassamento dei tassi di natalità, l’invecchiamento progressivo della popolazione, le riforme nei sistemi pensionistici). Far finta di nulla, cercando di ignorare o azzerare il gap generazionale è controproducente. Allo stesso modo, vivere la differenza generazionale come un ostacolo o un limite non permette di aprirsi ad una visione sistemica. Bisogna invece chiedersi quanto potenziale risiede nella diversità e come valorizzare al meglio la convivenza tra mondi diversi, che hanno molto da condividere gli uni con gli altri.

ETÀ AZIENDALE: 4 GENERAZIONI A CONFRONTO

La forza lavoro globale oggi è composta da quattro generazioni differenti:

  • Baby Boomers: persone nate tra il 1946 e il 1964.
  • Generazione X: persone nate tra il 1965 e il 1980.
  • Millennials (o generazione Y): persone nate tra il 1981 e il 1996.
  • Generazione Z: persone nate tra il 1997 e il 2012.

Una forza lavoro multigenerazionale può, di primo acchito, sembrare un ostacolo per lo sviluppo dell’impresa. Al contrario le differenze generazionali sono un valore aggiunto perché permettono la contaminazione di competenze, punti di vista e conoscenze differenti. La pandemia e il periodo post hanno portato con sé una serie di sfide complesse, che vanno dalla capacità di adattamento ai nuovi contesti ibridi alla necessità di operare alla massima produttività in situazioni di incertezza, fino alla creazione di un clima aziendale che faciliti la motivazione e l’engagement dei collaboratori.

BENESSERE AZIENDALE: I VANTAGGI DI UN TEAM INTERGENERAZIONALE

Avere un mix eterogeneo di dipendenti in azienda ha infatti numerosi vantaggi, tra cui:

  • Incremento della creatività e dell’innovazione: serve “alzare lo sguardo”, uscire dall’autoreferenzialità e mettersi in gioco, far dialogare punti di vista diametralmente opposti e confrontarsi con ecosistemi innovativi.
  • Maggior benessere, engagement delle persone e aumento della produttività: in contesti in cui ognuno può esprimersi nella sua unicità il benessere percepito è maggiore e questo ha effetti positivi sulla motivazione delle persone. In questo contesto, i collaboratori lavorano in uno “stato di flow (flusso)” che li rende più produttivi e performanti.
  • Miglioramento della brand reputation: nell’era della trasparenza, investire nella valorizzazione delle diversità promuove un’immagine positiva dell’azienda e può attrarre un ampio numero di candidati, soprattutto tra i più giovani, ancor più attenti a temi etici e sostenibili.

AUTOSCUOLE: COME SI COSTRUISCE UN AMBIENTE INTERGENERAZIONALE?

Si tratta di costruire un “ponte intergenerazionale” attraverso:

  • Creazione di una “one culture”: ogni generazione deve poter dare il proprio unico contributo ed esprimere al meglio competenze, visioni, idee e talenti. Compito del manager è incoraggiare il dialogo tra le persone di età differenti. Solo così la contrapposizione tra “noi” e “voi” viene meno e si rafforza il senso comune del “noi”.
  • Fare, l’unico modo di cambiare: avviare progetti verso un obiettivo comune permette di stimolare un approccio collaborativo in cui i membri del team si sentono parte attiva della costruzione di “qualcosa di grande”, agendo così sulla motivazione intrinseca, leva potente per il cambiamento e il miglioramento continuo.
  • Parlarsi: mettere a disposizione le proprie competenze e condividerle in modo chiaro, decidere insieme al team come metterle a fattor comune nei momenti di collaborazione e nel lavoro quotidiano. Ogni persona, infatti, è unica ed è fondamentale ​​stimolare la libera espressione di sé, confrontarsi con schiettezza, trasparenza e umiltà, a prescindere dal ruolo, dalla seniority e dalla gerarchia.

UNA STRATEGIA EFFICACE: IL REVERSE MENTORING

Il reverse mentoring consiste in programmi di formazione e tutoraggio “al contrario”. Diversamente da quanto accade di solito, sono i membri junior a insegnare e condividere le proprie conoscenze con i membri più senior dell’azienda. A salire in cattedra, perciò, sono i giovani che, nonostante la mancanza di esperienza, possono offrire le loro abilità contribuendo ad aggiornare tutto il team. Allo stesso tempo, favorendo momenti di scambio intergenerazionale, si contribuisce a sviluppare una cultura aziendale condivisa che possa motivare i collaboratori e aumentarne quindi la produttività. Attraverso il reverse mentoring si contribuisce a ridurre il gap generazionale, avvicinando chi appartiene a generazioni tra loro lontane per forma mentis e attitudine professionale. Il linguaggio e il processo di apprendimento hanno subito un notevole cambiamento nel tempo. Ecco, dunque, che giovani insegnanti e istruttori possono portare le loro conoscenze digitali a favore del lavoro di team. Ma soprattutto questo aiuta a mantenere vivi l’entusiasmo e la passione per il proprio lavoro, abilità fondamentali per il successo!

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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