Conseguire la patente: un lavoro in team “Prendi la patente che poi per imparare a guidare c’è tempo!”. Quante volte sentiamo frasi come questa

Conseguire la patente: un lavoro in team

“Prendi la patente che poi per imparare a guidare c’è tempo!”. Quante volte sentiamo frasi come questa, ma è proprio così?

9 Dicembre 2022 - 08:12

Guidare è un compito complesso. Nasce dall’interazione tra l’individuo, il mezzo e l’ambiente. Non basta una strada “libera” o un mezzo potente. Serve la persona, presente, attenta e consapevole. Mettersi alla guida richiede, infatti, l’attivazione e il coinvolgimento di diverse funzioni e capacità. Serve tecnica, motivazione, controllo emotivo e un costante allenamento per quanto riguarda attenzione, memoria e percezione. Impensabile quindi immaginare che fin dal primo approccio sia una passeggiata. Altrettanto difficile pensare che basti una sola persona per una buona riuscita. Come spesso accade nel campo dell’educazione, anche far sì che un giovane si approcci alla strada in sicurezza ci deve essere un lavoro di squadra. Vediamo come.

CONSEGUIRE LA PATENTE: 3 INGREDIENTI NECESSARI

Informare, comunicare e dialogare: tutti necessari, nessuno sufficiente. Per anni si è pensato che fosse sufficiente informare per far sì che ci fosse apprendimento. L’allievo, visto come una tabula rasa, non veniva considerato in grado di elaborare in autonomia le informazioni ricevute. Oggi sappiamo che non è così. Gli studi nel campo della pedagogia definiscono, infatti, l’educazione come un processo attivo, in cui l’insegnante è facilitatore dei processi mentali attivi negli alunni. Ecco dunque l’importanza di saper comunicare. La differenza principale del comunicare rispetto all’informare consiste nello scopo: si comunica per dare un significato alla realtà, si informa per dare ad essa una struttura, una forma. Nel processo comunicativo si crea un circolo fatto di un messaggio inviato dall’emittente e da un feedback che il ricevente condivide dopo aver elaborato il messaggio. Si viene così a creare un dialogo, asimmetrico (esperto/allievo) ma estremamente efficace per la crescita di entrambe le parti e non solo.

IL TRIANGOLO PER IL SUCCESSO: UN LAVORO DI SQUADRA

Altri tre punti fermi sono necessari per la strada verso il successo. Conseguire la patente è un lavoro di squadra che vede coinvolti l’allievo, l’insegnante prima e l’istruttore poi, ma anche i genitori e i colleghi. Questi ultimi due, infatti, diventano fondamentali in quanto altamente supportivi o estremamente ostacolanti. Possono, inoltre, fornire informazioni preziose per individuare fin da subito la giusta strada per un apprendimento efficace. Pensiamo, ad esempio, all’allievo o al genitore che condividono con il personale del front office dell’autoscuola, fin dall’iscrizione, una difficoltà di apprendimento, anche se non diagnosticata. O ad un istruttore che si confronta con l’insegnante prima di iniziare il percorso di guida. Uno scambio di informazioni, un breve confronto può far risparmiare tempo prezioso e ridurre il rischio di incorre in evitabili fallimenti. Ancora una volta si va quindi a creare un dialogo costruttivo, non ostacolante. Sembra scontato sottolinearlo, ma non stiamo affrontando una competizione!

LA PATENTE: IL NUOVO INIZIO, NON UN PUNTO DI ARRIVO

Ultimo ma fondamentale concetto: il conseguimento della patente non deve essere visto e vissuto come un punto di arrivo. Si tratta, infatti, di un nuovo inizio. Il superamento dell’esame pratico apre le porte ad un nuovo mondo fatto di indipendenza, responsabilità e sicurezza. Il persone di guida deve essere focalizzato sull’acquisire non soltanto conoscenze tecniche, ma anche sicurezza, autonomia e senso civico. Non è possibile ottenere tutto ciò in un tempo ragionevolmente breve. Ecco che diventa fondamentale agire tempestivamente. Educhiamo le nuove generazioni alla sicurezza fin da pedoni, accompagniamoli nel passaggio alla bicicletta, non lasciamoli soli negli anni da neopatentati. Finché vedremo come obiettivo ultimo il conseguimento della patente e non il dopo, il saper guidare in sicurezza (per sé e per gli altri) la prevenzione rimarrà un’utopia e il numero di vittime sulla strada sarà in inesorabile aumento.

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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