Aggiornamento insegnanti e istruttori autoscuola: rischio effetto boomerang? Con il mondo che cambia velocemente l’aggiornamento insegnanti in autoscuola continuo e costante è fondamentale. Ma il sistema attuale è corretto?

Aggiornamento insegnanti e istruttori autoscuola: rischio effetto boomerang?

Con il mondo che cambia velocemente l’aggiornamento insegnanti in autoscuola continuo e costante è fondamentale. Ma il sistema attuale è corretto?

30 Dicembre 2022 - 07:12

Per molto tempo, in Italia, il lavoro di insegnanti e istruttori di scuola guida è stato spesso sottovalutato. Dai clienti ma, a volte, anche dagli stessi lavoratori. Soltanto nel 2011, con il Decreto del Ministero dei Trasporti – 26/01/2011 – n. 17, viene stabilito che entro il 25 Marzo 2013, gli insegnanti e gli istruttori già abilitati devono frequentare un corso di aggiornamento della durata di 8 ore. L’insegnante non in regola con gli obblighi di formazione periodica non può essere inserito nell’organico di un’autoscuola prima della frequenza del relativo corso. La violazione delle disposizioni comporta la sospensione dell’abilitazione. Ma perché, come, quando? Sembra che, ancora una volta, prevalga l’obbligo di una norma, senza spiegazioni e con poche certezze, ma soprattutto senza tener conto del singolo.

AGGIORNAMENTO BIENNALE: UN DRIBBLING TRA OBBLIGHI E SANZIONI

Da 11 anni, dunque, gli insegnanti/istruttori di autoscuola sono obbligati ad un aggiornamento di 8 ore ogni due anni. Pena la sospensione e una sanzione individuata dal procedimento di contestazione nei confronti del docente inadempiente e nei confronti del titolare dell’autoscuola che non ha comunicato tale irregolarità. Ma chi effettuata i controlli? Con quale regolarità? Domande che aprono una serie di interrogativi ed evidenziano differenze territoriali notevoli. I controlli dovrebbero essere effettuati dalla Motorizzazione della Provincia di competenza ed ecco che affiorano i primi problemi. Se alcuni uffici, infatti, sono molto puntuali nei controlli e nei solleciti, altri brancolano nel buio. Questo fa percepire discrepanze e malumori. Perché gli insegnanti e gli istruttori devono essere zelanti, mentre chi dovrebbe effettuare i controlli non sa da dove partire? E ancora, com’è possibile che dopo tutti questi anni non ci sia chiarezza su procedure, tempistiche e sanzioni?

PRIMO INGREDIENTE PER UN AGGIORNAMENTO EFFICACE: LA MOTIVAZIONE

Se il lavoratore non è in grado di capirne il funzionamento e non riceve risposte chiare, allora anche la cosa più utile si trasforma. Ecco che l’aggiornamento continuo, fondamentale ai fini di migliorare la propria professione, diventa uno sgradevole obbligo a cui dover adempiere. E si sa: quello che facciamo controvoglia difficilmente raggiunge risultati eccelsi. Il primo ingrediente da introdurre è la motivazione. Ovvero il movimento di un soggetto verso un oggetto o uno scopo desiderato. Si tratta di un costrutto multifattoriale che racchiude al suo interno diverse componenti. Le motivazioni hanno due funzioni principali: attivare e orientare comportamenti specifici per raggiungere un determinato scopo. La motivazione intrinseca viene dall’interno, mentre la motivazione estrinseca nasce dall’esterno. Siamo mossi da motivazione intrinseca ogni qualvolta ci impegniamo in un’attività senza il bisogno di ricompense esterne, ma solo perché ci piace fare quell’attività. Quando invece un’attività non ci porta di per sé alcuna gratifica, spesso per agire abbiamo bisogno di una motivazione estrinseca.

SECONDO INGREDIENTE FONDAMENTALE: LA PASSIONE

Il concetto di Work Engagement ha le sue radici nella psicologia positiva e del benessere. Dal 1990, infatti, i lavoratori sono considerati “engaged” quando sono coinvolti fisicamente, cognitivamente ed emotivamente dai compiti del proprio lavoro, con un conseguente senso di soddisfazione personale. I Immaginando un continuum il Work Engagement, uno stato mentale positivo e di soddisfazione nei confronti del proprio lavoro, caratterizzato da vigore, dedizione e immersione, trova all’altro estremo la sindrome di burnout. Ovvero una sindrome caratterizzata da esaurimento emotivo, depersonalizzazione e scarsa realizzazione professionale. Ne segue un disagio che compromette sia il proprio comportamento che lo stato emotivo e una perdita di interesse nei confronti dei propri interlocutori. L’engagement si manifesta attraverso il coinvolgimento, l’impegno, l’efficienza e una elevata energia e quindi si identifica con l’assenza di burnout.

AGGIORNAMENTO BIENNALE EFFICACE: POSSIBILITÀ O UTOPIA?

Per migliorare il Work Engagement, quindi, è innanzitutto necessario andare oltre il concetto di malessere, interrogandosi piuttosto sulle strategie possibili da adottare per facilitare un clima positivo, favorire la qualità della vita lavorativa e sviluppare la motivazione al lavoro. Parallelamente è necessario chiarire le motivazioni di un aggiornamento costante, e le eventuali procedure di controllo o di sanzioni. Per far sì che si crei un clima di confronto efficace è necessario che non ricada tutto sui singoli individui o realtà. È un percorso in cui risulta strategica la partecipazione attiva dei lavoratori e di tutti coloro che hanno un ruolo chiave all’interno dell’organizzazione. Questa collaborazione sinergica è il primo passo verso un lavoro che soddisfacente ed efficace.

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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