Batterie al Litio: il monopolio cinese è un falso mito La Cina ha il monopolio sulle batterie al Litio? Il Paese-continente è molto avanti ma le ricerche spiegano che si tratta di un falso mito

Batterie al Litio: il monopolio cinese è un falso mito

La Cina ha il monopolio sulle batterie al Litio? Il Paese-continente è molto avanti ma le ricerche spiegano che si tratta di un falso mito

2 Luglio 2019 - 10:07

L’auto elettrica moderna è stata resa possibile dalle batterie al Litio, introdotte nella serie con la prima Tesla Roadster. Una tecnologia per la quale molti attribuiscono alla Cina una posizione di monopolio ma diversi studi dicono che non è esattamente così. Vediamo però di cosa stiamo parlando. Il Litio è un metallo alcalino (numero atomico 3) ed è il più leggero elemento solido, proprietà benvenuta nelle pile che lo usano. Diciamo subito che le batterie ricaricabili, a differenza di quelle monouso, attualmente non usano il metallo ma i suoi ioni, una situazione che cambierà. Le batterie allo stato solido, come quelle che BMW sta studiando, dovrebbero usare infatti anodi di Litio metallico estremamente sottili. Si tratta comunque di Litio, che va estratto dai minerali che lo contengono, raffinato, usato per costruire le celle e poi i battery pack completi.

PRODUZIONE GLOBALE

Questo ciclo produttivo coinvolge molti Paesi ed è spiegato dall’australiana Infinity Lithium Corporation, una compagnia mineraria che ha una concessione in Spagna. L’idea è quella di rifornire la catena europea delle batterie agli ioni di Litio e l’industria dei veicoli elettrici. In questo modo si riuscirebbe a diminuire il rischio dell’approvvigionamento di questo prezioso minerale per l’industria europea. Il Litio infatti non è abbondantissimo e non è di facile estrazione, dato che la sua reattività lo porta a combinarsi con altri elementi. Il materiale è presente sia in salamoie naturali sia in minerali quali lo spodumene e la petalite. Le riserve nelle salamoie, nella situazione al 2017, sono in Cile (36%), Argentina (14%), Cina (5%) seguita dagli USA con il 2%. L’Australia rappresenta da sola il 43% delle riserve nei minerali, presenti anche nella concessione di San Jose, in Estremadura. La figura evidenzia i principali produttori nel 2017: Brine Mining indica l’estrazione da salamoia mentre Rock Mining è quella da minerale. La quantità complessiva è espressa in Kt (migliaia di tonnellate) mentre LCE significa Litio carbonato equivalente, un riferimento per poter confrontare processi estrattivi diversi.

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UNA DOMANDA CHE S’IMPENNA

Il principale utilizzo finale del Litio è stato in settori industriali quali vetro, ceramica, lubrificanti, gomma sintetica, prodotti farmaceutici, trattamento dell’aria e simili. Ancora nel 2017 gli usi “tradizionali” guidavano la maggioranza della domanda del Litio ma le cose sono cambiate rapidamente. Questo elemento è diventato infatti usatissimo in utensili, elettrodomestici, computer, cellulari, macchine fotografiche e tantissimi altri dispositivi elettronici. Anche questi impieghi sono stati superati dalla domanda per la mobilità: auto elettriche, autobus, biciclette, scooter e moto mentre i traghetti e gli aerei arriveranno a breve. Ci sono difficoltà nell’approvvigionamento, che hanno spinto Volkswagen ad accordarsi con i produttori di batterie, e nello smaltimento che ha costi e modalità precisi. Si stima che nel decennio 2017-2027 la domanda di Litio connessa alla mobilità passerà dal 23% all’83%, portando ad una moltiplicazione per 6 del totale.

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MONOPOLIO MA NON TROPPO

Le batterie al Litio vedranno un’enorme crescita della capacità prodotta e cambieranno anche nella chimica, diminuendo l’uso del sempre controverso Cobalto in favore del Nickel. Questi nuovi catodi più ricchi di Nickel, Alluminio e Manganese richiederanno quindi più idrossido di Litio rispetto al carbonato. I veicoli leggeri al 2030 vedranno la Cina produrne il 56% (McKinsey), l’Europa il 26%, USA al 7% e il resto del Mondo al 6%. Sembra quasi un monopolio ma IHS Market delinea una situazione diversa, a partire dalle materie prime: la quota prodotta in Cina è piccola e in diminuzione. Le aziende cinesi hanno investito molto nei Paesi produttori ma la produzione diretta del gigante asiatico peserà di meno nel periodo 2017 – 2025. Vedranno invece una crescita Argentina, Cile, Australia e Canada.

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RISCOSSA EUROPEA NELLE BATTERIE AL LITIO?

Andamento simile per la chimica del Litio: la quota cinese è molto grande ma cede terreno nei confronti dei Paesi sudamericani e dell’Australia. In questi settori il contributo dell’Europa è quasi assente ma le cose cambiano vedendo la produzione dei catodi, stabile a differenza di quella cinese. Una vera impennata europea la si avrà nella produzione di batterie, in aumento (più contenuto) anche negli USA a danno di Cina, Sud Corea e Giappone. Sappiamo che diversi stabilimenti europei saranno americani, giapponesi, cinesi e coreani ma non mancheranno realtà continentali come la mega fabbrica Northvolt-Volkswagen. La produzione delle automobili elettriche registrerà l’accelerazione della Cina ma anche l’Europa correrà, erodendo quote di mercato a Giappone, USA e Sud Corea. Il Vecchio Continente potrebbe quindi avere un ruolo centrale nelle batterie al Litio e nella mobilità elettrica.

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