Smaltimento batterie auto elettriche e ibride: modalità e costi Lo smaltimento delle batterie delle auto elettriche potrà arrivare anche a 3000 € e comporterà complessi metodi operativi. Ecco cosa fare e a chi rivolgersi in caso di smaltimento della batteria a litio

Smaltimento batterie auto elettriche e ibride: modalità e costi

Lo smaltimento delle batterie delle auto elettriche potrà arrivare anche a 3000 € e comporterà complessi metodi operativi. Ecco cosa fare e a chi rivolgersi in caso di smaltimento della batteria a litio

28 Maggio 2019 - 12:05

Uno degli spettri legati all’acquisto delle auto elettriche non è soltanto il prezzo, ma anche l’eventuale costo di sostituzione della batteria difettosa o esausta. Un timore parzialmente infondato, come è emerso dall’indagine Manutenzione auto elettrica e ibrida, se si pensa che tutte le batterie al litio dei modelli nello studio sono coperte da una garanzia di 8 anni. Ma se la batteria si danneggia in un incidente o per qualsiasi motivo è necessario cambiarla, come funziona e quanto costerebbe smaltire una batteria al litio che pesa centinaia di chili? È un problema più grosso gestire tante batterie al piombo da 12 e 24V (considerato il parco auto circolante attuale) oppure poche ma ingombranti e pesanti batterie al litio? Lo abbiamo chiesto al Cobat, il Consorzio che opera nel settore del recupero delle batterie (e non solo) che ci ha raccontato tutto sullo smaltimento delle batterie al litio e al piombo in Italia. Leggi qui il commento del direttore di SicurAUTO.it sull’indagine.

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Che rapporti ha il Cobat con i produttori di batterie e i Costruttori di auto?

“Il sistema Cobat, Consorzi di filiera per le pile/accumulatori, i RAEE e gli Pneumatici fuori uso (PFU), da oltre 30 anni è Sistema Collettivo partecipato dalla stragrande maggioranza delle Case Auto e dei produttori di batterie (Soci del Consorzio) e, per conto loro, cura la gestione del fine vita dei prodotti tecnologici immessi al consumo. In ragione di quanto sopra raccoglie su tutta la penisola i rifiuti di accumulatori (piombo, litio Ni/Mh, etc) presso officine, dealer/concessionarie e le sedi delle Case auto stesse, purché le batterie in questione siano state precedentemente dichiarate come immesse al consumo e finanziate, come da disposizioni di Legge, con il relativo contributo ambientale (D.Lgs. 188/08 e s.m.i. recepimento della Direttiva 2006/66/CE).”

A livello normativo ci sono novità in discussione presso la Commissione UE sullo smaltimento di batterie al litio HV considerando il trend di crescita di auto ibride ed elettriche?

“Con il 2021/2022 sarà applicato nei Paesi dell’Unione europea il “Pacchetto Economia Circolare” che ricomprende il recast della Direttiva 2006/66 il quale, sulla base delle anticipazioni disponibili, è possibile ipotizzare contenga specifici aggiornamenti relativi alle batterie tipiche dell’attuale mobilità elettrico/ibrida (litio, nichel, altro). Certamente al suo interno troveremo un rafforzamento del principio dell’EPRResponsabilità Estesa del Produttore, di colui cioè che fabbrica il bene e/o lo immette al consumo per primo nel mercato nazionale rispetto alla gestione del rifiuto che ne deriva. Oggi l’EPR è applicato in maniera piuttosto annacquata e disomogenea proprio e soprattutto in relazione alla gestione delle batterie dal lungo ciclo di vita (8 – 12 anni) come le batterie al litio.”

Qual è il costo attuale di smaltimento di una batteria al piombo 12/24V e al Litio?

Le batterie al piombo oggi per il detentore del rifiuto rappresentano un valore e mai un costo – salvo che i quantitativi per i quali si richiede l’intervento non siano sufficienti a coprire i costi del trasporto/trattamento o le condizioni logistico/operative non siano troppo sfavorevoli. Discorso completamente diverso per le batterie al Litio laddove il costo è molto alto e varia da 4,00 €/kg a 4,50 €/kg (questo significa che si potrà arrivare a costi di 2.000/3.000 €uro per ogni batteria smaltita considerato che queste pesano centinaia di kg ndr). L’importo indicato rimane funzione delle distanze, delle condizioni in cui versano le batterie, dell’implementazione o meno – da parte del Produttore – di un percorso di ri-utilizzo/rigenerazione e ancora dalle tecnologie di trattamento adottate e/o disponibili sul mercato.”

Questo costo graverà sui consumatori e/o le officine?

“La cosa certa è che tale costo, per il principio della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), al pari dei RAEE e delle altre batterie, deve essere integralmente sostenuto dal Produttore/Importatore di Auto o delle Batterie. Poi, per la struttura stessa della Legge, il consumatore già all’acquisto dell’Auto e/o della batteria – se mai si troverà ad acquistarne una – si troverà in fattura applicato un contributo ambientale che tendenzialmente rappresenta un’aliquota direttamente proporzionale al costo di smaltimento. Tale aliquota è dipendente, a sua volta, dalla responsabilità e dal livello di servizio che il Produttore/Importatore di auto intende prendersi in carico, dal modello di Sistema scelto per garantire la raccolta (Sistema Individuale o Collettivo) e, nell’eventualità che si affidi ad un Sistema Collettivo, dal Sistema Collettivo scelto per ottemperare ai suoi doveri.”

Come avviene il ritiro delle batterie automotive al litio? Ci sono operazioni particolari da fare?

“La gestione in tutte le fasi è piuttosto complessa e divisa in:

Confezionamento. Per motivi di sicurezza, deve avvenire in box/casse dedicate se le batterie Litio non sono danneggiate e box/casse speciali se sono danneggiate o difettose. I costi e le specifiche di queste casse, da regolamento ADR 2019 (l’accordo europeo relativo al trasporto di merci pericolose, ndr), sono altissimi.

Trasporto. Deve avvenire con mezzi ADR con dotazioni di serie e patentino speciale del trasportatore. Esistono limitazioni forti al trasporto aereo, su nave e strada in caso di batterie danneggiate e/o difettose. Tutte le batterie raccolte (trasporto primario) debbono poi essere concentrate in stoccaggi autorizzati per preparare il trasporto secondario (con notifica di esportazione) verso l’estero (Belgio, Germania principalmente). Quest’ultimo passaggio contribuisce in maniera importante ad aumentare i costi generali di gestione.

Trattamento: ad oggi non esistono in Italia Impianti di trattamento finale delle batterie automotive al litio. In Europa solo alcuni impianti (che praticano trattamento pirometallurgico) concentrano i carichi dei vari Paesi UE con costi di trattamento importanti.”

Quali sono le fasi di smaltimento/recupero di una batteria al litio e quali aziende in Italia/Europa lo effettuano?

“Le fasi del trattamento di una batteria al litio (rifiuto) sono diverse da caso a caso, ma tendenzialmente si compongono di una prima verifica della sicurezza del pacco e scarica elettrica dello stesso sotto la soglia di sicurezza. Successivamente si procede (quasi sempre manualmente) allo smontaggio del case e all’isolamento dei moduli, fino all’isolamento delle singole celle. Mentre il recupero delle parti elettroniche, delle connessioni e della bulloneria è cosa abbastanza standard, e relativa alla separazione e valorizzazione delle parti metalliche. Per le celle, attualmente il Belgio e la Germania propongono processi energivori e ancora abbastanza grossolani, relativi al recupero energetico e/o delle sole frazioni di Nichel e Cobalto. Tali processi, implementati dalla tipica raffinazione dell’industria estrattiva, consentono il recupero di una percentuale in peso > 50% richiesta dalla legge ma quasi mai il recupero del Litio. Proprio per far fronte a questo ed abbattere complessivamente il costo di gestione (trasporto e trattamento) Cobat, con CNR ed il Politecnico di Milano, hanno brevettato alcuni processi legati al trattamento idrometallurgico (non pirometallurgico attualmente adottato dalla maggior parte degli Impianti europei). Questi processi consentiranno, già nel giro di un paio d’anni, l’abbattimento sostanziale dei costi ed il recupero % in peso quasi integrale della batteria al litio.”

C’è un meccanismo di compensazione sul ritiro delle batterie verso le officine e/o i produttori di batterie?

“Attualmente la maggior parte delle Case auto (non tutte) riconosce come reso (prodotto) la batteria al litio usata con carica residua bassa e non gestisce la medesima come rifiuto. A fronte del reso e/o della garanzia può prevedere il riconoscimento di un valore alla concessionaria/officina. Cosa che invece, per i motivi di cui sopra, non può avvenire per la gestione della batteria al litio quando questa è un rifiuto.”

Se un’autofficina effettua la sostituzione di una batteria ad alto voltaggio di un’auto elettrica (o ibrida), a chi si rivolge per lo smaltimento della batteria al litio esausta?

“L’officina, il concessionario o il demolitore dovrebbe sempre rivolgersi al fabbricante dell’auto e/o della batteria e far riferimento alle linee guida da questi messe a disposizione. In alternativa può contattare il Sistema Collettivo/Consorzio delegato dal Produttore/Importatore per richiedere info e verificare la possibilità di richiedere il ritiro della batteria. Per quanto riguarda i tempi di realizzazione del servizio di ritiro presso officina/dealer/concessionaria il Cobat effettua tale operazione (stante la conformità del packaging e delle condizioni di sicurezza) in massimo 10 gg sull’intero territorio nazionale.”

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1 Commento

non so voi ma io nè ho i coglioni pieni - VinileMGR
12:05, 15 Gennaio 2020

[…] NON ci sarebbe piu bisogno di trovare una soluzione etica allo smaltimento delle enormi batterie “ad alto tasso di inquinamento” e… […]

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