Consumi ibride plug-in: perché i dati del WLTP non sono reali? Le auto ibride Plug-in hanno consumi reali diversi dai test WLTP: ecco perché e cosa cambierà con le novità in arrivo dal 2025

Consumi ibride plug-in: perché i dati del WLTP non sono reali?

Le auto ibride Plug-in hanno consumi reali diversi dai test WLTP: ecco perché e cosa cambierà con le novità in arrivo dal 2025

16 Febbraio 2022 - 12:02

I consumi delle auto ibride plug-in sono molto diversi da quanto viene rilevato nel ciclo WLTP e la Commissione europea sta già lavorando a una modifica in arrivo. Ma c’è un altro problema emerso da uno studio dell’International Council for Clean Transportation (ICCT) basato su dati di guida di oltre 100 mila veicoli: le auto ibride plug-in sfruttano il motore a combustione per oltre la metà dell’utilizzo reale. Ecco perché le Ibride ricaricabili non sono così ecologiche come farebbero sembrare i Costruttori auto.

CONSUMO AUTO IBRIDE PLUG-IN COME SI MISURA NEI TEST DI OMOLOGAZIONE

Per chi si fosse perso le ultime novità normative, dal 2021 è scattato il limite di emissioni di 95 g/km di CO2 per i Costruttori, con tanto di multe per chi sfora. Un obiettivo che, ad eccezione per i Brand 100% elettrici, è più facile da raggiungere con modelli Ibridi Plug-in. Intanto la Svizzera ha già iniziato ad escludere le Ibride Plug-in dagli ecoincentivi 2022 spianando la strada che altri Paesi potrebbero seguire, nell’attesa delle nuove procedure WLTP attese verosimilmente nel 2025. Ma perché le auto Ibride Plug-in hanno consumi nel WLTP molto diversi da quelli reali? Un’Analisi dell’ICCT spiega in modo dettagliato la procedura di prova dei veicoli Ibridi Plug-in, descritta nel regolamento UN-ECE R101.5. Il calcolo del consumo, è una media di due diverse condizioni operative del veicolo:

– modalità “charge-depleting” (CD), indicata come condizione “A” nel regolamento UN-ECE R101, quando la batteria è totalmente carica. Il sistema di gestione dell’energia predilige la scarica della batteria, a meno che non sia richiesto il supporto del motore ICE, come in salita, in un sorpasso o in base ad altre condizioni;

– modalità “charge-sustaining” (CS), indicata come condizione “B” nel regolamento UN-ECE R101, quando la batteria é scarica. Il sistema di gestione dell’energia impiega prevalentemente il motore a combustione, ma la batteria di accumulo partecipa ricaricandosi con il recupero di energia in frenata;

Il consumo delle auto Ibride Plug-in deriva quindi dal consumo di carburante ed elettricità per entrambe le modalità operative come media ponderata. Tuttavia con l’introduzione del ciclo WLTP nel 2017, sono state introdotte modalità di test più reali, con un fattore di correzione che per le auto Ibride Plug-in ha comportato una riduzione media del 25% della reale efficienza in elettrico rispetto al precedente ciclo NEDC. Il WLTP introduce un fattore di ponderazione variabile (denominato Fattore di utilità) che descrive in modo più accurato le condizioni di guida. Inoltre la guida dell’auto Plug-in avviene in modalità A (CD) finché il livello di SOC della batteria richiede il passaggio alla modalità B (CS). Qui nasce la prima incongruenza che riguarda i costi reali di utilizzo di un’auto Ibrida Plug-in. Clicca l’immagine sotto per vederla a tutta larghezza.

AUTO IBRIDE PLUG-IN: PERCHÉ NON MANTENGONO LE PROMESSE SUI CONSUMI

Il regolamento permette ai Costruttori di dichiarare il solo consumo di carburante nel ciclo di prova. Che si traduce in una valutazione parziale del consumo complessivo dell’auto. A specificarlo è anche Fernando Ortenzi, esperto in prove auto all’Enea come riporta Repubblica. “La prova di omologazione delle auto ibride plug-in viene realizzata partendo con batteria di accumulo elettrico completamente carica e utilizzandone tutta la carica durante il test”, afferma Ortenzi. Il consumo in elettrico però non viene conteggiato nel bilancio energetico reale, quindi chi acquista un’auto elettrica Plug-in è influenzato da valori parziali. E questo si riflette a cascata sul secondo problema: l’utilizzo delle auto Plug-in come se fossero delle normali ICE. Dall’analisi dell’ICCT di oltre 100.000 ibride plug-in di flotte, è emerso che il motore a combustione interviene per oltre il 50% della guida. Inoltre le batterie non sono quasi mai ricaricate. Questo, avviene maggiormente quando il conducente non sostiene direttamente i costi del carburante e quindi è meno incentivato alla ricarica delle auto Plug-in.

DAL 2025 CONSUMI IBRIDE PLUG-IN PIU’ VERITIERI?

Come riporta Reuters, l’Unione europea prevede di introdurre nuovi criteri di misurazione dei consumi e delle emissioni per le auto Plug-in. Al centro di un emendamento sulle regole di attuazione delle emissioni inquinanti Euro 6, ci sarebbe la ridefinizione dei fattori di utilità. Come e quanto dipenderà dai parametri di guida reale trasmessi dalla centralina OBFCM dal 2021 e probabilmente costringerà i Costruttori a vendere più auto elettriche per stare dentro i limiti di emissioni di CO2, ma non prima del 2025. E’ l’anno in cui dovrebbe entrare in vigore il nuovo standard sui consumi delle auto Ibride Plug-in.

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