Altro che Dieselgate! VW e Audi schizzano a + 25% nel 2016

Altro che Dieselgate! VW e Audi schizzano a + 25% nel 2016 Dopo il Dieselgate VW perde quasi ovunque nel mondo ma i consumatori italiani si distinguono per strafottenza

Dopo il Dieselgate VW perde quasi ovunque nel mondo ma i consumatori italiani si distinguono per strafottenza

12 Marzo 2016 - 11:03

La giostra impazzita del Dieselgate ci consegna sanzioni miliardarie, class action di migliaia di consumatori, intrighi degni di Hitchcock e Paesi (tanto per non fare nomi, l'Italia) che glissano su tutto e premiano il Gruppo Volkswagen.

DIAMO I NUMERI (CIOÈ I DATI)Non sono nostre impressioni bensì la semplice esposizione dei numeri a dire che gli italiani vogliono sempre bene a Volkswagen e la portano nel cuore anche se ha fatto i capricci: tali devono essere infatti considerati le notizie e i risultati del Dieselgate dato che li scordiamo così velocemente. Avevamo visto come già alla fine dell'anno si potesse dire “Volkswagen o niente”, dato che ad un calo delle vendite, lieve e settembre e più accentuato a ottobre, era subentrato infatti il vistoso rimbalzo di novembre e l'assestamento di dicembre. Ulteriori conferme arrivano dai primi due mesi dell'anno, dato che basta recuperare i dati delle immatricolazioni per verificare come il “perdono” si stia consolidando. A gennaio il mercato Italia era cresciuto del 17,4% rispetto a gennaio 2015 ma Volkswagen aveva fatto meglio, salendo del 20,18, superando anche Audi, su del 15,37. A febbraio, sull'onda di un mercato italia che volava con il +27,3%, Audi scattava ad un +36,37, seguita da una Skoda in ottima forma (+ 36,96%) e da Volkswagen in grande spolvero con il suo + 30,03%.

UN MIRACOLO ITALIANO ?Il consuntivo del primo bimestre del 2016 fotografa così un risultato che premia non soltanto il marchio più collegato al Dieselgate ma anche Audi e Skoda, entrambe abbondantemente “nominate” nei richiami associati alle emissioni truccate. VW sale infatti del 25,33% rispetto al primo bimestre 2015, Skoda del 23,75% e Audi fa segnare un +25,55: tutti questi incrementi sono superiori a quelli del mercato, che si ferma ad un pur considerevole 22,64%. Questa bonomia verso il Volkswagen Group non sembra così diffusa a livello internazionale: il dato globale del bimestre è pari a 1,54 milioni di veicoli consegnati, equivalenti ad un + 1,4% ma questa positività è una media di valori sulle montagne russe. L'Europa nel suo complesso vale per VW 604.600 veicoli, equivalenti ad un + 3,8%; l'Europa occidentale segna + 4,79% e la Germania (patria del Gruppo) + 4,2% mentre la parte centro-orientale scende di un 1,2%, con la Russia in crisi (- 23%) che trascina tutta l'area. Se il Nord America segna – 2,9%, i maldisposti (è lì che emerge il Dieselgate) Stati Uniti scendono del 7,1%. Il Sud America affonda del 29,3%, trascinato dal Brasile che precipita del 37,4%. Probabilmente la frenata dell'economia del grande Paese sudamericano pesa più dell'effetto Amarok (leggi della multa di 12,5 milioni in Brasile) ma qualche raffica di Dieselgate dev'essere arrivata anche lì.

CONTRADDIZIONI VIVENTIL'area Asia-Pacifico è invece più benevola ma in altalena: il suo + 5,7% finale è frutto di un gennaio positivo (+12,0%) rallentato da un febbraio in discesa del 3,4%. La Cina è più favorevole per VW, dato che in gennaio ha segnato + 13,9%, in febbraio è scesa dell'1,8% e nel bimestre è stata positiva per il 7,6%. Sembra quindi che il Bel Paese sia molto affezionato al Marchio di Wolfsburg e non si faccia condizionare dalle voci dello scandalo. Un comportamento quasi “bipolare” perché, almeno a giudicare dai risultati di un sondaggio della Nielsen, pubblicati nell'ottobre 2015, gli italiani sono sempre più disposti a pagare qualcosa in più per comprare i prodotti di aziende “sostenibili”. In Italia i consumatori disposti a comprare ad un premium price per Marchi sostenibili sono il 52%, in sensibile crescita dal 44% del 2013 e dal 45% del 2014. È vero che la media globale è al 66%, in grande crescita rispetto al 55% del 2014 e al 50% del 2013, ma siamo comunque più virtuosi della media europea, che l'anno scorso è stata del 51%, nel 2014 era pari al 40% e nel 2013 valeva il 37%. Ecologisti si, quindi, ma le VW non si toccano!

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1 Commento

Guido
14:28, 21 Marzo 2016

ci piace molto essere sudditi dei tedeschi!… in attesa del guinzaglio e frustino!!bravi italiani!!

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