Auto ibride plug-in: si salveranno dal ban ICE 2035?

Auto ibride plug-in: si salveranno dal ban ICE 2035?

L'UE valuta l'ok alle auto ibride plug-in (e alle elettriche Range Extender) anche dopo il 2035, evitando in ban completo delle ICE

7 Febbraio 2025 - 13:10

Le conclusioni a cui giungerà il Dialogo strategico sul futuro dell’industria auto europea saranno rese note il prossimo 5 marzo, ed è chiaro che fino a quella data circoleranno rumors di ogni tipo sulle decisioni adottate. Una di quelle che sta facendo più rumore l’ha pubblicata la nota rivista tedesca der Spiegel, secondo cui l’Unione Europea starebbe valutando un’importante modifica al ban delle auto ICE dal 2035, aprendo alla possibilità di ‘salvare’ le auto ibride plug-in e anche le cosiddette auto elettriche Range Extender, che sono veicoli elettrici dotati di un motore a combustione interna aggiuntivo, che funge da generatore di corrente per ricaricare la batteria durante la marcia.

LA COMMISSIONE EUROPEA APRE A IBRIDE PLUG-IN E RANGE EXTENDER DOPO IL 2035?

In particolare der Spiegel ha pubblicato lo stralcio di un paper europeo, attualmente all’esame della Commissione UE proprio nell’ambito del dialogo strategico, che apre a una maggiore flessibilità dei regolamenti per il raggiungimento della neutralità climatica, anche a seguito delle forti pressioni della lobby dell’auto: “Come parte del dialogo“, si legge nel testo, “individueremo soluzioni immediate per salvaguardare la capacità dell’industria di investire, guardando a possibili flessibilità per assicurare alla nostra industria di restare competitiva, senza perdere le ambizioni complessive del 2025“.

Inoltre, il documento sottolinea che “raggiungere l’obiettivo del 2035 richiederà un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico, in cui gli e-fuel svolgeranno un ruolo attraverso una modifica mirata al regolamento”. Quindi non solo plug-in hybrid e Range Extrender, ma anche i carburanti sintetici potrebbero rappresentare un’opzione valida.

LA MEDIAZIONE DI MERCEDES-BENZ

Sempre secondo i rumors, istituzioni europee e industria dell’auto sarebbero già d’accordo in via informale su questo compromesso. La figura chiave dell’intesa (tutta da confermare) è stata individuata in Eckart Von Klaeden (nella foto), ex ministro del governo tedesco ai tempi di Angela Merkel e attuale responsabile delle relazioni istituzionali di Mercedes-Benz, la cui opera di mediazione avrebbe giocato un ruolo decisivo. È stato proprio Von Klaeden a citare i modelli ibridi plug-in e con Range Extender come ‘veicoli puliti‘ e quindi in grado di supportare, accanto alle BEV pure, la transizione energetica.

È facile immaginare che dietro Von Klaeden agisca la figura ancora più influente di Ola Kallenius, il CEO di Mercedes-Benz che dallo scorso 1° gennaio ha preso le redini di ACEA, l’associazione che rappresenta i costruttori automobilistici europei e che da tempo spinge per una profonda revisione dei regolamenti che hanno messo al bando le auto ICE.

Eckart Von Klaeden

LE AUTO PLUG-IN HYBRID SONO DAVVERO PULITE ED EFFICIENTI?

Vedremo se queste indiscrezioni si trasformeranno in realtà. C’è però un aspetto controverso che riguarda l’effettiva sostenibilità ecologica delle auto ibride plug-in, i cui consumi ed emissioni di CO2, presentati come bassissimi, sono in realtà al centro di accese discussioni. Proprio pochi mesi fa la direzione generale per l’azione per il clima (DG Clima) della Commissione europea ha confermato quanto già rilevato da diversi centri studi internazionali e organizzazioni ambientaliste, e cioè che verificando i consumi e le emissioni in condizioni reali di un campione di 600 mila autovetture ibride plug-in, sono risultati del 20% superiori a quelli stabiliti nelle procedure di omologazione WLTP. Inoltre le emissioni di anidride carbonica nel mondo reale sono risultate in media 3,5 volte superiori ai valori di laboratorio. Insomma, al contrario di quanto sostiene Von Klaeden, non sono veicoli così tanto ‘puliti’.

Non a caso dal 1° gennaio di quest’anno, con l’entrata in vigore del nuovo standard Euro 6e-bis, le auto ibride plug-in sono soggette a test più severi per l’omologazione, al fine di rendere quanto più realistici possibili i dati sui consumi e sulle emissioni. Nello specifico, se in precedenza i test sulle emissioni erano condotti su una distanza simulata di 800 km, l’Euro 6e-bis ha aumentato questa distanza a 2.200 km: adottando questo sistema per esempio su una BMW X1 xDrive25e, l’International Council on Clean Transport (ICCT) ha verificato che le emissioni di CO2 della vettura passano da circa 45 g/km a ben 96 g/km.

Attenzione: i nuovi test riguardano tutte le nuove ibride plug-in in commercio dal 1° gennaio 2025, ma dal prossimo 31 dicembre interesseranno tutte le auto plug-in esistenti, quindi anche quelle lanciate negli scorsi anni.

Ci sarebbe poi un’altra questione, anch’essa da non sottovalutare, che concerne la sostituzione delle batterie ad alta tensione, che per per le plug-in può risultare molto più complessa e costosa, per non parlare della difficile reperibilità di batteria usate e dei rischi connessi. A questo proposito leggi l’incredibile caso di una Volvo V60 Plug-in con oltre 520.000 km bloccata in officina perché la sostituzione della batteria HV con una nuova costerebbe 44 mila euro, esclusa l’installazione!

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