Guida autonoma: più incidenti per distrazioni se le Case non fanno nulla La guida autonoma di livello 2+ “impara” a gestire anche le situazioni più critiche: le nuove telecamere allargano il campo visivo su oggetti e persone in strada

Guida autonoma: più incidenti per distrazioni se le Case non fanno nulla

I sistemi di guida autonoma vanno modificati, l’IIHS richiama le Case auto: i conducenti sono troppo esposti al rischio di incidenti per distrazioni al volante

19 Marzo 2020 - 02:03

L’eccessiva dipendenza dalla guida autonoma può essere seriamente pericolosa: l’allarme arriva ancora una volta da una delle principali istituzioni per la sicurezza stradale. L’IIHS spiega perché potrebbero esserci più incidenti per distrazioni se le Case auto non fanno nulla. Ecco cosa dovete sapere se guidate (o lo farete) un’auto con guida semiautonoma di livello 2+ o superiore.

FIDUCIA MALRIPOSTA NELLA GUIDA SEMIAUTONOMA  

L’Insurance Institute for Highway Safety ha definito delle linee guida affinché le Case auto prendano in seria considerazione il rischio di incidenti per distrazione da guida autonoma. Il problema più grande – secondo l’IIHS – è che nessun sistema di assistenza alla guida avanzato rispetta tutti i criteri che impedirebbero al conducente di distrarsi troppo. Il principio cardine spiega che se la tecnologia è in grado di fare qualcosa, non significa che il guidatore deve sottrarsi totalmente dal controllo dell’auto. Eppure è così, spiega l’IIHS, visto che tra i sistemi di mantenimento della corsia o di cambio della corsia il conducente può in modi diversi distrarsi mentre guida. “Sfortunatamente, più l’automazione diventa sofisticata e affidabile, più è difficile per i conducenti rimanere concentrati su ciò che il veicolo sta facendo“, afferma David Harkey, presidente IIHS. “Ecco perché i sistemi dovrebbero essere progettati per mantenere i conducenti attivamente coinvolti”.

I SISTEMI DI GUIDA AUTONOMA SI FIDANO DELLA RAGIONEVOLEZZA UMANA

La maggior parte dei sistemi di assistenza alla guida utilizza solo la presenza delle mani del guidatore sul volante per monitorare è attento. Mentre non ci sono abbastanza controlli su dove sta guardando il guidatore e modalità di richiamo dell’attenzione efficaci. E’ il caso del cambio di corsia automatico disponibile su BMW Active Driver Assistant Plus, Mercedes e Tesla Autopilot che permette di cambiare corsia o fare un sorpasso solo azionando la leva della freccia. Secondo l’IIHS, questa operazione, come raccomandano anche le Case, va fatta solo dopo aver verificato che non sopraggiunge nessuno accanto. Tuttavia IIHS teme che l’eccessiva fiducia e la scarsa comprensione della tecnologia, porti i conducenti a utilizzare i sistemi con poca attenzione. Ad esempio azionare la leva senza neppure voltarsi a guardare, sperando che siano i radar dell’auto a intervenire in caso di emergenza (che magari non ci sono o non ne sono in grado).

COSA MANCA AI SISTEMI DI ASSISTENZA ALLA GUIDA

Più in generale, i sistemi di assistenza alla guida per il mantenimento della corsia di marcia dovrebbero essere progettati per condividere il controllo con il conducente, spiega l’IIHS.  Tuttavia “i conducenti si sentono più a loro agio con i sistemi che non contrastano con i loro input, specialmente durante la guida in curva e altre manovre impegnative“, afferma Harkey. Quando il sistema di monitoraggio del conducente rileva che lo sguardo del conducente si è spostato, ciò dovrebbe innescare una serie di promemoria di attenzione crescente (immagine sopra). Ad oggi però il sistema di monitoraggio dell’attenzione più sofisticato sembra essere quello del Super Cruise di Cadillac: una telecamera controlla lo sguardo del conducente e il GPS limita l’utilizzo della guida semi autonoma. “Ma Super Cruise non richiede affatto che le mani del guidatore rimangano sul volante” dice l’IIHS.

I LIMITI DELLA GUIDA AUTONOMA CHE LE CASE DOVRANNO AFFRONTARE

“Questi sistemi sono incredibili talenti dell’ingegneria”, afferma Alexandra Mueller, ricercatrice IIHS e coautrice delle raccomandazioni IIHS. “Ma soffrono tutti dello stesso problema: non sono abbastanza per il comportamento dell’essere umano al volante.”

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