E' una pratica molto diffusa quella di accelerare prima di spegnere il motore. Facciamo chiarezza su benefici e rischi del colpo di gas
Fra le abitudini praticate e tramandate tra gli automobilisti vi è senz’altro accelerare prima di spegnere il motore. Chi scrive ha chiesto ogni tanto agli autori di tale procedura lo scopo della manovra ricevendo svariate risposte. Alcuni sono convinti che così facendo “spurgano” il motore senza però sapere da cosa lo spurgano. Altri invece sono convinti che la sgasata in folle prima di spegnere la macchina serva a pulire le candele. Altri ancora ad eliminare la benzina residua nelle tubazioni o nel carburatore (per le auto che ne sono dotate). Ma non mancano gli automobilisti che, pur ammettendo di non conoscere lo scopo della procedura, la effettuano ugualmente poiché consigliata da altri. In ogni caso l’obiettivo finale comune, anche se ignorato, sarebbe quello di facilitare il successivo avviamento del motore, ma questa abitudine nei motori più recenti non serve e adesso vi spieghiamo perché è anche dannosa.
Articolo pubblicato da Bruno Pellegrini il 6 novembre 2017 e aggiornato il 26 gennaio 2021
ACCELERARE PRIMA DI SPEGNERE LA MACCHINA: PERCHE’ E’ INUTILE
Diciamo subito, per sfatare ogni credenza, che accelerare prima di spegnere sulle auto a benzina moderne (ma anche su quelle di una ventina di anni fa) risulta del tutto inutile. E’ addirittura dannoso sui moderni motori turbo-compressi diesel o benzina. In questa situazione l’alberino della girante del turbo (scopri qui come funziona l’impianto di scarico delle auto moderne), a causa della sua notevole inerzia, e i relativi cuscinetti si troverebbero subito senza lubrificazione dopo lo spegnimento del motore. Il colpo di acceleratore prima di spegnere il motore ha origini lontane, quando sulle utilitarie non esisteva la pompa della benzina e l’alimentazione avveniva per gravità.
UN COLPO DI GAS PRIMA DI SPEGNERE E UNO AL PORTAFOGLIO
In passato, sui motori a carburatori, il titolo della miscela aria-benzina era molto più ricco dell’attuale (Sai come si ottiene potenza dalla miscela? Approfondisci qui). Lo scopo era ottenere le migliori prestazioni e un ottimale raffreddamento delle valvole, visto che non esisteva alcun limite di legge né alcun controllo sulle emissioni. Quindi, in certi casi, un prolungato funzionamento al minimo o ai bassi regimi poteva causare un indesiderato principio d’imbrattamento delle candele con relative mancate accensioni. Era complice anche l’eventuale presenza di olio in camera di combustione (nei 2 tempi alimentati a miscela benzina-olio era la norma). La sgasata finale doveva “ripulire” le candele e assicurare un successivo rapido avviamento (a motore ancora caldo), favorito anche da un po’ di benzina incombusta in camera di combustione. Ma questa procedura era perfettamente inutile dopo aver percorso lunghi tratti autostradali e se la messa a punto del motore era corretta.
DARE GAS PRIMA DI SPEGNERE IL MOTORE
Per la verità, anche su alcune auto moderne a benzina, specie se di notevole cilindrata, dotate ovviamente di motore ad iniezione elettronica multipoint, può accadere che le candele si bagnino di benzina rendendo difficoltoso o impossibile l’avviamento successivo. Ciò si verifica talvolta avviando a freddo il motore (quindi funzionamento al minimo accelerato con miscela molto ricca) per poi spegnerlo subito dopo. La classica manovra che si compie in un garage pubblico per spostare una vettura di pochi metri. In questi casi è opportuno non insistere con il motorino di avviamento altrimenti la miscela incombusta potrebbe danneggiare il catalizzatore. Può essere utile quindi smontare le candele, pulirle o sostituirle. A proposito di candele, giova sottolineare che la loro durata media sia notevolmente aumentata, passando dai circa 10 mila km degli anni ’70 agli attuali 50-90 mila km, grazie ai progressi tecnologici delle candele, dei sistemi di accensione ed ai migliorati processi di combustione.