Bus Surfing: la nuova terribile challenge contro la sicurezza stradale

Bus Surfing: la nuova terribile challenge contro la sicurezza stradale

Dalle strisce pedonali al Bus Surfing: un nuovo affronto alla sicurezza stradale saltando sul retro dei mezzi in movimento

24 Febbraio 2023 - 08:58

Dal 2008 al 2021 sono più di 300 le persone morte mentre si scattavano foto in situazioni di pericolo. Più di un decesso ogni 12 giorni nel mondo per i ‘Killfie’. Tra le cause più diffuse, le cadute da luoghi elevati (cascate, tetti) sono di gran lunga le più frequenti (216 casi), seguite dagli incidenti stradali (123) e l’annegamento (66). Di vere e proprie follie in questi anni, specie da parte dei giovani, ne abbiamo sentite raccontare tante. Dagli scatti sui binari del treno poco prima del passaggio dei convogli, ai selfie sospesi in bilico, al più recente fenomeno del Bus SurfingUn fenomeno cresciuto esponenzialmente di pari passo con i social network e che ha spinto i ragazzi ad alzare sempre di più l’asticella: la ricerca del brivido, l’adrenalina di rischiare la vita. Il tutto, spesso, per un pugno di like in più. Ma a quale prezzo?

MODA SOCIAL: IL FENOMENO DEL BUS SURFING

Negli ultimi giorni diverse sono state le segnalazioni di ragazzi aggrappati al retro degli autobus o dei pullman in movimento mentre gli amici filmano da un auto o dalla strada. La nuova challenge si chiama Bus Surfing. La sfida consiste proprio nel saltare sul retro di un mezzo pubblico in movimento e restare attaccati in piedi sul paraurti posteriore per più tempo possibile senza che il conducente se ne renda conto. Il tutto filmato da amici o semplici passanti che poi pubblicano queste “mirabolanti imprese” sui social sfidando gli altri utenti. Il fenomeno si è diffuso per la prima volta nelle grandi capitale europee con video che arrivavano da Londra e Berlino. In Italia le prime testimonianze risalgono al 2020 con una serie di filmati realizzati a Milano, e proprio quando il fenomeno sembrava risolto, eccolo tornare in proporzioni maggiori. In Trentino era scattato invece l’allarme per il “train surfing” dopo che due writers si erano aggrappati all’ultima carrozza di un convoglio nella tratta da Bolzano a Merano mentre un drone testimoniava il loro gesto.

LE CHALLENGE SU STRADA: UN AFFRONTO ALLA SICUREZZA DI TUTTI

Oltre l’altissimo rischio per la salute della persona che compie il gesto, da tenere in considerazione sono anche le ripercussioni per l’autista del pullman o i guidatori delle vetture che lo seguono. Proprio i conducenti sono i primi a protestare contro questo fenomeno. Non bastano però le molteplici segnalazioni. Servono maggiori controlli e sanzioni per disincentivare il fenomeno. Ma servono soprattutto cultura e campagne informative. Spesso, infatti, si sottostima il pericolo: i bus, che sono di grandi dimensioni, viaggiano nel traffico, sono soggetti a frenate e accelerazioni, possono transitare su strada con buche, possono essere soggetti a incidente. La caduta è possibile e può essere fatale. Far prendere consapevolezza delle conseguenze delle loro azioni è quindi un tassello fondamentale per la sicurezza stradale. Ma serve la collaborazione di tutti: segnalare, denunciare condotte di questo tipo, invece di riprenderle per postarle sui social.

BRIVIDO E RISCHIO: DUE NEMICI DELLA SICUREZZA STRADALE

Il fenomeno dei ‘Killfie’ vede comportamenti imprudenti messi in atto soprattutto dai Sensation Seekers. Vengono definiti tali coloro che sono costantemente alla ricerca di sensazioni nuove, di eccitamento, di emozioni forti che li facciano sentire vivi. L’importante è non annoiarsi, vincere la staticità, sentirsi sempre attivi. Vi è un’unica certezza: la sicurezza di farcela sempre, in una sorta di “ottimismo irrealistico”. Questa tendenza risulta essere più spiccata nel sesso maschile e raggiunge la sua massima espressione nel periodo giovanile per poi diminuire progressivamente all’aumentare dell’età. La spettacolarizzazione esasperata dei comportamenti negativi c’è sempre stata, ma adesso si è più motivati a metterla in atto. È una sorta di paradosso: metterlo sui social significa che il riconoscimento pubblico conta più dell’esperienza. Questi fenomeni vanno combattuti anche ricreando un rapporto sano ed equilibrato con la tecnologia e con sé stessi. Sapersi allontanare dai propri devices quando si è all’interno del sistema strada è prima di tutto una dimostrazione di amore per sé, oltre che una delle basi della sicurezza stradale.

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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