La Cina serra il controllo sulla produzione di batterie al litio per EV con la regolamentazione delle esportazioni di grafite
L’industria automobilistica potrebbe presto o tardi pagare le conseguenze degli screzi tra USA e Cina, che i rispettivi governi inquadrano come misure politiche di tutela economica. L’esclusione dei Costruttori cinesi dagli incentivi USA ha creato di riflesso una reazione che potrebbe avere effetti ad ampio spettro. Secondo le indiscrezioni che provengono dai media asiatici, la Cina sta pianificando di ridimensionare, fino allo stop delle esportazioni di grafite, indispensabile per la produzione degli anodi delle batterie agli ioni di litio. Ma non è tutto, poiché in questo modo la Cina potrebbe dettare le regole del mercato anche fuori dai suoi confini, e più in particolare proprio nei Paesi dove ha indirizzato una montagna di capitali per la produzione locale delle batterie. Un modo per aggirare i blocchi a valle della catena di fornitura, sfruttando la smisurata riserva di minerali di cui ha acquisito il controllo negli ultimi anni.
LA CINA PUNTA A REGOLAMENTARE LE ESPORTAZIONI DI MATERIALI CRITICI
Il governo cinese sta lavorando a un provvedimento sulle esportazioni di grafite, secondo quanto riporta il quotidiano Nikkei. Se approvato si tratterebbe di un nuovo tentativo di rafforzare il controllo sui materiali strategici, come è già accaduto per altre materie prime indispensabili. La grafite svolge un ruolo cruciale nelle batterie per auto elettriche, in particolare negli anodi, poiché contribuisce alla capacità di immagazzinare e rilasciare energia durante i cicli di carica e scarica. Il fatto che la Cina produca attualmente il 65% della grafite mondiale e controlli oltre l’80% del mercato degli anodi per le batterie automobilistiche (secondo i dati dell’US Geological Survey), lascia spazio a poche interpretazioni: i produttori di celle e i costruttori di veicoli continueranno ad essere legati alla Cina, anche avviando impianti locali di produzione.
IMPATTO SUL MERCATO EUROPEO E INDAGINE DELL’UE SUI PRODUTTORI CINESI
Parallelamente alle restrizioni, i produttori cinesi stanno investendo in maniera significativa nell’espansione della loro presenza globale. La costruzione di fabbriche di anodi in Finlandia e di impianti svedesi per l’assemblaggio rappresenta un chiaro tentativo di consolidare la leadership cinese nella produzione di batterie EV all’interno dell’UE. L’Unione Europea ha reagito avviando un’indagine antisovvenzioni sui veicoli elettrici cinesi. L’obiettivo è valutare se i sussidi cinesi danneggino l’industria automobilistica europea. Le restrizioni che sta elaborando la Cina potrebbero avere l’effetto di influenzare negativamente l’indagine UE.
L’INFLUENZA DI CATL E IL RUOLO GLOBALE DELLE BATTERIE CINESI
Uno degli esempi più concreti e attuali è China Contemporary Amperex Technology Co. Ltd., più nota con l’acronimo CATL, in testa alla classifica dei maggiori produttori di batterie per auto elettriche. Ebbene proprio CATL ha inaugurato uno stabilimento in Germania a dicembre 2022 con un investimento di 1,8 miliardi di euro e un altro in Ungheria ad agosto 2022 con un investimento di 7,4 miliardi di euro. Oltre a svariati Brand di auto cinesi, CATL ha già stretto accordi di fornitura o collaborazione anche con molti costruttori OEM e Aziende nel mondo, tra cui Honda, Mercedes-Benz, Daimler, Stellantis, Daihatsu, Vinfast, BMW, Bosch, Ford, ZF, Fisker, Volkswagen, Volvo, BASF (per riciclo e smaltimento delle batterie al litio esauste), etc.
Il fatto che la Cina abbia un vantaggio in tutti i settori strategici del mercato globale delle batterie e delle auto elettriche solleva interrogativi sulla sicurezza della catena di approvvigionamento globale. Lo shortage dei chip ha insegnato l’importanza della diversificazione, ma quella delle batterie al litio è una strategia a cui la Cina lavora da molto tempo.
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