Viaggi in auto e Coronavirus: quanti finestrini bisogna aprire? Finestrini aperti e clima spento o il contrario? Ecco uno studio USA che spiega le soluzioni più efficaci per ridurre il contagio tra i passeggeri in auto

Viaggi in auto e Coronavirus: quanti finestrini bisogna aprire?

Finestrini aperti e clima spento o il contrario? Ecco uno studio USA che spiega le soluzioni più efficaci per ridurre il contagio tra i passeggeri in auto

7 Dicembre 2020 - 12:12

L’emergenza Coronavirus ha indubbiamente riacceso l’attenzione su molti aspetti prima sottovalutati, come igienizzare l’auto dentro e fuori e fare manutenzione al climatizzatore. Ma quando si viaggia con un’altra persona in auto, nel rispetto delle regole sui viaggi in auto, è meglio tenere i finestrini aperti o accendere il climatizzatore e chiudersi in auto? Uno studio della Brown University dà una risposta tutt’altro che scontata.

VIAGGI IN AUTO E CORONAVIRUS

Nei luoghi di lavoro è ormai diffusa la parola d’ordine “aerare” per ridurre il rischio di contrarre il Coronavirus e limitare l’uso del climatizzatore, a meno di igienizzarlo con frequenza. Durante l’estate spalancare i finestrini dell’auto è stato quasi spontaneo, ma con l’abbassamento delle temperature, come bisogna comportarsi? L’idea comune è che se in auto c’è un’altra persona (non convivente) basti il filtro Hepa del climatizzatore a tenere a bada la possibilità che il virus possa restare in sospensione nell’abitacolo. I ricercatori della Brown University però hanno voluto simulare qual è il modo migliore per tenere lontano dall’abitacolo il Coronavirus: finestrini aperti e clima spento o finestrini chiusi e ricircolo?

Papà e figlio viaggiano in auto

FINESTRINI APERTI O CHIUSI IN AUTO?

L’indagine si è basata su simulazioni virtuali del sistema di ventilazione di un’utilitaria per studiare gli effetti di varie combinazioni finestrini-ventilazione sul flusso d’aria. La premessa dei ricercatori è scientifica: l’indagine ha il solo scopo di capire come azioni semplici possano aumentare o ridurre il rischio di contagio viaggiando in auto con altre persone. I ricercatori hanno simulato il flusso d’aria intorno e all’interno di un’auto che si muove a 50 miglia all’ora prendendo come modello la Toyota Prius. Il passeggero è stato posizionato sul sedile posteriore diametralmente opposto al conducente per massimizzare la distanza. I ricercatori hanno spiegato anche che la regolazione del flusso d’aria non sostituisce l’uso della mascherina da parte di entrambi gli occupanti dell’auto.

Infografica studio finestrini aperti e coronavirus

https://www.brown.edu/news/2020-12-04/airflow

LA SOLUZIONE A INCROCIO PIU’ EFFICACE CONTRO IL CORONAVIRUS

Lo scenario peggiore secondo gli scienziati è viaggiare in auto con finestrini chiusi e climatizzatore acceso, poiché si annulla l’effetto del ricambio d’aria. In media, nelle varie simulazioni il guidatore era leggermente più a rischio del passeggero poiché il flusso d’aria medio va da dietro a davanti. Qualsiasi configurazione di finestrini aperti è sempre migliore di tenerli chiusi, ma l’azione più spontanea, di aprire il finestrino dal lato del passeggero non è la migliore. I ricercatori affermano che nell’ipotesi in cui il passeggero sia al lato opposto del guidatore, è più utile ridurre il rischio di contagio incrociato. E’ quindi consigliabile aprire il finestrino di fronte al passeggero posteriore e dietro al conducente. In questo modo il flusso di aria si muove come nell’immagine sopra. Attraversando diametralmente l’abitacolo si limita la trasmissione di particelle tra i due occupanti.

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