Taglio accise: gli svizzeri fanno il pieno in Italia Conseguenze del taglio delle accise: gli svizzeri

Taglio accise: gli svizzeri fanno il pieno in Italia

Conseguenze del taglio delle accise: gli svizzeri, specie quelli che vivono nelle zone di confine, vengono a fare il pieno in Italia perché il carburante costa meno

4 Maggio 2022 - 02:05

Le dinamiche del caro-carburante hanno invertito i ruoli nelle zone del confine italo-svizzero: un tempo erano gli automobilisti italiani che andavano a fare il pieno in Svizzera (oppure nella zona franca di Livigno) per usufruire delle tariffe in vigore sul territorio elvetico, di solito più convenienti. Invece da qualche settimana sono gli abitanti dei cantoni confinanti con l’Italia, in particolare Ticino e Grigioni, a varcare la dogana per fare benzina nel nostro Paese. Questo perché con il taglio delle accise deciso dal Governo Draghi, il prezzo italiano di benzina, diesel, GPL e adesso anche del metano, è clamorosamente diventato più basso di quello svizzero.

GLI SVIZZERI FANNO BENZINA IN ITALIA

I distributori di carburante della zona di Luino (Varese), a pochi km dal confine con il Canton Ticino, dicono di non aver mai visto nulla del genere in tanti anni di attività. Una lunga fila di macchine che dalla vicina Svizzera giunge ogni giorno in Italia per effettuare il rifornimento a prezzi più vantaggiosi, al punto da prosciugargli in anticipo le scorte di carburante. Lo chiamano, un po’ sarcasticamente, ‘turismo del combustibile’. Ovviamente ogni situazione ha il suo rovescio della medaglia e se i benzinai italiani vicini al confine svizzero sorridono, quelli dall’altra parte lamentano serie difficoltà. Un’indagine del Corriere del Ticino ha stimato infatti che la vendita di benzina e gasolio nelle stazioni di servizio tra Lugano e Chiasso è crollata fino al 90%. E pensare che il settore si era da poco ripreso dopo gli effetti nefasti della pandemia.

TAGLIO ACCISE: IN ITALIA SI SPENDE MENO DI CARBURANTE

Ma la differenza di prezzo tra Italia e Svizzera è davvero così evidente? I numeri sono chiari. Da noi, grazie alle misure del Governo italiano, per una volta piuttosto tempestive tanto da sorprendere gli stessi svizzeri, il prezzo del carburante è tornato a livelli accettabili dopo i rincari record di febbraio/marzo. La rilevazione del MISE sui prezzi medi settimanali dei carburanti per autotrazione ha calcolato che nella settimana dal 25 aprile a 1° maggio 2022 in Italia si sono pagati:

1,778 euro per 1 litro di benzina;

1,791 euro per 1 litro di gasolio;

0,844 euro per 1 litro di GPL.

In Svizzera invece, dove non ci sono stati né taglio delle accise né altri provvedimenti per ridurre i rincari, l’ultimo aggiornamento di Global Petrol Prices datato 2 maggio 2022 riporta come prezzi medi:

1,879 euro per 1 litro di benzina;

2,083 euro per 1 litro di gasolio;

1,119 euro per 1 litro di GPL.

Come si può notare la forbice tra prezzi italiani e prezzi svizzeri, specie considerando la benzina, si è un po’ ridotta nell’ultima settimana (a metà aprile c’era invece un disavanzo di circa 30 centesimi a favore dell’Italia). Resta invece parecchia differenza su diesel e GPL.

Taglio accise Svizzera

TAGLIO ACCISE IN ITALIA: SVIZZERI PREOCCUPATI PER LE PROSSIME SETTIMANE

Nei cantoni svizzeri limitrofi all’Italia sono comunque parecchio preoccupati, anche perché la proroga del taglio delle accise fino all’8 luglio 2022, insieme alla novità della riduzione dal 22% al 5% dell’IVA sul metano auto, terrà basse le tariffe italiane ancora per qualche settimana, rischiando di alimentare maggiormente l’andirivieni di veicoli rossocrociati in direzione delle pompe di casa nostra, con la conseguenza di svuotare quelle elvetiche. Dalle parti del Canton Ticino vorrebbero un intervento del Consiglio Federale, come del resto hanno fatto ben 14 dei 27 Stati membri dell’UE, ma da Berna non ci sentono. Un po’ perché il problema è poco sentito a livello nazionale, essendo circoscritto alle zone di confine. E un po’ perché i margini di manovra a livello economico sono ridotti e si preferisce usare i fondi per altri scopi.

L’Italia che diventa modello per la Svizzera però ci disorienta, e non poco. Ma ci piace…

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