Mobilità green: in Italia farà nascere 135 nuove professioni Sviluppo della mobilità green: in Italia farà nascere 135 nuove professioni che andranno a colmare i posti di lavoro persi a causa della transizione ecologica

Mobilità green: in Italia farà nascere 135 nuove professioni

Sviluppo della mobilità green: in Italia farà nascere 135 nuove professioni che andranno a colmare i posti di lavoro persi a causa della transizione ecologica

7 Giugno 2022 - 12:06

La nuova mobilità green, che prevede tra le altre cose la transizione dai motori termici a quelli elettrici e scelte di spostamento più sostenibili, rivoluzionerà il mondo dei trasporti (in parte lo sta già facendo) con conseguenze imprevedibili per milioni di persone, in Italia e non solo: se è vero infatti che questa ‘trasformazione’ rischia di far saltare tanti posti di lavoro nel comparto automobilistico, allo stesso tempo offre la possibilità di crearne altrettanti o persino di più, a condizione di saper cavalcare il cambiamento.

MOBILITÀ GREEN: IN ITALIA 1,6 MILIONI DI POSTI DI LAVORO A RISCHIO

È quanto ha rilevato il rapporto “Le professioni per una rivoluzione buona della mobilità” realizzato da Randstad Research, il centro di ricerca sul futuro del lavoro promosso da Randstad, che ha tracciato le prospettive della rivoluzione green legata alla mobilità in Italia. Oggi nel nostro Paese si contano 1,6 milioni di persone che lavorano direttamente nella produzione e manutenzione del settore automotive, tra 635 mila meccanici e specialisti di fabbriche e officine di riparazione (principalmente su motori tradizionali) e 610 mila autisti e conducenti dei sistemi di trasporto, a cui si aggiungono non meno di 400 mila lavoratori coinvolti nella pianificazione e gestione della mobilità nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni. Senza contare i tanti operai, impiegati, quadri e dirigenti.

MOBILITÀ GREEN GRANDE OCCASIONE PER L’ITALIA MA BISOGNA SAPERLA COGLIERE

Indubbiamente la transizione verso la mobilità green mette a rischio questi posti di lavoro, spesso legati a vecchie tecnologie e a modi di spostarsi ormai obsoleti, ma allo stesso tempo offre l’opportunità di crearne milioni di nuovi, in numero anche superiore al passato. Questo cambiamento rappresenta pertanto una grande occasione per la crescita e l’occupazione dell’Italia e non coglierla significherebbe condannare il nostro Paese al declino e alla marginalità. Per riuscirci occorre ovviamente investire nelle infrastrutture fisiche e tecnologiche, nonché guidare la riconversione dell’industria, dei servizi e delle competenze.

Mobilità green in Italia

LE 135 NUOVE PROFESSIONI NECESSARIE PER LO SVILUPPO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE

In relazione alle mutate esigenze della mobilità del futuro, Randstad Research ha individuato complessivamente 135 nuove professioni che porteranno avanti questa rivoluzione, sostituendo quelle non più necessarie. Tra le nuove professioni che si faranno presto largo spiccano:

– pianificatori di mobilità urbana sostenibile;

– change manager per la transizione ai nuovi sistemi;

– esperti di trasformazioni digitali critiche;

– specialisti di sensoristica;

– gestori di fabbriche dell’economia circolare;

– gestori di MaaS (Mobility as a Service);

– esperti di telediagnostica;

– sviluppatori di simulatori digitali per l’automotive.

Come si vede sono profili molto diversi, che spaziano da manager del mondo pubblico privato e della ricerca a ingegneri, tecnici, operai, artigiani, informatici, mobility manager, chimici, economisti e filosofi, che dovranno cimentarsi in professioni del tutto nuove.

MOBILITÀ GREEN: LA NUOVA FIGURA PROFESSIONALE DELL’INTEGRATORE

Naturalmente nulla si improvvisa e per creare queste nuove professionalità servirà tanta formazione, ma anche il riconoscimento di ruoli e funzionalità mai visti prima. Randstad punta ad esempio l’attenzione sui profili degli ‘integratori’, ossia quei soggetti che nei diversi contesti raccorderanno programmazione, progettazione e realizzazione della trasformazione della mobilità. Quella dell’integratore è probabilmente una figura chiave per aprire la porta alla mobilità sostenibile e andare oltre i limiti del mobility manager di oggi, un nuovo profilo con competenze di integrazione dei dati e altre complementari, che deve avere un ruolo dedicato nelle organizzazioni. Non basta che sia previsto in organico ma dev’essere in grado di realizzare obiettivi di supporto alla dirigenza aziendale, ed essere dotato dei mezzi e del tempo necessari per realizzare i compiti di cui è investito.

I PERCORSI DI FORMAZIONE IN ITALIA PER CREARE LE NUOVE PROFESSIONALITÀ

Per quanto riguarda invece l’offerta dei necessari percorsi di formazione terziaria disponibili in Italia per affrontare e gestire la nuova mobilità, oggi si contano 19 corsi di lauree triennali nell’area ‘scienze della pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica e ambientale’, 13 lauree magistrali di ‘pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale’, 4 lauree professionalizzanti nei percorsi di Ingegneria Edile e Ambientale, 8 ITS della mobilità sostenibile. Dall’analisi emerge come le materie abilitanti siano presenti in misura diversa ma significativa in tutti i percorsi. Tuttavia i percorsi di laurea triennali, magistrali e professionalizzanti appaiono distanti dalle richieste attuali del mercato del lavoro, con una carenza generale di formazione relativa alla sostenibilità e al digitale. Ed è qui che si dovrà investire maggiormente. Le academy aziendali, invece, sono più allineate al fabbisogno delle aziende.

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