Euro 7: rinvio di trenta mesi e limiti meno rigidi, ok dal Consiglio UE

Euro 7: rinvio di trenta mesi e limiti meno rigidi, ok dal Consiglio UE

Novità su Euro 7: rinvio di trenta mesi e limiti meno rigidi, ok dal Consiglio UE alle proposte per rendere meno rigido il nuovo standard

25 Settembre 2023 - 15:35

Chiamato ad adottare il suo orientamento generale circa le proposte avanzate dalla Commissione europea sulla normativa Euro 7, il Consiglio UE ha approvato una serie di modifiche che rendono i requisiti e le disposizioni del nuovo standard assai meno stringenti rispetto al testo originario, andando incontro alle richieste della filiera automobilistica. Le maggiori novità riguardano l’estensione a trenta mesi dei termini di applicabilità delle nuove norme e il mantenimento, per le auto e i furgoni, delle regole previste dall’attuale normativa Euro 6. Ovviamente la partita non è ancora chiusa, ma l’orientamento del Consiglio UE mostra la volontà di guardare alla transizione ecologica con un approccio più pragmatico.

EURO 7: LE NORME PROPOSTE DALLA COMMISSIONE EUROPEA

Ricordiamo che le proposte della Commissione europea per lo standard Euro 7 sui limiti delle emissioni, pubblicate a novembre 2022, prevedono le medesime regole per tutti i veicoli a motore, ovvero automobili, furgoni, autobus e autocarri, e indipendentemente dal tipo di alimentazione. Inoltre non interessano non solo i motori ma pure componenti quali freni e pneumatici, e quindi riguardano anche le auto 100% elettriche. Qui maggiori dettagli.

EURO 7: LE MODIFICHE AL REGOLAMENTO APPROVATE DAL CONSIGLIO UE

Le modifiche approvate dal Consiglio UE non vanno a cambiare questo impianto ma prevedono regole meno rigide e più realistiche, allo scopo di non penalizzare i produttori di veicoli che sono già impegnati nel difficile e delicato passaggio verso l’elettrico.

Ecco le principali proposte del Consiglio UE per il nuovo standard Euro 7.

  • sui limiti alle emissioni e sulle condizioni di prova, si propone di mantenere per le auto private e i furgoni (veicoli M1 e N1) le regole previste dall’attuale normativa Euro 6;
  • per i veicoli M2 e M3 (autobus e pullman) e per quelli N2 e N3 (veicoli commerciali pesanti), i limiti di emissione sono inferiori e le condizioni di prova sono solo leggermente adattate rispetto alla norma Euro 6/VI;
  • si propone di allineare i limiti di emissione delle particelle dei freni e del tasso di abrasione dei pneumatici agli standard internazionali adottati dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite;
  • allo stesso tempo si interviene sull’obbligo di installazione di un sistema di monitoraggio delle emissioni a bordo, chiedendo una miglior definizione dello stesso sistema e delle sue funzionalità, senza che ciò vada a impattare sulla sicurezza stradale;
  • si suggerisce di tenere conto dell’obiettivo zero emissioni di CO2 per il 2030 recentemente proposto per gli autobus urbani;
  • si stabiliscono scadenze chiare per l’adozione degli atti di esecuzione (da parte della Commissione) al fine di fornire agli operatori economici chiarezza e certezza giuridica. In particolare, gli atti devono essere adottati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento Euro 7 (1 luglio 2025 per auto e furgoni, 1 luglio 2027 per mezzi pesanti). Il testo indica anche in 30 (e non più 24) i mesi intercorrenti tra l’entrata in vigore e la data di applicazione del nuovo standard.

NOVITÀ EURO 7: MINISTRO URSO SODDISFATTO PER LE MODIFICHE

Il fronte della responsabilità sul regolamento Euro 7 è riuscito in quello che molti ritenevano impossibile”, ha dichiarato un euforico ministro Urso, titolare delle Imprese e del Made in Italy, commentando le modifiche del Consiglio UE. “Il testo approvato risulta profondamente migliorato rispetto alla proposta iniziale della Commissione, e risponde a una visione finalmente concreta, realistica e pragmatica più volte reclamata dall’Italia. Prevale finalmente la ragione sulla ideologia. Il nuovo testo rispecchia nella sostanza le richiesta del ’fronte della responsabilità’, coordinato dalla Repubblica Ceca insieme a Italia e Francia, che nel merito ha raggiunto una larga e inedita maggioranza in Consiglio”.

In effetti non hanno votato a favore solamente Germania, Austria e Lussemburgo, mentre Danimarca e Paesi Bassi si sono astenuti.

E adesso che succede? L’orientamento generale concordato dal Consiglio UE ne formalizza la posizione negoziale e conferisce alla sua presidenza un mandato per i negoziati con il Parlamento europeo, che avranno inizio non appena il Parlamento stesso avrà adottato la sua posizione in merito al regolamento Euro 7.

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