Accise sui carburanti in Italia 2024: quali sono e cosa finanziano

Accise sui carburanti in Italia 2024: quali sono e cosa finanziano

Tanti le detestano ma nessuno riesce a cancellarle: le accise sui carburanti in Italia, quali sono, cosa finanziano e quanto pesano sul prezzo alla pompa nel 2024

8 Gennaio 2024 - 16:10

Dopo il bollo auto un altro balzello che gli automobilisti italiani non sopportano per niente ed eliminerebbero anche… ieri, specie da quando i prezzi di benzina, diesel e non solo sono aumentati, è l’accisa sui carburanti per l’autotrazione. Un’imposta che tanti politici vorrebbero cancellare o quanto meno ridurre, ma che resiste da decenni a tutto e a tutti perché garantisce un gettito fondamentale per le casse dello Stato. E che nel corso del tempo è stata persino resa ‘strutturale’, quindi non legata a particolari eventi o circostanze. Vediamo perciò di saperne di più circa le accise sui carburanti in Italia, in particolare quali sono e cosa finanziano.

Aggiornamento dell’8 gennaio 2024 con le aliquote di imposta vigenti nel settore delle accise sui prodotti energetici.

CHE COS’È L’ACCISA SUI CARBURANTI?

L’accisa è una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. La più diffusa è quella sul prezzo dei carburanti, presente a vari livelli in quasi tutto il mondo e in particolare nei Paesi non produttori. In Italia le accise sui carburanti (benzina, diesel e gpl, mentre quella sul metano è irrilevante) sono state introdotte gradualmente fin dagli anni ‘30 del secolo scorso per fronteggiare economicamente improvvise emergenze dovute per lo più a disastri naturali ed eventi militari. Oggi se ne contano ben 19 di accise sui carburanti in Italia, ma in realtà questo conteggio non ha più molto senso perché nel 1995, quindi quasi trent’anni fa, le varie accise sono state inglobate in un’unica imposta indifferenziata che finanzia il bilancio statale nel suo complesso (quasi 24 miliardi di euro nel 2021), senza alcun riferimento alle motivazioni originali. E nel 2013 questa misura è diventata pure strutturale.

QUANTO PESA L’ACCISA SUL COSTO FINALE DEI CARBURANTI NEL 2024

Nell’ultima rilevazione del MASE datata 1 gennaio 2024, che si riferisce alla media settimanale dei prezzi dal 25 al 31 gennaio 2023, i prezzi nazionali (€/1.000 litri) della benzina, del gasolio e del gpl per l’autotrazione in modalità self-service sono i seguenti:

  • Benzina: 1.772,05 euro di cui 728,40 (accisa), 319,55 (Iva) e 724,10 (netto);
  • Gasolio auto: 1.730,66 euro di cui 617,40 (accisa), 312,09 (Iva) e 801,17 (netto);
  • Gpl: 726,70 euro di cui 147,27 (accisa), 131,04 (Iva) e 448,39 (netto).

Ne consegue che l’accisa pesa quasi il 40% sul costo finale di benzina e diesel (assai meno sul gpl), e aggiungendoci l’Iva al 22% (calcolata su netto + accisa) il carico sale al 55% circa. Nell’Unione Europea solo l’Olanda e il Regno Unito hanno imposte indirette sui carburanti più alte dell’Italia, ma non solo: il nostro Paese è rispettivamente al decimo (per la benzina) e al nono posto (per i diesel) nella classifica delle nazioni europee dove il pieno risulta più caro (dati GlobalPetrolPrices.com).

Accise sui carburanti in Italia

ACCISE SUI CARBURANTI IN ITALIA: QUALI SONO E COSA FINANZIANO

Per mera curiosità vi riportiamo l’elenco delle 19 accise sui carburanti in Italia introdotte nel corso degli anni. La somma ammonta a circa 0,41 euro (per litro), a cui si deve aggiungere l’imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale dell’accisa a 0,7284 euro/litro per la benzina e 0,6174 euro/litro per il diesel. Ma, come abbiamo spiegato, l’elenco delle varie accise è ormai puramente indicativo, dato che dal 1995 l’imposta sul carburante è definita in modo unitario e il gettito che ne deriva non finanzia le casse statali in specifiche attività ma nel loro complesso, con una sola aliquota che non distingue tra le diverse componenti. Condizione che tra l’altro rende impossibile (o molto difficile) l’ipotesi di abolirne selettivamente alcune, a cominciare dall’ormai ‘mitologica’ accisa per la guerra d’Etiopia che nella realtà non esiste più. Ecco la lista delle 19 accise con le originarie motivazioni (da Wikipedia):

  • Guerra d’Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);
  • Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);
  • Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);
  • la Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);
  • Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro);
  • Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,0114 euro);
  • Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro;
  • Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro;
  • Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro;
  • Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro;
  • Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro;
  • Emergenza alluvione Liguria e Toscana del novembre 2011: 0,0089 euro;
  • Decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel);
  • Emergenza terremoti dell’Emilia del 2012: 0,024 euro;
  • Finanziamento del ‘Bonus gestori’ e riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo: 0,005 euro;
  • Spese del ‘decreto Fare’ del 2014: 0,0024 euro.
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