Accise benzina annullate: la petizione online basterà?

Accise benzina annullate: la petizione online basterà? Italiani strangolati dalle tasse sul carburante insorgono sul web. In circa 110.000 (per ora) aderiscono subito all'iniziativa di un automobilista

Italiani strangolati dalle tasse sul carburante insorgono sul web. In circa 110.000 (per ora) aderiscono subito all'iniziativa di un automobilista

14 Gennaio 2016 - 09:01

Su un pieno di carburante, circa la metà va allo Stato, in accise. Senza contare l'Iva, che è un'imposta sulle tasse. Una situazione unica al mondo, quella italiana, che impedisce anche un ulteriore balzo in avanti delle vendite auto. E che svuota il portafogli degli automobilisti. Per questo, un italiano esausto ha pensato bene di lanciare una petizione online. Più che altro, una provocazione, un modo per sensibilizzare la politica italiana.

PER IL GOVERNO – La petizione è diretta al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e al premier Matteo Renzi, per chiedere l'abolizione delle accise sulla benzina vecchie di oltre 20 anni. A lanciare l'appello sulla piattaforma Change.org è Roberto Beninato, consumatore stanco di pagare la guerra d'Etiopia quando fa il pieno. Perché il guaio è che si tratta di tasse vecchissime, per questione antiche; magari accise che dovevano essere temporanee e che non sono mai state eliminate. Anche per sostenere i costi della politica: le accise si trasformano in denaro contante per lo Stato, che usa quei quattrini anche per pagare i rappresentanti dei cittadini.

HA FATTO BOOM – Ad aderire all'iniziativa, online da due settimane ma esplosa solo negli ultimi giorni, sono stati circa 110.000 sostenitori, ma il numero si alzerà, com'è già lievitato negli scorsi giorni. Sentiamo il promotore: “Mi chiamo Roberto e, come tutti, sono un consumatore. Tra le tante voci che pesano sul bilancio di tutti noi, ancora più in tempo di crisi, ce ne è una che proprio non riesco a capire: quella del prezzo dei carburanti. Un prezzo gonfiato da elevate tassazioni e dalle accise. Per intenderci: ogni volta che facciamo benzina continuiamo, nel 2016, a pagare il finanziamento della guerra d'Etiopia del 1935. Da allora sono passati 80 anni: direi che è giunta l'ora di smettere. Paghiamo la crisi di Suez del '56, il disastro del Vajont, il terremoto in Irpinia di 36 anni fa, la missione in Bosnia. Associazioni di consumatori, persone comuni, politici si sono già battuti nel tempo per l'abolizione di queste obsolete accise. Senza successo”.

DA ABOLIRE – E ancora: “Davvero noi consumatori non possiamo fare nulla e siamo condannati a pagare tasse che risalgono a decenni fa versando soldi che stanno evidentemente foraggiando altro? È tempo di cambiare le cose, anche perché questa situazione rasenta il grottesco. È tempo di cambiare le cose perché, peraltro, risparmieremmo sensibilmente e ne abbiamo diritto: con l'abolizione delle accise più vecchie di 20 anni risparmieremmo € 0,230891 per litro di carburante. In media, più di 11 euro a pieno. Considerando due pieni al mese, sono 264 euro all'anno. Il corrispettivo di un weekend fuori, a esempio, o per fare la spesa per tutta la famiglia. Le accise risalenti a oltre 20 anni fa, ormai obsolete, potrebbero essere abolite: il prezzo dei carburanti – prosegue – scenderebbe favorendo l'economia in generale. Inoltre, le nuove accise introdotte dovrebbero estinguersi entro un termine di legge o fino al raggiungimento di un importo necessario per finanziare il progetto. Insomma cosa aspettiamo? Chiediamo all'Agenzia delle dogane e dei Monopoli, al ministero dell'Economia e al governo tutto di porre finalmente fine a queste tasse inique, vecchie e decisamente ridicole”, chiosa Roberto.

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