Mercato Auto: rischio bolla occupazionale per il settore? In occasione del tavolo Automotive di oggi

Mercato Auto: rischio bolla occupazionale per il settore?

Il mercato auto europeo rischia di dover fare i conti con una bolla occupazionale nel corso dei prossimi anni, anche a causa del passaggio all'elettrico

28 Ottobre 2022 - 05:10

Il futuro del mercato auto è caratterizzato da diverse incertezze. Il programma di elettrificazione del mondo delle quattro ruote è iniziato e l’Europa, sulla questione, è già un passo avanti a tutti con l’obiettivo di interrompere la vendita di auto ICE entro il 2035. Il passaggio alle auto elettriche, però, richiede una profonda trasformazione del mondo delle quattro ruote. Le auto a zero emissioni sono completamente differenti rispetto alle auto con motore a combustione. C’è la necessità di creare un’infrastruttura di ricarica capillare ma anche di incrementare la produzione di batterie per soddisfare il fabbisogno di un mercato composto da soli modelli elettrici. Nel lungo periodo, quest’evoluzione del mercato comporta una trasformazione di tutto il mercato auto con possibili conseguenze sull’occupazione. All’orizzonte, nel futuro del mondo delle quattro ruote, potrebbe esserci una bolla occupazionale.

NEL FUTURO DEL MERCATO AUTO C’E UNA QUESTIONE OCCUPAZIONALE

Il mercato auto, con tutta la sua filiera produttiva, garantisce da decenni un gran numero di posti di lavoro in Europa, rappresentano un importante sostegno all’intera economica. Tra gli elementi emersi nel corso dell’evento La Capitale Automobile Consumer, durante il quale si è parlato a 360 gradi del futuro del mercato auto, dalla vendita alla distribuzione di nuove vetture, c’è anche quello della questione occupazionale. Il mondo delle quattro ruote cambia e con l’elettrificazione sempre più diffusa si pongono nuovi interrogativi. Il rischio di una progressiva riduzione dei livelli occupazionali è da mettere in conto, in particolare in Europa dove il settore mostra una tendenza chiara. I volumi produttivi sono in calo, anche per minimizzare i costi e massimizzare i margini, e il rischio di tagli alla forza lavoro è concreto.

UNA BOLLA OCCUPAZIONALE POTREBBE COLPIRE IL SETTORE AUTO EUROPEO IN FUTURO

Negli ultimi anni, il mercato auto europeo è cambiato profondamente. La pandemia, la crisi dei chip e la corsa all’elettrificazione stanno trasformando le dinamiche di un settore che, negli anni, è sempre stato un riferimento dell’economica continentale. La questione di una possibile “bolla occupazionale” per il mercato auto è stata affrontata anche nel corso di La Capitale Automobile Consumer. L’ipotesi in questione poggia su dati noti. Sia le immatricolazioni che la produzione di nuove auto sono in calo in Europa e, in particolare, nei territori dell’UE. Il confronto tra i dati del 2019 e quelli del 2021 è evidente. Entrambi gli indicatori sono in calo del 37%. Nel giro di un paio d’anni, il mercato auto europeo ha registrato, quindi, un tracollo. È lecito chiedersi, numeri alla mano, se anche per i livelli occupazionali del settore automotive potrà arrivare registrarsi un calo di questo tipo e quali sarebbero gli effetti sull’intero tessuto economico dell’UE.

PIU DI 4 MILIONI DI POSTI DI LAVORO A RISCHIO NEL FUTURO DEL MERCATO AUTO UE?

Una riduzione dei posti di lavoro nel settore automotive dell’UE paragonabile al calo fatto registrare dalle immatricolazioni e dalla produzione potrebbe rappresentare un duro colpo per l’Europa. Attualmente, l’automotive genera circa 12,8 milioni di posti di lavoro, considerando l’enorme indotto collegato alla produzione ed alla distribuzione di autovetture ed altri veicoli. Una riduzione di più di un terzo della forza lavoro si tradurrebbe, quindi, in una vera e propria bolla occupazionale. Un taglio di questa entità comporterebbe, infatti, una riduzione di oltre 4 milioni di posti di lavoro. Si tratta di un numero enorme che avrebbe un impatto considerevole sull’intero sistema economico.

UN RISCHIO CONCRETO PER IL MERCATO AUTO IN ITALIA

La possibile drastica riduzione dei posti di lavoro legati al mercato auto in Italia è un rischio concreto. Negli ultimi anni, a tal proposito, diversi studi hanno provato a quantificare i rischi del settore in termini di posti di lavoro che potrebbero sparire in futuro. L’indagine più recente, realizzata da Uilm e Està, mostra numeri molto allarmanti. Secondo i dati raccolti dallo studio, infatti, i posti di lavoro a rischio potrebbe essere tra 110 mila e 120 mila. Alla base di questa riduzione c’è soprattutto la transizione ecologica che comporta una ristrutturazione dell’intero comparto. Secondo i dati dello studio, almeno il 40% degli occupati del settore automotive italiano dovrà fare i conti con il passaggio all’elettrico. Già da tempo, inoltre, il gruppo Stellantis, nato dalla fusione tra FCA e PSA e vero riferimento della produzione auto in Italia, sta lavorando alla riduzione della sua forza lavoro. Già nei primi mesi successivi alla nascita dell’azienda, infatti, sono iniziati ad arrivare i primi accordi con i sindacati per uscite anticipate. Operazioni di questo tipo puntano a ridurre il numero di lavoratori. In genere, infatti, le aziende seguono un meccanismo 3:1 che prevede una nuova assunzione per ogni 3 uscite.

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