Il 38% dei fornitori OE negli USA ha problemi di scorte. L’indagine Deloitte Modern car suspension block prepared for installation in assembling plant workshop closeup. Mechanism of car safe driving. Production plant work

Il 38% dei fornitori OE negli USA ha problemi di scorte. L’indagine Deloitte

L’indagine Deloitte tra i soci MEMA, rivela quali sono le sfide dei fornitori OE negli USA, tra approvvigionamenti a rischio e sostenibilità

16 Novembre 2023 - 12:13

Lo shortage dei semiconduttori ha avuto un impatto significativo sull’industria automobilistica poiché i chip sono fondamentali nelle moderne auto dotate di un crescente numero di centraline elettroniche, ADAS, connettività e powertrain Hybrid/EV. La crisi dei chip non ancora superata ha avuto un maggiore impatto nei Paesi dove l’industria automotive rappresenta una delle maggiori economie – Europa e USA – dove le consegne auto hanno subito forti ritardi.

Quanto questo rischio è ancora temuto dai fornitori OE (Original Equipment)? L’indagine “MEMA OE Automotive Supplier Barometer” realizzata da Deloitte ha sondato il sentiment tra le principali aziende fornitrici di componentistica associate al MEMA, la maggiore associazione degli Stati Uniti che rappresenta i produttori di componenti, parti e accessori per veicoli leggeri e pesanti, fornendo una panoramica su tre temi cardine per il futuro dell’industria automotive OE negli USA: la catena di approvvigionamento, la globalizzazione e la sostenibilità. Ecco cosa preoccupa di più i fornitori OE, i rischi e le maggiori criticità legati alla corsa all’elettrificazione e alla riduzione delle emissioni di CO2 in produzione.

I FORNITORI OE PIU’ GRANDI SONO MENO OTTIMISTI

Il rapporto Deloitte fornisce informazioni sulle tendenze del settore produttivo della componentistica automotive USA, basato sulle risposte degli associati MEMA. La previsione al Q2 2024 riflette preoccupazioni sulla debolezza dell’economia statunitense e stop di produzione dovuti a problemi di approvvigionamento o carenze delle scorte. Dal report emerge un minore ottimismo tra i fornitori con un fatturato superiore a 50 milioni di $. Mentre i fornitori più piccoli, con un fatturato inferiore a 50 milioni di $ sono mediamente ottimisti. Da un lato è diminuito il rating di rischio legato all’incapacità di soddisfare i volumi richiesti dai clienti, a fronte di un moderato aumento di nuovi ordini e produzione rispetto all’anno precedente. Dall’altro i fornitori USA di primo equipaggiamento riferiscono di aver subito un aumento dei costi dell’85% negli ultimi 12 mesi e del 60% nell’ultimo mese.

QUALI SONO LE MAGGIORI OPPORTUNITA’ SECONDO I FORNITORI USA?

Gli associati MEMA riconoscono che c’è una significativa opportunità di consolidamento del business, acquisizione di nuovi clienti e quote di mercato e crescita nel settore elettrico/elettronico per la proliferazione dei veicoli elettrici. Tuttavia, la limitata disponibilità di liquidità per gli investimenti in immobilizzazioni materiali, R&D, ecc. potrebbe ridurre la crescita. “A lungo termine, l’obiettivo è capitalizzare sulla transizione verso i veicoli elettrici, ma nel breve termine c’è una sostanziale incertezza nella transizione. Una cosa simile potrebbe avvenire in Italia secondo i dati dell’Università Ca’Foscari di Venezia. Infatti, il 38% dei fornitori ha riscontrato un aumento della difficoltà all’interno della loro catena di approvvigionamento globale dall’inizio del 2023, rispetto al 51% nel 2022 e al 50% nel 2021.

QUALI TIPI DI DIFFICOLTÀ SONO ATTUALMENTE PIÙ COMUNI TRA I FORNITORI OE

Le principali difficoltà affrontate dai fornitori sono: i costi di materie prime e approvvigionamento (29 aziende), la manodopera (17) e le difficoltà finanziarie (17). Tra il 3-5% dei produttori OE, hanno inserito il 31% dei propri fornitori diretti in una lista di osservazione. Si tratta di fornitori che richiedono un’attenzione particolare da parte dell’azienda a causa di problemi o rischi identificati all’interno della loro catena di approvvigionamento globale. I principali motivi per cui nel 2023 le aziende sono state inserite nelle cosiddette “watch list” sono:

  • performance finanziarie (per il 46% dei fornitori OE);
  • rispetto dei termini e condizioni di consegna (25%);
  • limiti di capacità produttiva (15%).

COMPONENTI E RISCHIO APPROVVIGIONAMENTO

Alle aziende rispondenti è stato chiesto poi di definire il livello di rischio legato all’approvvigionamento di componenti per soddisfare la domanda dei clienti. Il rischio è percepito con una gravità variabile in base alla tipologia di componenti:

  • Componenti elettriche ed elettroniche: 60% rischio alto o moderato – 31% rischio minimo – 9% rischio nullo;
  • Propulsori EV: 50% rischio alto o moderato – 27% rischio minimo – 23% rischio nullo;
  • Chassis: 32% rischio alto o moderato – 44% rischio minimo – 25% rischio nullo;
  • HVAC – Heating, Ventilation and Air Conditioning: 31% rischio alto o moderato – 40% rischio minimo – 29% rischio nullo;
  • Powertrain ICE: 32% rischio alto o moderato – 38% rischio minimo – 29% rischio nullo;
  • Interni: 35% rischio alto o moderato – 35% rischio minimo – 31% rischio nullo;
  • Esterni: 24% rischio alto o moderato – 31% rischio minimo – 44% rischio nullo.

Relativamente al settore della componentistica EV, i fornitori OE sono prevalentemente preoccupati per l’approvvigionamento di materie prime (42 su 87) e batterie agli ioni di litio (15 su 87). Mentre sono solo 3 le aziende preoccupate, rispettivamente, dell’approvvigionamento di anodi, catodi e moduli di controllo del sistema di raffreddamento.

I RISCHI DEI VINCOLI DI ACQUISTO DIRETTO PER I FORNITORI OE

Il rischio legato all’approvvigionamento è dovuto anche a vincoli di acquisto diretto imposti dai clienti dei fornitori OE. Questo vincolo risulta essere numericamente più consistente per il 19% di produttori OE. I maggiori rischi legati a vincoli di approvvigionamento diretto sono stati indicati in:

  • prezzi/controllo dei costi (37 aziende);
  • continuità della fornitura/problemi di consegna (33);
  • supporto OEM (25);
  • responsabilità (21);
  • problemi di comunicazione (15).

NEUTRALITA’ DI CARBONIO: “NON E’ UNA LEVA COMMERCIALE”

L’indagine Deloitte raccoglie anche le opinioni sull’orientamento dei fornitori OE riguardo all’avvio e al potenziamento di programmi di sostenibilità, definendo anche i fattori maggiormente impattanti o limitanti. L’opinione diffusa è che la sostenibilità sia prevalentemente implementata per soddisfare le richieste dei clienti (43%) e iniziative spontanee (38%). Non risultano esserci ancora pressioni significative sui fornitori di primo equipaggiamento, tant’è che i regolamenti governativi USA sono hanno portato a delle iniziative di sostenibilità solo tra il 9% dei fornitori OE. Diventare sostenibile non rappresenta ancora una concreta opportunità di trovare nuovi clienti, che risulta essere minima per il 34% delle aziende o nulla per il 58%. I principali limiti percepiti dai soci MEMA nell’implementazione di programmi di sostenibilità risultano essere:

  • mancanza di risorse (43%);
  • richieste multiple o conflittuali del cliente (38%);
  • costi imprevisti relativi all’adempimento (9%).

Il sondaggio afferma inoltre che i clienti stanno guidando questo cambiamento con poca considerazione dei costi per l’implementazione di requisiti molto stringenti. Inoltre sono state segnalate, l’incertezza sull’impatto che avrebbe la sostenibilità sul carico di lavoro aziendale e le difficoltà di recuperare gli investimenti. È emblematica la quota di aziende con un orizzonte green: solo il 48% ha dichiarato di avere un obiettivo di puntare sulla carbon neutrality, a fronte del 52% che invece non ce l’ha ancora.

Questo articolo fa parte del terzo aftermarket report di SicurAUTO.it Auto Connesse ed Elettriche: le opportunità di oggi e domani. Per leggerlo tutto clicca il banner sotto.

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