L’elettrificazione del parco circolante: impatto su flotte e aftermarket

L’elettrificazione del parco circolante: impatto su flotte e aftermarket

Le flotte guideranno l’elettrificazione del parco circolante: opportunità e rischi per l’IAM nello studio Boston Consulting Group

16 Novembre 2023 - 12:32

Il mondo dell’auto è in forte evoluzione e la corsa verso l’elettrificazione per ridurre l’impatto ambientale del settore dei trasporti anima l’attività di tutti i costruttori auto, concentrati oggi più che mai sulla transizione ecologica e il rinnovo della gamma prodotto. Secondo il Global EV Outlook dell’international Energy Agency, di cui parliamo in questo approfondimento, la vendita di auto elettriche nel mondo è aumentata del +5% nel 2022, a fronte di una contrazione delle vendite totali del -3%.

Ma se si guarda il parco circolante dei Paesi scandinavi più elettrificati, siamo ancora agli inizi. Nel senso che salvo rari casi, le auto elettriche o ibride plug-in rappresentano ancora un’aliquota minore. Questo vale sia guardando agli attuali dati di vendita che all’intero parco circolante in Europa, secondo i dati GiPA Italia, Meko e Boston Consulting Group che riportiamo in questo approfondimento.

AUTO ELETTRICHE IN ITALIA: 39% DEL PARCO CIRCOLANTE NEL 2035 SECONDO GIPA

Le immatricolazioni di auto in Italia, secondo i dati elaborati da GiPA, riprenderanno a crescere nei prossimi anni, raggiungendo il massimo a circa 1,85 milioni nel 2031, per poi decrescere a 1,7 milioni fino al 2034. Questo trend vedrà le auto full electric passare dal 3,7% di immatricolazioni del 2022 al 21% nel 2034. La quota di immatricolazioni di auto elettrificate crescerà per lo più grazie alle auto Mild Hybrid, che nel 2034 saranno il 40% (erano il 25% nel 2022), quasi il triplo delle Plug-in che passano dal 5% al 14%, mentre le Full Hybrid passeranno dal 9,1% al 13%. GiPA prevede che nel 2035 il ban ai motori termici potrebbe slittare, considerando che nel 2026 la Commissione potrebbe applicare la clausola di revisione del ban. Intanto restando nel perimetro normativo attuale le immatricolazioni ICE dovrebbero cambiare così entro il 2034:

  • benzina, 4% dell’immatricolato;
  • diesel, 3%;
  • gas, 5%.

In base a questo scenario, nel 2035 – secondo GiPA – il parco circolante in Italia sarà composto dal 38,8% di auto elettrificate (di cui 7% BEV, che oggi sono lo 0,4%) e dal 61,2% di auto ICE a benzina, diesel e gas.

AUTO ELETTRICHE CIRCOLANTI IN NORD EUROPA E BAN ICE

Secondo i dati pubblicati da Meko, nei mercati scandinavi, che sono quelli che vivono maggiormente la transizione elettrificata e stanno passando alle zero emissioni più velocemente degli altri, la percentuale di auto elettriche in circolazione rispetto al totale è sorprendentemente ancora bassa. Facciamo degli esempi:

  • In Norvegia la quota di full electric in circolazione nel 2021 era solo il 15% e nel 2024 passerà al 28%. La crescita porterà le auto BEV a una quota sul totale circolante del 43% nel 2027 e del 56% nel 2030. Ma è un caso unico, infatti la Norvegia è una delle poche nazioni ad adottare l’obbligo di vendere solo auto elettriche nuove dal 2025.
  • In Danimarca, invece, le full electric in circolazione nel 2021 era il 2%, mentre nel 2030 le BEV previste saranno il 18% del totale.

Negli altri Paesi europei e del mondo, l’obiettivo delle zero emissioni è definito su una finestra temporale molto più ampia, che arriva fino al 2050 e quindi il parco circolante cambierà in modo ancora più lento.

IL RUOLO FONDAMENTALE DELLE FLOTTE NELL’AFTERMARKET

Guardando all’Europa nel suo complesso entro il 2030 i veicoli aziendali (passenger cars) cresceranno notevolmente di numero, andando a conquistare una fetta importante del mercato. Per capire meglio cosa succede e cosa succederà viene in aiuto il report elaborato dal Boston Consulting Group, presentato in occasione dell’edizione 2023 della Clepa Aftermarket Conference. Il lavoro, intitolato “Aftermarket 2035 – The fleet imperative”, riporta i dati relativi alle flotte in 5 mercati europeiGermania, Francia, UK, Paesi Bassi e Polonia – e pone l’accento sulle tendenze del settore. Nel suo complesso, il comparto delle flotte in questi Paesi sarà interessato da una crescita esponenziale, guadagnando più di 9 milioni di veicoli e sfiorerà quota 22,4 milioni di passenger cars entro il 2030, generando un fatturato di 6,7 miliardi di euro per il settore aftermarket.

Guardando al totale delle auto circolanti (quindi privati + aziende) nei 5 singoli Paesi protagonisti dello studio, si scopre che nel 2021 in Germania, il principale mercato europeo dell’auto, le vetture elettriche rappresentavano soltanto il 4% del totale circolante. Lo stesso accadeva in Francia, mentre peggio andava sia nel Regno Unito (3%) sia in Polonia, fanalino di coda con una percentuale prossima allo zero. In Olanda, uno dei Paesi in cui l’elettrificazione ha preso più piede, le auto full elettric non riuscivano comunque ad arrivare in doppia cifra, fermandosi al 9%.

Interessante notare come sul totale del circolante nel 2021 la quota di auto aziendali era del 13,3%, mentre dovrebbe raggiungere il 22,4% nel 2030 secondo le proiezioni BCG.

L’IMPATTO DELL’ELETTRIFICAZIONE E DELLE FLOTTE EV SULL’AFTERMARKET

La spinta verso elettrificazione e crescita delle flotte avranno impatti notevoli non solo sul lavoro dei fornitori OEM e dei Costruttori di automobili ma anche sul comparto dell’aftermarket. Come anticipato il fatturato dell’aftermarket legato alle flotte nei Paesi oggetto dell’indagine, raggiungerà i 6,7 miliardi di euro entro il 2030, con un dettaglio così ripartito:

  • 3,3 miliardi di euro in manutenzione e riparazione;
  • 1,6 miliardi per pneumatici;
  • 1,8 miliardi per accessori e riparazione carrozzeria.

Andando alla fetta di mercato che finirà all’Independent Aftermarket questa sarà di circa 1,8 miliardi di euro ed il dato è così splittato:

  • 0,8 miliardi di euro in manutenzione e riparazione;
  • 0,3 miliardi per pneumatici;
  • 0,6 miliardi per accessori e riparazione carrozzeria.

Secondo i dati di Boston Consulting, però, l’auto elettrica avrà un impatto negativo sul settore aftermarket dedicato alle flotte. Secondo le analisi, all’aumentare della % di auto elettriche, il fatturato relativo a riparazione e manutenzione, interventi per incidenti, accessori e pneumatici saranno inversamente proporzionali, in base agli scenari di diffusione delle auto elettriche:

1) quota di BEV nelle flotte al 4%, come oggi, e fatturato di 5,7 miliardi di euro al 2030;

2) quota di BEV al 62%, previsione normale, e fatturato pari a 4,1 miliardi di euro;

3) quota di BEV al 79%, con crescita maggiore rispetto a quanto previsto, e fatturato pari a 3,6 miliardi di euro.

I CONSIGLI DI BCG PER RESTARE COMPETITIVI NELL’AFTERMARKET

L’elettrificazione è un elemento di preoccupazione per le aziende, che temono un possibile incremento dei costi di gestione e riparazione delle flotte, tradizionalmente “cost-driven”. Tuttavia ci sono anche molte realtà aziendali che prevedono profitti in crescita con l’elettrificazione dei componenti, come BorgWarner. L’aftermarket può giocare un ruolo chiave per scongiurare un effetto negativo. Può farlo concentrandosi sulla fornitura di componenti rigenerati che abbasseranno il total cost of ownership (TCO) e permetteranno di contenere anche le voci di spesa legate alla riparazione dei mezzi. Il Boston Consulting Group, più nel dettaglio, individua quattro punti chiave che influenzeranno l’aftermarket legato alle flotte e agli stakeholders correlati:

  • riparazione, manutenzione e assistenza;
  • diagnostica;
  • processi di intervento, rete di officine e logistica;
  • veloce reintegrazione in flotta delle auto riparate e analisi dello stato di qualità.

Secondo gli analisti il settore aftermarket dovrà lavorare sui prezzi e la disponibilità dei ricambi richiesti, ma anche sulle caratteristiche tecniche degli stessi e sull’integrazione della propria attività nei sistemi IT delle aziende per gestire facilmente le prenotazioni e la fatturazione. Con le flotte del futuro, in cui la raccolta e la condivisione dei dati generati di veicoli giocherà un ruolo primario, la capacità di integrarsi nei processi digitalizzati rappresenterà un vero punto di forza. Questo aspetto influenzerà enormemente anche la diagnostica. L’accesso agli in-Vehicle Data consentirà di scegliere la soluzione migliore di riparazione attraverso lo studio di parametri legati a costi, opportunità e tempi di inattività di un mezzo.

In uno scenario in cui si cercherà sempre di più il compromesso tra il contenimento dei costi e la massimizzazione dell’efficienza, un ruolo fondamentale sarà svolto quindi dalla capacità di scelta tra riparazione o sostituzione di un componente. L’aftermarket dovrà concentrarsi sempre di più sulla messa a punto di metodi di intervento efficaci e sulla definizione di una rete di officine in grado di rispondere prontamente alle richieste dei clienti, valutando anche la possibilità di fornire auto di cortesia per non compromettere la produttività. Tutto questo, come detto, potrà essere svolto nel migliore dei modi sfruttando una profonda integrazione nei sistemi di IT, per avere accesso alle informazioni sullo stato di salute dei veicoli, sul loro impiego e i fattori chiave di efficienza operativa e logistica.

Questo articolo fa parte del terzo aftermarket report di SicurAUTO.it Auto Connesse ed Elettriche: le opportunità di oggi e domani. Per leggerlo tutto clicca il banner sotto.

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