Crisi dei chip: problemi per i costruttori almeno fino a fine 2023 La crisi dei chip per il settore automotive continuerà anche nel 2023: un report del Financial Times raccoglie i punti di vista di diversi produttori del settore

Crisi dei chip: problemi per i costruttori almeno fino a fine 2023

La crisi dei chip per il settore automotive continuerà anche nel 2023: un report del Financial Times raccoglie i punti di vista di diversi produttori del settore

20 Dicembre 2022 - 06:12

La crisi dei chip è stata uno dei temi principali del settore automotive degli ultimi due anni. Questa locuzione viene utilizzata per indicare la carenza di semiconduttori, componenti sempre più necessari per completare l’assemblaggio delle auto di nuova generazione. La limitata disponibilità di semiconduttori ha condizionato la produzione del settore automotive, causando perdite di decine di miliardi di euro di fatturato solo in Europa. Il problema riguarda, in ogni caso, il mercato globale delle quattro ruote. Nel corso del 2022, dopo mesi di difficoltà, i costruttori sono riusciti ad adeguarsi alla situazione, senza però trovare una vera soluzione ma, più semplicemente, distribuendo le scorte di semiconduttori disponibili verso i modelli più redditizi. Con l’anno che si avvia alla conclusione, la crisi dei chip non sembra ancora essere vicina ad una soluzione. Anche per tutto il 2023, infatti, sono previsti problemi legati alla carenza di semiconduttori per auto. Vediamo i dettagli.

LA CRISI DEI CHIP CONTINUERA’ ANCHE NEL 2023

Ad anticipare nuovi problemi con la crisi dei chip nel 2023 è un report del Financial Times. Secondo quanto si legge sulle pagine digitali del magazine britannico, infatti, anche per il prossimo anno i costruttori del mondo automotive dovranno fare i conti con scorte limitate di semiconduttori. I problemi registrati nel 2022 si ripeteranno nel 2023. L’industria automotive sta lavorando ad una soluzione, evidenzia il report, ma il passaggio all’elettrico, oramai inarrestabile soprattutto in Europa dove è già programmato lo stop alla vendita di auto ICE, rischia di allungare i tempi per raggiungere un punto di incontro tra domanda e offerta.

LA DOMANDA ELEVATA È ALLA BASE DELLA CRISI DEI CHIP

Il Financial Times cita il punto di vista di Hassane El-Khoury, Chief Executive di Onsemi, azienda di riferimento per la produzione di chip per il mercato automotive. Secondo il manager, l’azienda, uno dei principali fornitori sul mercato, sta facendo i conti con una domanda elevatissima. Ad oggi, la produzione del 2023 è già esaurita e nuovi ordini saranno smaltiti soltanto tra più di 12 mesi. Il manager ha specificato che l’azienda: “aggiungerà capacità produttiva ogni trimestre, ogni mese nel 2023 per soddisfare la domanda dei nostri clienti” ma ad oggi “non c’è null’altro da fare” per poter risolvere i problemi della crisi dei chip per il settore automotive. Anche Jochen Hanebeck, CEO di Infineon, altra azienda di riferimento per la produzione di chip per il mondo automotive, è sulla stessa linea. Secondo il manager, bisogna mettere in conto “una carenza piuttosto lunga”. Ricordiamo che, alcune settimane fa, Stellantis anticipò una soluzione alla crisi dei chip non prima di fine 2023. Il mercato automotive, quindi, dovrà vivere ancora diversi mesi complicati per quanto riguarda la produzione. La carenza di semiconduttori sarà un tema di grande attualità nei prossimi mesi.

L’ELETTRIFICAZIONE GIOCA UN RUOLO DETERMINANTE NELLA CRISI DEI CHIP

A pesare sugli equilibri del mercato automotive ci sono anche le nuove esigenze produttive legate al passaggio all’elettrico. L’aumento della produzione di modelli elettrificati spinge i produttori verso una maggiore richiesta di semiconduttori. A chiarire quest’aspetto è Gregg Lowe, amministratore delegato di Wolfspeed, azienda che si occupa delle forniture delle materie prime per la realizzazione dei chip. Secondo il manager, a causa dell’elettrificazione del settore auto, è previsto “un tasso di crescita annuale del 14%” per i semiconduttori di carburo di silicio nel corso dei prossimi anni. Fino alla fine del decennio, quindi, la domanda di semiconduttori continuerà a crescere.

LA CRISI DEI CHIP È UN PROBLEMA SOLO DEL SETTORE AUTO?

C’è un dato interessante che viene messo in evidenza dal report del FT. L’industria che si occupa di chip per il settore automotive ha oramai definito stime molto ottimistiche per il futuro. Questi dati sono, però, in netta controtendenza rispetto a quanto previsto da altri produttori di chip. I fornitori di semiconduttori per prodotti di elettronica di consumi (smartphone, PC e altro) prevedono un calo della domanda nei prossimi anni. Colossi come TSMC, Intel e Samsung, tre leader del settore della produzione di chip, hanno già anticipato stime tutt’altro che positive per il futuro. Il settore automotive, quindi, potrebbe seguire un trend nettamente differente rispetto ad altri settori industriali dove i semiconduttori giocano un ruolo di primo piano. Il calo della domanda in altri settori potrebbe, quindi, favorire il mondo dell’auto. Una crescita della domanda, in contro-tendenza rispetto a quanto registrato da altri settori, potrebbe, quindi, semplificare gli obiettivi di varie aziende del settore che intendono aumentare la produzione di chip per auto nei prossimi anni. Il 2023 sarà ancora un anno di “crisi dei chip”. In futuro, grazie ad una domanda globale in contro-tendenza rispetto ad altri settori, l’industria automotive potrebbe cancellare definitivamente la carenza di semiconduttori.

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