
Che fine hanno fatto gli incentivi auto dell’Unione Europea?
Nei mesi scorsi la Commissione UE ha valutato di introdurre incentivi per auto elettriche a livello europeo, ma per adesso non è passata dalle parole ai fatti
Nei mesi scorsi la Commissione UE ha valutato di introdurre incentivi per auto elettriche a livello europeo, ma per adesso non è passata dalle parole ai fatti
Come sicuramente ricorderete, all’inizio dell’anno il settore automobilistico europeo è stato al centro di un acceso dibattito alimentato dalle dichiarazioni di Olaf Scholz e Teresa Ribera durante il World Economic Forum di Davos, quando hanno annunciato che la Commissione europea stava valutando l’introduzione di un piano di incentivi auto armonizzati a livello comunitario per stimolare l’acquisto di vetture elettriche. L’obiettivo? Dare una scossa a un mercato stagnante, sostenere i produttori europei in difficoltà e accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile, in linea con gli ambiziosi obiettivi di zero emissioni di CO2 dal 2035. Ma a distanza di mesi, che fine hanno fatto queste promesse? Facciamo il punto della situazione.
MERCATO IN CRISI E FINE DEGLI INCENTIVI AUTO NAZIONALI
Gli ultimi mesi hanno segnato un momento di transizione cruciale per la mobilità elettrica in Europa. In Italia, ad esempio, il tradizionale Ecobonus, che per alcuni anni ha sostenuto l’acquisto di veicoli a basse emissioni, non è stato rinnovato nel 2025, suscitando preoccupazione tra gli operatori del settore. Una decisione simile era già stata adottata da altri Paesi europei, come la Germania, che hanno interrotto o ridotto i sussidi nazionali, lasciando un vuoto nel supporto alla domanda di auto elettriche.
In questo scenario, l’idea di un piano di incentivi paneuropeo è apparsa come una possibile svolta. Il cancelliere tedesco Scholz ha sottolineato la necessità di “soluzioni pragmatiche, non ideologiche”, proponendo premi di acquisto uniformi per le auto elettriche in tutti i Paesi membri dell’UE. La vice-presidente della Commissione UE Teresa Ribera ha rafforzato il concetto, evidenziando l’importanza di un approccio coordinato a livello europeo, anziché affidarsi a sussidi nazionali frammentati, spesso esauriti rapidamente o mal calibrati.
INCENTIVI PER AUTO ELETTRICHE NEL PIANO D’AZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA
In questo contesto lo scorso 5 marzo la Commissione europea ha presentato il suo Piano d’azione per il settore automobilistico, frutto del ‘dialogo strategico‘ avviato con l’industria. Tuttavia, le aspettative di un intervento immediato e concreto sugli incentivi sono state in parte deluse. Il piano non ha introdotto sussidi diretti per il 2025, concentrandosi invece su un ruolo di coordinamento tra gli Stati membri per ottimizzare gli schemi di incentivi esistenti. La Commissione ha annunciato l’intenzione di sviluppare una ‘toolbox’ di misure per sostenere la domanda di veicoli elettrici, con possibili incentivi comunitari a partire dal 2026, potenzialmente finanziati dal Fondo Sociale per il Clima (86,7 miliardi di euro tra 2026 e 2032).
Tra le misure concrete, il piano prevede investimenti significativi in altri ambiti: 570 milioni di euro per espandere la rete di ricarica rapida nel 2025-2026, 1,8 miliardi per la produzione di batterie made in Europe e 1 miliardo per lo sviluppo di veicoli connessi e autonomi. Inoltre, la Commissione ha proposto una revisione del sistema di multe per le emissioni di CO2, poi approvata dal parlamento UE, consentendo ai costruttori di calcolare la media delle prestazioni su un triennio (2025-2027) per evitare sanzioni punitive, stimate tra 12 e 16 miliardi di euro.
Nonostante queste iniziative, il piano ha ricevuto critiche. L’ANFIA, associazione italiana della filiera automobilistica, ha definito il documento “non un vero piano d’azione”, lamentando l’assenza di misure urgenti per il settore. Anche l’ACEA, l’associazione europea dei costruttori, ha espresso delusione per la mancanza di fondi immediati per stimolare la domanda, sottolineando la necessità di un quadro coordinato di incentivi per contrastare la frammentazione normativa e la concorrenza cinese.
INCENTIVI AUTO EUROPEI: COSA ASPETTARSI PER IL FUTURO?
Per i consumatori, il 2025 si prospetta dunque un anno di incertezza. In assenza di incentivi diretti a livello europeo, alcune regioni italiane hanno stanziato fondi locali, spesso riservati ad aziende o enti, ma insufficienti a colmare il vuoto lasciato dall’Ecobonus nazionale. Chi desidera acquistare un’auto elettrica dovrà affidarsi alle offerte dei produttori o valutare soluzioni come il noleggio a lungo termine, che riducono l’impatto economico iniziale. L’attesa di nuovi incentivi europei, previsti non prima del 2026, potrebbe essere lunga, spingendo molti a non posticipare l’acquisto.
Sul fronte politico il dibattito resta aperto. Alcuni europarlamentari hanno criticato aspramente l’idea di nuovi sussidi, definendoli uno spreco di risorse per “auto che nessuno vuole”. Altri, invece, vedono negli incentivi paneuropei un’opportunità per rilanciare l’industria automobilistica europea, a patto che siano accompagnati da investimenti in infrastrutture e da una strategia chiara per competere con la Cina. Il destino degli incentivi auto europei resta quindi sospeso, in un equilibrio precario tra l’ambizione di un futuro green e la dura realtà economica.