ANFIA: equiparare dazi per attrarre produttori auto cinesi in Italia

ANFIA: equiparare dazi per attrarre produttori auto cinesi in Italia

Mercato auto, il monito di ANFIA: “equiparare i dazi di ingresso per attrarre produttori auto cinesi in Italia". Leggi le dichiarazioni del direttore generale Giorda

26 Gennaio 2024 - 16:26

Il Governo italiano lavora da tempo per portare la produzione annuale di auto nel nostro Paese a 1 milione di pezzi, e su questo punto è in ballo da mesi una trattativa con Stellantis. È difficile però che il gruppo franco-italiano (più ‘franco’ che ‘italiano’, come ha ricordato di recente Meloni con una punta di fastidio) possa farcela da solo, per lo meno in tempi brevi. Ed è forse per questo che nei giorni scorsi il ministro Urso, titolare delle Imprese e del Made in Italy, ha parlato della necessità di un secondo produttore, su cui peraltro si starebbe già lavorando. Ma chi? Un suggerimento in tal senso è arrivato dall’ANFIA, associazione nazionale filiera industria automobilistica, che tramite il suo direttore Gianmarco Giorda ha auspicato un intervento sui dazi di ingresso per attrarre produttori di auto cinesi in Italia.

GIORDA (ANFIA): L’ITALIA SI CANDIDI AD ACCOGLIERE PRODUTTORI CINESI

Giorda ne ha parlato a Torino durante la tavola rotonda dal titolo ‘La politica industriale per l’automotive italiano’ nell’ambito del convegno ‘Mobilità sostenibile al lavoro’ organizzato e promosso dall’Alleanza Clima Lavoro. “I cinesi stanno iniziando a vendere in Europa volumi sempre più significativi di auto, per ora prodotte principalmente in Cina”, ha spiegato il diretto generale di ANFIA. “Vediamo tuttavia qualche segnale di interesse da parte dei cinesi a fare investimenti in Europa, e l’Italia si deve candidare a riceverli. Il Governo fa bene a lavorare per intercettare un secondo gruppo automotive”.

DISEGUAGLIANZA NEI DAZI DANNEGGIA L’INDUSTRIA EUROPEA

C’è però un importante ostacolo all’apertura di stabilimenti di auto cinesi in Europa e, di conseguenza, in Italia: il differenziale dei dazi che al momento non risulta equo. “Non siamo a favore di misure protezionistiche”, ha aggiunto Giorda, “perché non aiutano il mercato. Oggi i dazi in ingresso in Europa sono pari a circa il 10%, mentre quelli in ingresso in Cina sono del 25%,: è un differenziale del 15% che non aiuta la competitività dell’industria europea. Quello che si potrebbe fare a livello UE è perequare le percentuali e far sì che i dazi siano uguali. La discrepanza non ha senso. Questo potrebbe favorire l’arrivo nei prossimi anni di costruttori cinesi che potrebbero avere interesse a produrre in Europa (e in Italia) e non solo a esportare dalla Cina. In realtà stanno già arrivando, ma questa misura di perequazione dei dazi potrebbe fare da acceleratore”.

anfia

PERCHÉ L’ITALIA PUÒ ESSERE ATTRATTIVA PER I PRODUTTORI AUTO CINESI

Ma un’azienda cinese che vantaggi avrebbe a produrre auto in Italia? Perché dovrebbe venire proprio da noi? “Perché in Italia c’è la componentistica più importante per valore e tecnologia dopo quella tedesca, e che continua a crescere in termini di fatturato e di produzione all’estero”, ha risposto Giorda. Ammonendo però che non bisogna cullarsi sugli allori: “Dobbiamo continuare a lavorare sui fattori di competitività, come i costi di trasformazione, quello dell’energia più alta, produttività inferiore rispetto ad altri Paesi, costi della logistica, certezza delle regole“.

QUALI SONO I PRODUTTORI AUTO CINESI IN PROCINTO DI SBARCARE IN EUROPA?

Nell’attesa di chiarire la questione dei dazi, voci di corridoio confermano le parole di Giorda e segnalano la possibilità molto concreta che alcuni produttori cinesi siano già sul punto di ‘sbarcare’ in Europa: ad esempio MG, un tempo inglese e oggi di proprietà della Saic Motor con sede a Shanghai, ha già annunciato nei mesi scorsi di voler aprire una fabbrica nel vecchio continente, non escludendo l’Italia. Tra l’altro il sistema portuale italiano potrebbe rappresentare un valore aggiunto per noi. Anche il colosso Byd, che per il momento in Italia ha aperto solo dei punti vendita, cosi come MG, pare stia cercando un Paese europeo dove impiantare una nuova fabbrica per produrre auto (ne ha già una in Ungheria ma solo per autobus elettrici). Per adesso non risultano contatti con l’Italia, ma non si sa mai. E pure Great Wall vorrebbe aprire un sito produttivo in Europa, ma sembrerebbe più orientata su Germania, Ungheria o Repubblica Ceca. Ovviamente non va dimenticata Tesla, che non è cinese ma se decidesse di produrre automobili sul territorio sarebbe certamente la benvenuta. Chissà se Meloni e Salvini, che sembrano molto intimi con Musk, gliel’hanno già chiesto. O se si sono limitati ai selfie.

Commenta con la tua opinione

X