Il mercato dei ricambi auto crescerà ma 7 big trend lo stravolgeranno

In Europa la vendita di ricambi auto crescerà tra il 3% ed il 6% sino al 2025, ma subirà una forte trasformazione. A dirlo è una ricerca CLEPA/Qvartz
Le previsioni per l’aftermarket automobilistico sono positive ma si inquadrano in un graduale ma profondo cambiamento. Il mercato dei ricambi auto sarà molto diverso e i fornitori automotive devono prepararsi a questa trasformazione. Questa previsione viene da Stern Stewart e Qvartz che hanno preparato uno studio commissionato dalla European Association of Automotive Suppliers (CLEPA). Le cifre parlano di un mercato globale che cresce in modo impressionante, dai 398 miliardi di euro odierni ai 566 miliardi al 2025. La crescita cambierà geograficamente: i mercati maturi – Europa occidentale, America del Nord e America Latina – saliranno con tassi annuali del 3% o inferiori. L’Europa dell’est crescerà del 5,7% e l’Asia dell’8,6%, arrivando a rappresentare quasi il 30% del totale e orientando quindi gli investimenti dei fornitori. Il cambiamento non sarà soltanto geografico dato che il mercato dei ricambi sarà influenzato dai cambiamenti tecnologici del veicolo. Ecco i 7 mega trend che cambieranno radicalmente il mercato dei ricambi auto.
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Componenti o righe di codice?
I componenti “tradizionali” perderanno terreno a causa di elettrificazione, peso crescente del software, connettività e veicoli autonomi. Fra i 7 Big Trend possiamo quindi considerare come molto importante il software, anzi la “softwarizzazione” dei veicoli, strettamente connessa con la connettività. Il CAGR (il tasso di crescita composto annuale) di software/contenuti/dati, con il 70% del parco connesso, sarà infatti del 15,3%. Queste aree offrono opportunità ma sono poco conosciute dai player tradizionali che però si stanno muovendo (leggi di Delphi-Aptiv molto impegnata nelle auto robot). I fornitori dovranno avere competenze riguardo tecnologie e modelli di business innovativi, soprattutto per il software e l’uso dei dati. Indicate quindi fusioni e acquisizioni, creazione di “trust” di persone esperte e lo sviluppo delle conoscenze interne. Le competenze dovranno includere aspetti tecnici, analisi dei dati e commerciali. Importante sarà poi partecipare agli ecosistemi dell’innovazione e fare accordi con le start-up tecnologiche.
La connettività sarà indispensabile
Sarà essenziale posizionarsi nei segmenti tecnologici come gli ADAS e le soluzioni in retrofit, ad esempio la telematica, per arricchire le vetture non più “fresche”. Sarà molto utile anche rafforzare le relazioni con i clienti. Un altro big trend è la connettività, strettamente intrecciato con quello della crescita del software. Pensiamo ai “prodotti” come gli aggiornamenti Over-The-Air (OTA), che possono essere consegnati al consumatore sotto forma di servizio. Il retrofit on-demand e l’aggiornamento delle auto – GM lo introdurrà entro il 2023 – dipendono strettamente dalla presenza della connettività a bordo. Fra le ipotesi dello studio, come già detto, c’è un parco circolante connesso al 70% e questa assunzione ha buone probabilità di concretizzarsi. Competenze in questo settore offriranno ai fornitori opportunità in business innovativi, ad esempio funzioni on-demand e accesso ai dati così generati.
La corsa degli elettroni
Nel gruppo dei big trend più importanti mettiamo sicuramente i veicoli elettrici, che impongono già ora diversi cambiamenti negli pneumatici e nelle officine dei gommisti. Non è facile prevedere la loro effettiva diffusione fra 6 anni dato che fattori quali legislazione e prezzo del petrolio la possono influenzare pesantemente. Lo scenario base considera una penetrazione del 6% ma le conclusioni non cambiano molto anche con una diffusione accelerata al 10%. Per il CAGR del settore della manutenzione e della sostituzione per usura e rottura è previsto un calo di circa il 2%, per una minore propensione alle rotture. Il peso mediamente superiore e la grande coppia delle elettriche solleciteranno di più gli pneumatici, per giunta più costosi, portando ad un aumento dell’1%.
L’automobile non è più mia: il car sharing
Un altro big trend è il binomio minore possesso-aumento dei servizi di mobilità. La proprietà “tradizionale” perde forza: nel 2017 in Olanda più del 45% dei veicoli leggeri è stato acquistato in leasing. Gli utenti finali preferiscono la convenienza e il rischio limitato di deprezzamento al possesso dell’automobile, anche perché viviamo tempi di incertezza tecnologica. Cambia quindi il modo d’uso dei veicoli e i costruttori lo stanno recependo: Seat ha presentato al MWC la sua proposta di mobilità urbana. I tipi sono diverse ma il Gas & Wash è il preferito, dato che assegna ai proprietari della flotta assistenza e manutenzione. Anche il car sharing e altri servizi di mobilità stanno diventando più popolari, sebbene circoscritti alle area urbane. I produttori e venditori di ricambi auto aftermarket potrebbero quindi vedere uno spostamento dal B2C al B2B e quindi avere un interlocutore più ostico.
Intermediari più forti
La quota dell’aftermarket controllata dagli OEM e gestori flotte aumenterà dal 4% al 13% entro il 2025 e continuerà a crescere. Fra gli intermediari contiamo anche le assicurazioni che consolideranno il loro potere sull’aftermarket, attualmente stimato valere il 5% del mercato ricambi auto. Le assicurazioni stabiliscono infatti linee guida che influenzano il post-vendita per ridurre il costo dei sinistri. I fornitori vedranno uno spostamento verso il B2B dato che OEM, gestori delle flotte, intermediari e anche le officine saranno sempre più “professionali”. Essi dovrebbero quindi preparare un’accurata proposizione del valore verso gli OEM e i proprietari delle flotte indipendenti. I fornitori dovranno collaborare con l’aftermarket indipendente (IAM) per servizi verso i proprietari delle flotte focalizzati su disponibilità e il costo totale del possesso. I fornitori hanno contromisure, ad esempio prodotti e tecnologie che permettano ai gestori flotte di offrire funzioni personalizzate su auto standard.
L’imprescindibile digitale
Risolvere anche solo alcune delle inefficienze della supply chain proteggerà i margini, a rischio per le già citate pressioni sui prezzi dei ricambi auto. Sappiamo che l’aftermarket crescerà ma il big trend digitale influenzerà la ripartizione di questa crescita: il controllo dei dati e le piattaforme online. Gli OEM spingeranno per tenere in loro possesso i dati delle automobili, la cui sicurezza informatica sarà affidata anche ai Blockchain. Se le pressioni avranno successo allora si indebolirà la tendenza all’aumento della quota degli indipendenti nel mercato del post-vendita. I grossisti continueranno comunque ad aumentare la loro competitività nel mercato dei ricambi auto. In Europa l’aftermarket crescerà ma i fornitori tradizionali subiranno pressioni: cambiamenti tecnologici, comportamento dei clienti e dinamiche del settore li faranno crescere meno del mercato.
Gestire il web
Internet è un altro fattore di cambiamento: l’ancor bassa digitalizzazione, in difetto di azioni di altre organizzazioni, offre opportunità ad un player terze parti . Questo ruolo potrebbe essere dei fornitori, dei grossisti o delle catene di officine. I canali della vendita si stanno muovendo e quindi i fornitori che non saranno attivi potrebbero essere emarginati. Le piattaforme digitali hanno vantaggi, come la convenienza per i clienti e la capacità di tagliare i costi lungo l’intera catena del valore. Questo ne fa dei veri game changer e chi le controlla deciderà la distribuzione dei margini. I fornitori dovranno quindi costruire la piattaforma online di nuova generazione in collaborazione con altri attori aftermarket. Dovranno inoltre riuscire (compito non facile) a garantire l’accesso ai dati dell’auto e del conducente. Si dovranno “allenare” a mettere online prezzi, distribuzione e servizi e guidare l’ottimizzazione della catena del valore, ad esempio con una loro piattaforma Web. Leggi qui il commento del direttore di SicurAUTO.it sull’indagine.