Obbligo soccorso animali: ASL senza soldi e chi investe scappa

Obbligo soccorso animali: ASL senza soldi e chi investe scappa A 6 anni di distanza dalla legge mancano soldi e coordinamento all'ASL e la gente scappa perché ha paura di pagare le spese mediche che sono gratuite

A 6 anni di distanza dalla legge mancano soldi e coordinamento all'ASL e la gente scappa perché ha paura di pagare le spese mediche che sono gratuite

25 Giugno 2018 - 10:06

Da quando soccorrere un animale investito è diventato un obbligo imposto dal Codice della Strada oltre che un impegno morale, cosa è cambiato? Dal 2010 il Codice della strada è stato modificato (Art. 31 della legge 29 luglio 2010, n. 120) ma avete mai provato per vostra sfortuna a chiedere l'intervento dei soccorsi per un animale investito? Chi deve intervenire, l'ASL, un veterinario di turno o la clinica privata? Dopo la legge, perfetta e bella sulla carta, la realtà con cui si scontrano automobilisti e forze dell'ordine (i primi soccorsi  che vengono chiamati ad intervenire) è ben diversa dai propositi iniziali. Così a distanza di 6 anni dalla nostra guida sul soccorso degli animali, sempre valida, che puoi leggere qui facciamo il punto della situazione con l'aiuto dell'ANMVI (Associazione Nazionale Medici Volontari Italiani) per capire se oggi sia cambiato qualcosa in meglio e cosa succede realmente quando si chiede aiuto per un animale investito o ferito sulla strada e come bisogna comportarsi nel modo corretto.

COSA DEVE FARE L'AUTOMOBILISTA “L'unica cosa che è cambiata è che la situazione è peggiorata con questa normativa, poiché difatti il soccorso agli animali incidentati non esiste, – spiega l'ANMVI – nel senso che la legge è stata varata senza nessuna copertura finanziaria, è stato inserito nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) dal Ministro Lorenzin, ma si può verificare come – salvo alcuni Comuni o qualche regione virtuosa – nessuno tra gli enti pubblici ha istituito un servizio di soccorso stradale agli animali incidentati”. Attualmente quindi secondo il Codice della Strada – al di là delle possibili infrazioni commesse, se dovesse capitare di investire un cane (ma anche un capriolo, un cinghiale o un ermellino, non fa differenza), chi investe o semplicemente assiste all'investimento è tenuto ad assicurarsi che l'animale sia raggiunto dai soccorsi, quindi sostanzialmente l'obbligo è chiamare i soccorsi. Va ricordato che quindi l'automobilista non è tenuto a muovere l'animale anche perché se non è un soccorritore, come per le persone ferite negli incidenti stradali, rischierebbe di procurargli ulteriori ferite o traumi.

NON ESISTE UN NUMERO DI EMERGENZA DA CONTATTARE Qui si incontra il primo problema, qual è il numero diretto dell'ASL locale o di emergenza da comporre per richiedere il soccorso di un animale investito? La verità disarmante è che non esiste! Quindi l'automobilista che suo malgrado si ritrova con un animale ferito in strada chiama giustamente la Polizia Stradale (se in autostrada) o la Polizia locale se la strada è di competenza del Comune. Ma il problema numero due è che non esiste un coordinamento con i servizi sanitari in modo che si sappia subito chi chiamare. Questo non porta altro che a una situazione di improvvisazione – come ci spiega l'ANMVI – , in cui si è fortunati se la forza di polizia che interviene si è già premurata di avere un contatto con le unità sanitarie del posto proprio perché non esiste un numero verde nazionale. In caso contrario quindi non bisogna stupirsi se neppure chi interviene per la sicurezza della circolazione sappia su due piedi cosa fare ed è costretto a contattare dall'auto di servizio un veterinario disposto ad andare sul posto con le lungaggini cui si assiste, mentre l'animale ferito sull'asfalto spera di uscirne vivo. Inoltre il famoso decreto attuativo che avrebbe permesso al medico veterinario di andare in deroga al Codice della Strada mentre raggiunge l'animale ferito non c'è stato. Risultato? Un altro paradosso: se l'animale non è in auto il soccorritore si becca la multa e dovrà poi dimostrare che passava col rosso o superava il limite di velocità, ad esempio, per rispondere ad una chiamata di soccorso a un animale ferito.

DOVREBBE PAGARE LO STATO, MA L'ASL NON INTERVIENE Dal punto di vista legale, se chi investe un animale (o assiste all'investimento – è importante ricordarlo) si ferma per attivare i soccorsi, ha rispettato quanto impone la legge. Ma per com'è stata concepita la legge, oltre a non chiarire chi deve intervenire, non chiarisce neppure chi deve pagare la prestazione sanitaria di assistenza all'animale ferito. Perché se ad intervenire fosse il Servizio Sanitario Nazionale, eventualità poco probabile da quello che abbiamo scoperto, il soccorso agli animali incidentati che è un LEA (Livello Essenziale di Assistenza) sarebbe a carico dello Stato. Il problema però è che l'ASL il più delle volte non interviene o non si sa quale numero chiamare e ci si ritrova a chiedere l'intervento di cliniche private (che in questo scenario normativo nebuloso e incertezze di responsabilità chiedono all'automobilista di caricare l'animale in auto e portarlo presso la struttura). Il problema in questo caso è che essendosi rivolti ad una struttura privata non è lo Stato a farsi carico della prestazione, ma la paga di tasca propria chi soccorre l'animale (leggi qui il caso eclatante di chi ha dovuto pagare una prestazione da 1300 euro). Questo non fa altro che innescare confusione in chi ancora oggi preferisce ripartire e lasciare sull'asfalto l'animale morente per il timore di pagare, mentre l'unico obbligo che gli viene richiesto dalla legge è chiedere l'intervento dei soccorsi!

UNA BELLA LEGGE, MA SENZA COPERTUNA FINANZIARIA “Il risultato è che se un automobilista investe un cane (o un animale qualsiasi, ndr) e non lo soccorre è sanzionabile”. – spiega l'ANMVI – “Al di là della sanzione però c'è anche lo scrupolo e l'umanità che spinge l'automobilista a fermarsi, ma alla fine non solo si finisce per dover pagare la prestazione ma il rischio maggiore è non riuscire a dare assistenza a questo animale”. Una situazione all'italiana che lascia ogni Regione libera di gestire il problema come crede e figuriamoci se esiste uno stralcio di statistica sugli interventi di assistenza agli animali investiti: niente soldi, niente coordinamento delle unità statali di assistenza e ancora meno i mezzi (le ambulanze), “sul territorio ci sono moltissime ambulanze di animalisti, che intervengono e pur avendo precise prescrizioni di legge sono spesso “rimediate” (o improvvisate, ndr) e questi animali investiti che il più delle volte non hanno un padrone finiscono nei canili”. “E' stata fatta una bellissima legge sulla carta ma non ci si è minimamente interessati a come applicarla”.

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