La revisione auto non serve a nulla: “vi spiego perché” I dati sulle revisioni auto in Italia nel 2021: +15

La revisione auto non serve a nulla: “vi spiego perché”

Lettera aperta di un ispettore addetto alla revisione auto che denuncia perché la revisione è solo un costo che non migliora la sicurezza stradale

23 Febbraio 2021 - 04:02

Il recente aumento del costo revisione autoveicoli dal 2021 ha alimentato le proteste generalizzate contro un controllo che, spesso, ha poco a che fare con la sicurezza stradale. Con controlli poco meticolosi (vedi il nostro articolo Revisione auto: come avviene davvero e perché non aiuta la sicurezza) e conflitti d’interessi tra l’esercizio dell’attività privata e la terzietà di un ispettore ufficialmente riconosciuto dal Ministero dei Trasporti, la revisione auto oggi non servirebbe a migliorare la sicurezza di guida. Anzi, alimenterebbe un sistema fatto di sotterfugi e guerra degli sconti che rispondono alla richiesta di un mercato ormai marcio. E’ questo il succo della lettera-denuncia di un ispettore che ha scritto alla nostra redazione e che qui di seguito riportiamo.

IL CONFLITTO DELLA REVISIONE AUTO PRESSO LE OFFICINE PRIVATE

“Gentile redazione di SicurAUTO.it, negli ultimi tempi, tra aggiornamenti della tariffa e proroghe europee sulla revisione auto, si sente spesso parlare di revisione ministeriale. Un tema che crea sempre molta discordia tra i lettori. Chi sostiene si tratti di un’inutile perdita di tempo (la maggior parte degli automobilisti) e chi invece ritiene si tratti di un baluardo per la salvaguardia della sicurezza stradale (la categoria che se ne occupa). Personalmente mi colloco nel mezzo. Sono un automobilista, in primis, ma anche un ispettore tecnico, la figura professionale preposta alla revisione ministeriale alle dipendenze dei centri di controllo. Duole dirlo, ma la funzione sociale che dovrebbe rappresentare il mio ruolo, ovvero il controllore del parco circolante, viene meno a causa delle dinamiche interne del mercato dei centri privati. Ecco, è questo ‘privati’ il nocciolo della questione. La revisione ministeriale di per se è il controllo periodico dell’efficienza dei veicoli e della conformità alle caratteristiche costruttive approvate in sede di omologazione”.

Si può vendere un'auto priva di revisione

LE CONSEGUENZE DI UN ESITO REVISIONE AUTO “SFAVOREVOLE”

“Se l’esito della verifica è positivo il veicolo può circolare su strada per i due anni successivi (uno per taxi, NCC e ambulanze). Altrimenti deve essere ripristinato alle condizioni di sicurezza da parte di un autoriparatore. Nonostante si dichiarino tutti paladini della sicurezza stradale, all’occorrenza, la realtà è ben diversa: quanti automobilisti accetterebbero senza obiezioni l’esito sfavorevole del controllo tecnico? Pochi, pochissimi. Nessuno accetta la realtà. Facciamo un’ipotesi: un veicolo da revisionare è vetusto, inquinante, pericoloso e necessita di un notevole esborso economico per conformarsi agli standard della circolazione stradale. Meglio rivolgersi ad un professionista o cercare un centro di controllo disposto a certificare falsamente il buon esito della revisione ministeriale? La seconda opzione prevale sempre. A farne le spese, oltre alla collettività in termini di sicurezza stradale, è colui che cerca di svolgere correttamente il ruolo di ispettore, ovvero bloccare i veicoli pericolosi ed inquinanti”.

LA REVISIONE AUTO SEMPLICE ETICHETTA / TASSA

“Non per giustificare, ci mancherebbe, ma ad una domanda scorretta, il mercato risponde con un’offerta dello stesso tipo, conforme alle richieste degli automobilisti. Gli stessi che sono al contempo clienti e garantiscono il sostentamento dei centri di controllo, attività private a tutti gli effetti. Chi non si adegua soccombe. A 24 anni dalla privatizzazione del settore, la sicurezza stradale non ha più nulla a che vedere con la revisione ministeriale, di fatto una semplice etichetta adesiva venduta dai meccanici per 66,88 euro, a breve a 79,02 euro, con tanto di premio fedeltà o eventuale sconto (lavaggio, igienizzazione, ecc., ndr). Chi oggi sostiene si tratti di una tassa periodica, non corrisposta direttamente allo Stato, bensì ai centri di revisione, non ha affatto torto: sono soldi buttati”.

REVISIONE AUTO EUROPEA: SICUREZZA STRADALE OSTACOLATA DA LOBBY

“Un vento di cambiamento giunge tuttavia dall’Europa, ma le lobby del settore si stanno prodigando affinché tutto rimanga invariato. Si tratta della direttiva 2014/45UE, emanata nel 2014 ed in vigore ‘a tappe’ dal 2017 al 2023. L’obiettivo della normativa è l’uniformità della legislazione sulla revisione negli Stati membri e la riduzione di incidenti per la VisionZero entro il 2050. Regole condivise avvalorano gli accordi di reciprocità fra Stati membri e pongono le fondamenta per una ‘revisione autoveicoli europea’ in linea con il principio comunitario della libera circolazione. Ma il sistema nazionale è anni luce indietro e difficilmente riuscirà a conformarsi ad un modello che ha come base il principio di terzietà”.

Aggiornamento libretto 2021

LA DIRETTIVA 2014/45 UE SULLA REVISIONE AUTO E L’ISPETTORE TECNICO

“In Italia per aprire un centro di revisioni è necessario dimostrare di possedere o avere legami con un’autofficina, un gommista ed una carrozzeria. Secondo la 2014/45 UE però devono esserci ‘prescritti requisiti in materia di separazione delle attività’. Chi certifica il lavoro non può allo stesso tempo esserne l’esecutore materiale, altrimenti l’esito del controllo non può ritenersi imparziale. La direttiva chiarisce anche che è opportuno che gli ispettori, durante l’effettuazione dei controlli, agiscano in modo indipendente e che il loro giudizio non sia condizionato da conflitti di interesse, compresi quelli di natura economica o personale. È opportuno che il compenso degli ispettori non sia direttamente collegato ai risultati dei controlli tecnici. Come può ritenersi applicata questa norma se in Italia l’ispettore è dipendente o addirittura il titolare stesso del centro di controllo?”.

Ai lettori di SicurAUTO.it le opportune conclusioni.
Diego Brambilla, uno dei fondatori della Federispettori

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1 Commento

robgjvtnmfetawgwg_15299441
10:32, 25 Febbraio 2021

Il discorso che viene riportato è offuscato da una visione molto miope e in parte “complottista”.Onestamente, da ispettore, mi sento offeso rispetto alle accuse mosse a me e a tutta la categoria. Analizzando punto per punto ciò l’articolo:- Se vi sono dei furbetti che fanno sconti vanno puniti, quindi servono organi di controllo attivi sul territorio (cosa mancante e non imputabile alla categoria degli ispettori). – Dire che le revisioni privatizzate sono una truffa è assurdo. Forse l’autore non ha idea di come le ispezioni venissero fatte 30 anni fa presso le MCTC. Prova freni? non vi erano rulli, nè piastre ma solo una valutazione “soggettiva” dell’ingegnere. Le prove dei gas di scarico venivano fatte a campione guardando “se l’auto fumava”. – Le auto non venivano nemmeno messe sui ponti sollevatori per valutare lo stato delle sospensioni e/o altri sistemi critici dei veicoli

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