
Uno studio rivela che nel 2050 ci saranno oltre 2 miliardi di auto e svela i piani per abbattere l'inquinamento globale
Non è tutta colpa delle auto, è ovvio, ma una buona parte della colpa di inquinamento e riscaldamento globale viene spesso attribuita a mobilità e trasporti. Il recente scandalo Dieselgate ha concentrato l'attenzione sui propulsori termici dotando di importanza fondamentale le auto elettriche, a detta di molti meno inquinanti. Che sia vero o oppure no, quasi tutti puntano ormai sull'elettrico: uno studio effettuato dal gruppo Schaeffler evidenzia come il futuro della mobilità possa influenzare il domani dell'intero pianeta, almeno a livello ambientale.
CALDO IN AUMENTO Precisiamo, il report del gruppo tedesco non non è uno spot per l'elettrico ma una mera analisi di dati previsionali a lungo raggio. Lo stesso studio evidenzia che un motore elettrico non è totalmente “sostenibile”, ma rispetto ad un propulsore termico produce il 62% di emissioni di CO2 – è veramente la CO2 la causa dell'inquinamento?. La prima necessità non è quindi sostituire diesel e benzina con gli elettrici, ma intervenire sull'intero processo di consumo energetico, partendo dalla produzione fino ad arrivare alla conversione in energia cinetica (processo well to wheel). Da quanto emerge nel report l'utilizzo di combustibili fossili genera il 70% delle emissioni globali, di questa percentuale meno di un quarto va attribuito al settore dei trasporti. Venendo al riscaldamento, si prevede che nel 2100 la temperatura media del pianeta aumenterà di 5 gradi Celsius e che intervenendo sui trasporti si potrebbe limitare la crescita a 2 gradi Celsius. Il contenimento sarebbe possibile se venissero utilizzate tutte le tecnologie disponibili per l'ambiente, quindi non esclusivamente quelle legate alla mobilità.
PIÙ AUTO, MENO EMISSIONI Con l'aiuto di uno studio stavolta di Shell, si prevede che se la produzione di automobili manterrà il ritmo di crescita attuale ci saranno nel 2050 circa 2 miliardi di veicoli circolanti in tutto il mondo, di cui oltre la metà elettrici (66%), un quarto ibridi e appena il 9% con motori termici; secondo queste proporzioni le emissioni caleranno dalle 3,7 gigatonnellate di oggi a 1,2 gigatonnellate, meno di un terzo – sai che i benefici dell'elettrico non sono immediati? Scoprilo qui. Per raggiungere realmente questi numeri, oltre a sfruttare l'aiuto di tutte le tecnologie disponibili, bisognerà concentrarsi in maniera particolare sulla mobilità urbana perché si calcola che il 50% della popolazione mondiale vivrà in città e da qui arriverà l'85% delle emissioni totali.
L'IMPORTANZA DELLE BATTERIE Attualmente sono le batterie, o perlomeno le loro garanzie di autonomia, a rappresentare uno dei freni maggiori nell'acquisto di un'elettrica (segui qui i nostri consigli) e secondo lo studio tedesco il loro mercato diverrà competitivo se il costo delle batterie si ridurrà del 67% nei prossimi dieci anni. Ma c'è un altro aspetto legato all'ambiente che viene sottolineato, perché se oggi un'auto elettrica emette il 62% di emissioni rispetto a un veicolo convenzionale, sfruttando energie rinnovabili anche per ricaricare le batterie si abbatterebbe il valore fino al 3%. Difficile però che questo si realizzi nel breve termine, si prevede infatti che non si riuscirà a generare energia completamente pulita dalla CO2 prima dei prossimi trenta anni e che nel 2050 verrà raddoppiata la produzione globale di elettricità arrivando a 50.000 Twh di cui un terzo proveniente da energie rinnovabili.
ALTERNATIVE ALL'ELETTRICO Ci sono altre soluzioni oltre quelle elettriche che vanno in favore dell'ambiente, tra cui troviamo l'idrogeno su cui ci sono comunque pareri contrastanti (vedi qui il dietrofront di Mercedes). In questo caso le complicazioni per uno sviluppo futuro sono legate ancor di più alle infrastrutture, il Paese che attualmente offre più stazioni di rifornimento pubbliche a idrogeno è il Giappone, con appena 91, mentre in Italia siamo sotto alla decina (anche se si prevede la creazione di una rete efficiente entro il 2025). Altri metodi che possono contribuire alla riduzione globale delle emissioni, sempre secondo Schaeffler, sono i gas sintetici e i combustibili liquidi fabbricati utilizzando energie rinnovabili e resi disponibili nelle stazioni di servizio per alimentare i motori a combustione interna.
IL FUTURO DEI TERMICI Se da una parte si tenta di allungare la vita di motori a combustione interna ipotizzando l'utilizzo “carburanti green”, dall'altra si pensa ad un ibridazione dei propulsori, quindi ad un'ottimizzazione tecnologica dovuta all'introduzione di una componente elettrica ad alta tensione o a 48 Volt, che consentirebbe una buona riduzione delle emissioni con un basso costo di integrazione. In realtà l'avvenire di benzina e diesel sembra molto più nero: sono sempre più frequenti gli stop alla circolazione (qui una mappa dei futuri blocchi in Europa), mentre le case automobilistiche sembrano sempre più propense ad un addio definitivo (vedi ad esempio l'annuncio di Volvo o ancora le ultime su FCA).