Incidente con guida autonoma: per la prima volta si parla di garanzia e responsabilità

Volvo esce allo scoperto annunciando le sue responsabilità in caso d'incidente. È la promessa che spingerà le norme sulla circolazione?

 
Incidente con guida autonoma: per la prima volta si parla di garanzia e responsabilità Volvo esce allo scoperto annunciando le sue responsabilità in caso d'incidente. È la promessa che spingerà le norme sulla circolazione?

Volvo esce allo scoperto annunciando le sue responsabilità in caso d'incidente. È la promessa che spingerà le norme sulla circolazione?

1 Dicembre 2015 - 03:12

Gli osservatori più attenti si sono chiesti da subito, cioè da quando si è iniziato a parlare/sperimentare delle auto a guida autonoma, di chi potesse essere la responsabilità in caso d'incidente. Bene: Volvo per prima dichiara che si assumerà questo tipo di responsabilità in caso di eventuali sinistri.

FINALMENTE UNA POSIZIONE CHIARA – Il concetto è stato espresso chiaramente da Hakan Samuelsson, CEO di Volvo: la Società si assume la piena responsabilità di un qualsiasi incidente che dovesse verificarsi ad una delle sue vetture durante la guida totalmente autonoma. Samuelsson ha poi ricordato l'impegno di Volvo per arrivare, entro il 2020, al risultato che nessuno perderà la vita o si ferirà gravemente in una Volvo, un traguardo ambizioso che si collega idealmente al crescente sviluppo delle tecnologie per l'autonomous drive. Samuelsson era negli stati Uniti per discutere delle linee guida Federali per la guida autonoma e anche per questo ha fatto una dichiarazione “localizzata”, nel senso che si riferiva agli USA: “Gli Stati Uniti rischiano di perdere la loro leadership nel settore dei veicoli autonomi a causa dell'assenza di linee guida federali per il collaudo e la certificazione. Si rischia così di ripetere l'esperienza dell'Europa, che ha sofferto perché ha in qualche misura un patchwork di norme e regolamenti diversi per ogni stato. Sarebbe un peccato se gli Stati Uniti iniziassero un percorso simile in questo settore cruciale. L'assenza di un insieme di regole comuni ostacola molto le case automobilistiche che non possono condurre credibili test di sviluppo su auto che debbano soddisfare le 50 diverse linee guida di tutti gli Stati che compongono gli USA. Se vogliamo garantire un passaggio, per quanto graduale, alla mobilità autonoma allora occorre creare, tutti insieme, la necessaria cornice legislativo-regolamentare che possa sostenere il tutto”.

USCIRE DALL'IMPASSE – Per fortuna l'appello di Samuelsson non resterà (sembra) inascoltato a lungo, dato che negli USA arriveranno le norme federali per la circolazione delle auto autonome, anche se NHTSA giudica il termine di fine 2015 per l'emanazione dei regolamenti troppo vicino. In effetti uno dei maggiori ostacoli per la legalizzazione della guida autonoma è proprio l'attribuzione della colpa se l'automatismo fallisce e la vettura viene coinvolta in un incidente. Ora che Volvo ha annunciato che si prenderà la piena responsabilità (evidentemente si sente sicura ma del resto le auto automatiche saranno, almeno inizialmente, così poche che le probabilità di sinistro saranno molto basse) ci attendiamo che altre case automobilistiche ne seguano l'esempio. In effetti le auto sembrano ormai mature: tanto per citare due Marchi, abbiamo già immagini della Classe S autonoma e anche Tesla l'avrà anche se come optional. Ovviamente anche Volvo ha la sua tecnologia: l'Intellisafe sarà infatti a breve disponibile di serie e punta molto sulla comunicativa con il guidatore.

IL FATTORE UMANO – L'idea del Volvo IntelliSafe Auto Pilot è interessante perché la vettura informa il pilota della possibilità di una guida autonoma qualora la strada lo permetta, sia perché censita dalle nuove mappe ad alta precisione sia perché il traffico lo consente. L'intervento umano è ancora imprescindibile perché le autonomous car saranno in gran parte programmate dall'uomo per riconoscere situazioni-tipo e agire di conseguenza. Almeno in una fase iniziale, molta della sicurezza dipenderà dall'esperienza degli “istruttori” e anche da una certa loro immaginazione: ricordate quando un ciclista mandò in tilt l'auto senza pilota di Google? I tecnici di Big G non avevano previsto l'affiancamento di una bici a “scatto fisso”: l'assenza della ruota libera ha permesso al ciclista di rimanere in surplace con piccoli movimenti in avanti e indietro, una situazione che ha indotto l'auto all'errore perché ad ogni piccolo movimento ha “pensato” ad una partenza che poi non era tale. Quante altre situazioni “strane” – per le auto, un umano avrebbe capito subito – riusciranno ad essere censite a priori dai programmatori invece di dover essere inserite a posteriori?

Commenta con la tua opinione

X