Guida autonoma e traffico, tutte le insidie della città
Semafori, precedenze, incroci e deviazioni: l'ambiente urbano è quello che presenta le maggiori difficoltà per i sistemi a guida autonoma

Semafori, precedenze, incroci e deviazioni: l'ambiente urbano è quello che presenta le maggiori difficoltà per i sistemi a guida autonoma
I progressi della guida autonoma sono evidenti, ma la diffusione di queste tecnologie su larga scala è ancora lontana. Le Case stanno investendo molto nella messa a punto degli Adas ma innumerevoli sono le difficoltà pratiche ancora da affrontare. Su tutte, la guida in città. Basti pensare alle situazioni impreviste che tutti i giorni ci troviamo di fronte nel traffico: segnaletica inadeguata o inesistente, strade in cattive condizioni, eventi atmosferici avversi, incroci, rotonde e, soprattutto, una moltitudine di veicoli e pedoni che letteralmente affollano l'ambiente circostante. La città è davvero piena di insidie.
PERCHÉ È PIÙ SEMPLICE IN AUTOSTRADA Appare intuitivo, anche basandoci sulle nostre esperienze di guida, come l'autostrada presenti minori difficoltà. Le vetture procedono tutte in una stessa direzione, non esistono incroci e le deviazioni sono rare: limitate alle varie uscite per svincoli e alle stazioni di servizio. In autostrada, insomma, i sistemi di assistenza alla guida devono provvedere principalmente a mantenere l'auto all'interno della propria corsia e regolare la velocità in base ai veicoli che precedono.
LA GIUNGLA CITTADINA Sempre affidandoci all'esperienza, non è difficile capire come lo scenario peggiore per la guida autonoma sia la città: il traffico, le molte intersezioni, le frequenti manovre, il susseguirsi di cartelli e segnali stradali e, non ultima, l'indisciplina degli altri automobilisti che spesso, anche solo per distrazione, commettono infrazioni più o meno evidenti al Codice della Strada, creano numerosissime variabili da analizzare e intepretare in un tempo ristretto. E questo, per gli Adas come per gli esseri umani, è lo scenario più complesso.
L'USO DI CITTÀ VIRTUALI Per mettere a punto la guida autonoma in scenari cittadini, da qualche anno a questa parte si utilizzano delle città “virtuali” appositamente costruite, che proprio come dei giganteschi set cinematografici, ricreano le situazioni reali che si devono affrontare nel traffico in scenari ricostruiti. In questo modo si possono svolgere test in assoluta sicurezza e si possono raccogliere più facilmente dati sul funzionamento di sensori, radar e telecamere presenti a bordo delle auto. Google, ad esempio, ha costruito Castle, una città realizzata nel deserto della California, lo stesso ha fatto Uber nei dintorni di Pittsburg, sempre negli States. Alcune di queste città, invece che da aziende, sono state costruite dalle università. Nel Michigan, ad esempio, il College locale ha realizzato una città finta all'interno della quale sono stati avviati numerosi progetti di ricerca proprio sulla guida autonoma.
SPERIMENTAZIONE PER GRADI Tutte le aziende impegnate nello sviluppo della guida autonoma sono consapevoli della difficoltà che presenta la circolazione in città e, proprio per questo, impiegano grandi risorse nei collaudi di veicoli nel traffico cittadino. In tempi recenti, numerosi progetti sono passati dalle città virtuali descritte in precedenza a città reali. In tutti questi casi, per mantenere la sicurezza a livelli accettabili, le Case hanno stabilito un percorso preciso e hanno stabilito di far muovere le auto esclusivamente all'interno di esso, in modo tale che almeno alcuni parametri, come la segnaletica, i semafori e gli incroci, fossero più facilmente controllabili.
FORD A MIAMI PER FORZARE LA MANO Tra gli esempi più significativi di progetti di questo tipo c'è quello di Ford. Ford da tempo ha avviato la sperimentazione di veicoli a guida autonoma nel traffico congestionato di Miami. La Casa dell'Ovale Blu, in questo progetto, ha stabilito un percorso molto complesso, che ha previsto anche il passaggio in zone interessate da cantieri stradali, con segnaletica assente, o comunque modificata e provvisoria, e grossi problemi di sollevamento polvere, altro elemento che può creare difficoltà di funzionamento ai sensori. Ford ha dichiarato che durante i test, più di una volta il conducente presente all'interno dell'auto, è dovuto intervenire per ovviare all'incapacità degli Adas di interpretare correttamente l'ambiente circostante. Ma la Casa ha preferito valutare le proprie tecnologie proprio in casi estremi, piuttosto che utilizzare un percorso più facile. E dopo Miami, dal 2021, sarà la volta di Washington.
LE GUIDA AUTONOMA IN CITTÀ IN ITALIA Gli Stati Uniti, come già spiegato in passato, sono il Paese dove la ricerca procede più intensa. Le cose però stanno velocemente cambiando e, adesso, anche in Italia si fanno strada iniziative per la sperimentazione nel traffico cittadino di auto con Adas di livello 4. Torino, ad ora, è la città più vicina ad aprire le proprie strade alla circolazione di prototipi a guida autonoma. Nel capoluogo piemontese è già stato individuato un percorso dedicato e le autorità locali, compresi il sindaco Chiara Appendino e il presidente della Regione Sergio Chiamaprino, hanno partecipato al giro inaugurale non senza qualche intoppo. L'auto che li trasportava, infatti, è passata con il rosso a un semaforo, a conferma della necessità di una messa a punto ulteriore delle tecnologie oggi disponibili per un impiego sicuro. Sempre in Italia sta prendendo piede un altro interessante progetto. È quello di Adler Plastic (azienda italiana di componentistica auto) denominato “Borgo 4.0”. L'iniziativa ha individuato un piccolo borgo dell'Irpinia destinato a diventare un laboratorio per la mobilità intelligente, con auto a guida autonoma e apparati per il monitoraggio in tempo reale del traffico.