Guida autonoma: a Boston potrebbe creare problemi di traffico
Recenti studi rivelano che nella città di Boston la guida autonoma potrebbe risolvere i problemi in periferia, ma aumentare il traffico in centro

Recenti studi rivelano che nella città di Boston la guida autonoma potrebbe risolvere i problemi in periferia, ma aumentare il traffico in centro
La guida autonoma viene spesso individuata sia come soluzione per la sicurezza, ma anche come rimedio ai tanti problemi di traffico di cui soffrono le città, e che presto potrebbero aumentare a causa della sovrappopolazione. In realtà alcune ricerche focalizzate su Boston (sai che anche in Australia stanno investendo sui robo-taxi?)evidenziano delle problematiche che vanno ad oscurare la luce della guida autonoma: secondo gli studi infatti le auto driver less sarebbero un toccasana per chi vive in periferia, ma aumenterebbero il traffico e gli ingorghi all'interno del centro città. Bisognerà perciò studiare un metodo che permetta a politica e leggi di farsi trovare pronti nel momento in cui (sempre se si verificherà) si arriverà all'affermazione definitiva della guida autonoma.
I PRO DELLA GUIDA AUTONOMA Gli sviluppi tecnologici a cui stiamo assistendo, che sottolineiamo sono ancora in una fase poco più che embrionale (ricordate di non confondere i sistemi di assistenza con la guida autonoma), porteranno ad una maggiore diffusione dei veicoli a guida autonoma modificando l'essenza del trasporto di persone e cose. Secondo gli studi condotti dal World Economic Forum in collaborazione con il Boston Consulting Group e la città di Boston, l'aspetto positivo è che la guida autonoma ridurrà il numero di auto e i tempi di percorrenza nelle città, ma creerà problemi nelle aree centrali. Fermiamoci al primo punto: dalle ricerche emerge che il passaggio ad una “mobilità autonoma” farebbe diminuire del 48% il numero di posti auto necessari, permettendo di ripensare le strade e la progettazione urbana. Inoltre la guida autonoma favorirebbe l'affermazione della mobilità condivisa (in Italia solo il 2% sfrutta il car sharing), addirittura si prospetta che il 30% dei trasporti nella città di Boston avverranno tramite “sharing” (contro l'attuale 7%), e questo porterebbe ad una riduzione del 12% nei tempi di percorrenza. Vista così niente di negativo, peccato che gli studi concentrati sul centro della città fanno emergere che non è tutto rose e fiori.
E I CONTRO Come potete vedere nell'immagine seguente, la guida autonoma porterà dei benefici nelle zone periferiche, ma ecco che nelle zone centrali potrebbero nascere delle difficoltà. Secondo Nikolaus Lang, uno degli autori della ricerca: “Per i viaggi più brevi di quattro miglia, è probabile che i viaggiatori optino per taxi o navette autonomi a bassa capacità invece di prendere opzioni di trasporto di massa ad alta capacità come autobus o treni”. In altre parole i vantaggi della guida autonoma porterebbero sia i possessori di auto private che gli utilizzatori dei servizi pubblici a sfruttare maggiormente i robo-taxi, con un conseguente aumento del traffico e dei tempi di percorrenza nel centro città pari al 5,5% (tu usi i mezzi pubblici? Lo fa 1 italiano su 10).
LE SOLUZIONI Il Boston Consulting Group si rivolge allora a politici e legislatori, invitandoli a non seguire un “approccio wait and see” ma a farsi trovare pronti all'avvento della guida autonoma. La proposta fatta dagli autori delle ricerche è di introdurre nuovi sistemi di tariffazione per scoraggiare le persone a viaggiare da sole e a condividere lo stesso veicolo (a Milano invece si punta ad abbattere le emissioni vietando gli Euro4), il che migliorerebbe i tempi di viaggio del 15%. Poi si dovrebbero eliminare i parcheggi ai lati delle strade in favore di nuove aree di “carico e scarico”, e anche qui si accorcerebbero i tempi di percorrenza del 10%; infine si propone di creare corsie preferenziali dedicate ai robo taxi, per avere un ulteriore -8% sulla durata degli spostamenti. Si attende ora una risposta dai legislatori: andranno incontro all'ignoto o accoglieranno i suggerimenti degli studiosi?