Targhe estere frontalieri: regole e novità 2021 Tra i casi su cui è intervenuta anche la magistratura per fare chiarezza c’è il bollo auto da pagare se il veicolo è dotato di una targa non italiana

Targhe estere frontalieri: regole e novità 2021

Dopo la stretta sulle targhe estere è emerso il problema dei lavoratori frontalieri che circolano in Italia con auto straniere. Ecco gli ultimi aggiornamenti

17 Maggio 2021 - 12:05

Il problema delle targhe estere dei frontalieri, sorto a fine 2018 con l’approvazione dei decreti Sicurezza, sembrava essersi risolto l’estate scorsa grazie a un emendamento al decreto Semplificazioni, che introducendo il comma 1-quinquies lettera c) nell’art. 93 del Codice della Strada, aveva dato l’ok alla libera circolazione sul suolo italiano dei lavoratori frontalieri residenti in Italia al volante di auto aziendali recanti targhe straniere. Sfortunatamente il successivo decreto attuativo della legge ha in parte rimescolato le carte, circoscrivendo la libera circolazione ai soli lavoratori autonomi. Di fronte alle proteste delle associazioni di categoria pare, per fortuna, che la politica si stia muovendo per rimediare al pasticcio. Nell’attesa un giudice ha fatto prima, ordinando il dissequestro di un’auto con targa estera precedentemente fermata e sanzionata.

LO STOP ALLE TARGHE ESTERE CON IL DECRETO SICUREZZA

Ma ricapitoliamo, a beneficio dei nostri lettori, i vari step della vicenda. La stretta sulle targhe estere, come forse ricorderete, si era resa necessaria per stoppare i molti furbetti che, nonostante fossero residenti in Italia da molto tempo (o da sempre), utilizzavano auto con targa straniera per assicurarsi illecitamente numerosi vantaggi fiscali e pratici (come non pagare il bollo). Per impedire ciò la nuova norma (art. 93 comma 1-bis CdS) aveva invece disposto il divieto, per chi aveva stabilito la residenza in Italia da oltre 60 giorni, di circolare con un veicolo immatricolato all’estero. Pena una sanzione molto severa, da 711 a 2.842 euro, più il divieto di circolazione fino alla messa in regola. Prima il limite per mettersi a norma, ossia immatricolare l’auto in Italia, era addirittura di 365 giorni.

TARGHE ESTERE: IL PROBLEMA DEI LAVORATORI FRONTALIERI

Nulla da eccepire sulle buone intenzioni della riforma. Solo che aveva involontariamente messo nei pasticci i lavoratori frontalieri residenti in Italia che circolano nel nostro Paese guidando auto con targhe estere. E che per questo rischiavano multe salatissime perché le vetture aziendali di cui dispongono risultavano naturalmente immatricolate da ben più di 60 giorni. Una situazione paradossale che per i frontalieri dei Paesi Ue (Francia, Austria e Slovenia) era stata rapidamente risolta accettando una semplice dichiarazione del datore di lavoro (che attestava di aver ceduto il mezzo aziendale al proprio dipendente per spostarsi in Italia per consegne o acquisti di materiale), mentre per quelli extra-UE (Svizzera e Principato di Monaco) aveva richiesto l’approvazione di un emendamento al decreto Semplificazioni 2020, introducendo la seguente ulteriore deroga al divieto di circolare con targhe estere se si è residenti in Italia da almeno 60 giorni:

i lavoratori frontalieri, o quei soggetti residenti in Italia che prestano un’attività di lavoro in favore di un’impresa avente sede in uno Stato confinante o limitrofo, i quali, con il veicolo ivi immatricolato a proprio nome, transitano in Italia per raggiungere il luogo di residenza o per far rientro nella sede di lavoro all’estero” (art. 93 comma 1-quinquies lettera C).

TARGHE ESTERE FRONTALIERI: IL PASTICCIO DEL DECRETO ATTUATIVO

Tutto risolto? Neanche per idea. Come già anticipato, il successivo decreto attuativo della nuova legge, anziché indicare nelle eccezioni da tenere in considerazione sia “i lavoratori frontalieri” CHE “i lavoratori autonomi”, ha erroneamente indicato “i lavoratori frontalieri lavoratori autonomi“. Decretando in pratica che possono circolare soltanto i lavoratori frontalieri autonomi! E infatti nelle settimane seguenti sono fioccate diverse multe (e sequestri) a carico di lavoratori frontalieri che pensavano di essere assolutamente in regola. Come si aggiusta adesso la questione? Pare che le forze politiche a sostegno del governo Draghi abbiano l’intenzione di presentare un nuovo emendamento per modificare la norma. Tuttavia la magistratura si è mossa in anticipo e un giudice ha già ordinato il dissequestro di un veicolo con targa estera, fermato dalla polizia stradale di Battifolle (Arezzo) perché il conducente era stato trovato in Italia con un mezzo immatricolato in Francia, dichiarando la non punibilità del fatto.

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