Fermarsi dopo un incidente stradale è un preciso obbligo di legge. Ma in cosa consiste esattamente l’omissione di soccorso?
Sentiamo spesso parlare del reato di omissione di soccorso. Si configura tutte le volte che non ci fermiamo dopo un incidente stradale? Oppure ci sono alcuni casi in cui non è obbligatorio arrestare l’auto e prestare assistenza? Ci sono evidentemente molte differenze tra un sinistro stradale con feriti o morti e una banale collisione su una via urbana con lievi danni per i veicoli coinvolti. Le norme in vigore fissano condizioni precise e spiegano chiaramente quando bisogna fermarsi dopo un incidente stradale per non essere accusati del reato di omissione di soccorso. A dimostrazione dell’importanza della questione c’è l’inserimento di una specifica disposizione nel Codice penale che si affianca a quanto previsto più specificatamente nel Codice della strada.
Aggiornamento del 3 agosto 2023 con informazioni più utili e attuali per i lettori relativi a una sentenza della Cassazione sulla contestazione del reato di omissione di soccorso stradale anche nel caso di tamponamento tra auto.
CHE COS’È L’OMISSIONE DI SOCCORSO STRADALE
Innanzitutto ricordiamo che per omissione di soccorso stradale si intende la mancata assistenza prestata agli utenti della strada nel caso di incidente. La definizione di utenza è volutamente generica perché comprende non solo gli altri automobilisti, ma anche i pedoni o i ciclisti ovvero tutti coloro che sono coinvolti in un sinistro, con o senza colpa. Maggiori chiarimenti arrivano dal Codice penale. I commi 2 e 3 dell’articolo 593 introducono infatti nuovi elementi. Il primo dei due precisa che è punibile chi “trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità”. Il terzo comma dell’articolo stabilisce quindi che “se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte, la pena è raddoppiata”. A conti fatti, l’automobilista può omettere di prestare soccorso solo se si trova nelle condizioni di dover ricevere assistenza ovvero ne è impossibilitato.
INCIDENTE STRADALE: QUANDO BISOGNA FERMARSI PER EVITARE OMISSIONE DI SOCCORSO
La prima importante regola da conoscere è l’obbligo per tutti gli automobilisti di fermarsi e prestare assistenza in caso di incidente ricollegabile al proprio comportamento. Altrimenti può scattare la contestazione di omissione di soccorso con le conseguenze messe nero su bianco dal Codice penale e dal Codice della strada. E non importa che non ci siano feriti o vittime. Il reato di omissione di soccorso si configura in tutti i casi. In pratica il conducente che provoca un sinistro deve arrestare la propria auto e accertarsi delle condizioni di tutti gli utenti della strada, anche nel caso in cui ci sia solo il dubbio che qualcuno possa essersi fatto male.
OMISSIONE DI SOCCORSO DOPO UN INCIDENTE STRADALE: COSA FARE E COSA NON FARE
La prima fondamentale azione da compiere nel caso di incidente è prestare assistenza e dunque non macchiarsi del reato di omissione di soccorso. In termini pratici significa verificare le condizioni di salute proprie, dei passeggeri eventualmente a bordo e delle altre persone coinvolte nel sinistro. Con due accortezze da non perdere di vista:
- Innanzitutto l’automobilista non deve modificare lo stato dei luoghi affinché le forze dell’ordine possano ricostruire la dinamica dei fatti e accertare le responsabilità;
- In seconda battuta deve salvaguardare la sicurezza della circolazione e dunque, nei limiti di quanto è possibile, scongiurare incidenti a catena.
Come spiegato, l’automobilista deve sempre prestare soccorso, anche se i danni sono solo per le cose. In questa circostanza deve anche evitare che dall’incidente derivino intralci alla circolazione. Se non è possibile, ci penseranno le stesse forze dell’ordine a disporre la rimozione dei mezzi e delle eventuali parti staccate. Ma solo dopo aver effettuato i rilievi necessari.
CONSEGUENZE PER OMISSIONE DI SOCCORSO STRADALE DOPO UN INCIDENTE
Il Codice penale fissa le conseguenze nel caso di omissione generale di soccorso. Sempre l’articolo 593 stabilisce infatti che i colpevoli sono soggetti a una multa fino a 2.500 euro e alla pena di 1 anno di reclusione. Il Codice della strada entra invece nel merito degli incidenti tra auto individuando 3 situazioni:
- Multa da 294 euro a 1.174 euro nel caso di mancato rispetto dell’obbligo di fermarsi in caso di incidente stradale con danni alle cose e ai veicoli, a cui aggiungere il ritiro della patente da 15 giorni a 2 mesi nel caso in cui i danni siano rilevanti;
- Ritiro della patente da 1 a 3 anni e reclusione da 3 mesi a 3 anni nel caso di mancato soccorso a persone feriti, anche con lesioni non gravi;
- Ritiro della patente da 1 anno e 6 mesi a 3 anni e reclusione fino a 5 anni per omissione di soccorso a feriti in pericolo di vita.
QUANDO VIENE CONTESTATO L’OMISSIONE DI SOCCORSO CON TAMPONAMENTO
La Corte di Cassazione ha confermato che l’omissione di soccorso può scattare anche nei casi di tamponamento stradale. La sentenza ha chiarito che la fuga dal luogo dell’incidente costituisce un reato perseguibile penalmente. Il caso in esame riguardava un automobilista che, dopo aver tamponato un altro veicolo guidato da una donna, non si era fermato per accertare le sue condizioni. Aveva invece ripreso la marcia appena il semaforo era diventato verde. L’articolo 189 del Codice della Strada impone l’obbligo di prestare assistenza in caso di incidente stradale. La violazione di questo obbligo costituisce una forma specifica del reato di omissione di soccorso, previsto dall’articolo 593 del Codice penale. L’automobilista coinvolto è responsabile dell’assistenza alla persona ferita nel tamponamento.
DALLO STATO DI DIFFICOLTÀ ALL’OMISSIONE DI SOCCORSO
Secondo il tribunale di Taranto, il reato di omissione di soccorso non richiede necessariamente la presenza di ferite in senso tecnico. Ma può configurarsi anche in presenza di un semplice stato di difficoltà che possa far sospettare una situazione di pericolo per la vita o l’integrità fisica della persona coinvolta nell’incidente. Non è sufficiente fermarsi, accertarsi delle condizioni dell’altro conducente e poi allontanarsi per escludere la sussistenza del reato.
L’omissione di soccorso si configura anche quando si trascura di prestare assistenza, come richiedere un soccorso immediato e allertare le autorità sanitarie, nonostante la presenza di altre persone sul luogo dell’incidente. A tal proposito, la Cassazione ha stabilito che non è punibile il conducente che, pur avendo inizialmente dato alla fuga, ritorna sul luogo dell’incidente e fornisce assistenza al ferito, persino accompagnandolo al pronto soccorso. In questo caso, l’intento di soccorrere il ferito e la tempestività dell’intervento sono considerati elementi attenuanti nella valutazione del reato di omissione di soccorso.
A questo proposito c’è però da fare una precisazione, molto importante: accompagnare al pronto soccorso il ferito con la propria vettura è senz’altro un’azione meritoria ma va valutata con molta attenzione. In altri termini, è consigliabile effettuarla solo in presenza di ferite superficiali, altrimenti è meglio soprassedere e attendere l’intervento del personale medico. Occorre infatti considerare che l’infortunato potrebbe aver subito traumi nascosti molto seri, e spostandolo si potrebbe correre il rischio di aggravarli. Con conseguenze non solo dal punto di vista sanitario (per il ferito) ma anche di tipo penale (per l’accompagnatore), qualora le successive indagini dovessero accertare la responsabilità di quest’ultimo in merito a eventuali diagnosi invalidanti.
QUANDO SCATTA IL REATO DI FUGA
L’omissione di soccorso, in caso di incidente con feriti, si configura anche nel caso in cui il conducente effettui una sosta momentanea sul luogo del sinistro senza fornire la propria identificazione né quella del veicolo coinvolto. Il dovere di fermarsi sul posto dell’incidente deve perdurare fino al completamento delle prime indagini atte all’identificazione del conducente da parte delle autorità competenti. La fermata deve avere una durata sufficiente a consentire l’identificazione del conducente e del veicolo, nonché la realizzazione di tutte le necessarie indagini riguardanti le modalità dell’incidente e le responsabilità legate alla sua causazione. Una breve sosta che non consenta gli accertamenti renderebbe la norma priva di utilità pratica. Non consentirebbe di perseguire correttamente i reati di fuga e omissione di soccorso.
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