Byton: dalla Cina la berlina elettrica con guida autonoma livello 4

La startup cinese Byton pronta a lanciare negli USA una nuova berlina elettrica con guida autonoma di livello 4 già dal 2020

 
Byton: dalla Cina la berlina elettrica con guida autonoma livello 4 La startup cinese Byton pronta a lanciare negli USA una nuova berlina elettrica con guida autonoma di livello 4 già dal 2020

La startup cinese Byton pronta a lanciare negli USA una nuova berlina elettrica con guida autonoma di livello 4 già dal 2020

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18 Giugno 2018 - 02:06

Tesla? Uber? No, la guida autonoma potrebbe prender piede negli USA partendo direttamente dalla Cina. È l'obiettivo che si pone gradualmente ma tutt'altro che lentamente la startup Byton, impegnata nelle auto elettriche e pronta ad esordire nel mercato USA nel 2020. La Byton K-Byte è l'ultima creatura della neonata casa automobilistica: presentata pochi giorni fa a Shangai, oltre a promettere ben 400 km di autonomia ha un software che la porterebbe ad una guida autonoma di livello 4, appena al di sotto del gradino più alto della scala: verità o solita strategia di marketing?

LA (BREVE) STORIA DI BYTON Apparsa per la prima volta solo allo scorso CES di Las Vegas (qui tutte le novità presentate)la startup Byton vuole contribuire al futuro della mobilità offrendo innovativi veicoli elettrici e tecnologici. Il nome del Marchio fa già capire molto, Byton è un abbreviazione di “byte su ruote” ed infatti il suo primo modello, presentato proprio a Las Vegas, ha preso il nome di M-Byte: un crossover elettrico e futuristico, non tanto per il design esterno quanto per quello interno. Allo scorso CES Asia di Shangai è arrivato il secondo concept, la berlina K-Byte, anch'essa elettrica e con qualità, a detta dei creatori, fuori dal comune. Le prospettive sono quelle di lanciare la M-Byte  sul mercato cinese già nel 2019, e la berlina K-Byte l'anno successivo, e  sembra che la costruzione di un impianto di produzione per produrre veicoli in serie sia già avviata nei pressi di Shangai. Per ora rimangono solo idee, fatto sta che sembrano esser piaciute a dei nuovi investitori che avrebbero messo a disposizione della startup 500 milioni di dollari.

PRIMA L'ELETTRICO Per prima cosa Byton si prefigura come una casa automobilistica di auto elettriche, sia la M-Byte che la K-Byte dovrebbero basarsi sulla stessa piattaforma e con due varianti di batterie: 71 kWh le entry level e 95 kWh lo step successivo, per raggiungere rispettivamente 400 km e 520 km di autonomia nel ciclo NEDC; qualcosa di più nel caso della berlina perché più aerodinamica. Sappiamo che uno dei costi principali nella produzione delle auto elettriche è legato proprio alle batterie e al loro sviluppo, Byton potrà contare sul supporto del colosso cinese CATL ma dovrà far bene i conti prima di avviare la sua fabbrica, nonostante in Asia siano nettamente più avanti di noi europei in questo campo. C'è già in progetto un terzo modello di auto “di prossima generazione”, ma prima saranno proposte sul mercato la M-Byte e la K-Byte, con quest'ultima che sfrutterà un software di guida autonoma di livello 4.

POI LA GUIDA AUTONOMA Byton utilizzerà la tecnologia fornita da un'altra startup specializzata, Aurora, che con un sottile modulo montato sul tetto (che vedete qui sopra) doterà la K-Byte di una visione a 360° dell'ambiente circostante; altri sensori LIDAR saranno installati dietro gli specchietti laterali e si ritireranno all'interno di essi quando l'auto non sarà in modalità autonoma. Tutto questo dovrebbe portare la K-Byte a diventare quasi una vettura driver-less, sottolineiamo quasi perché solo il livello 5 permette al guidatore di abbandonare totalmente i comandi, ma già avere il livello 4 nel 2020 come promesso da Byton sarebbe un grande passo avanti, soprattutto se consideriamo che il ProPilot appena lanciato da Nissan è ancora fermo al secondo. Ovviamente c'è ancora tutto un mondo normativo da regolamentare per quanto riguarda la guida autonoma, e le funzioni dei veicoli Byton sarebbero attivabili solo in zone limitate (e non in Europa, almeno nel 2020). Ma visti tutti i tragici incidenti che hanno visto coinvolte società che da anni lavorano sulla guida autonoma, vedi ad esempio Uber, come può una startup appena nata essere in una fase così avanzata? Noi, per ora, rimaniamo diffidenti.

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