Nearmiss: studiare i quasi incidenti per prevenire gli incidenti Ti è andata bene questa volta

Nearmiss: studiare i quasi incidenti per prevenire gli incidenti

Ti è andata bene questa volta, ma perché? Studiare i “quasi incidenti” Nearmiss per prevenire gli incidenti è possibile. Ecco come

16 Dicembre 2022 - 07:12

Ci sono guidatori esperti che lamentano una vera e propria fobia quando immaginano di sedersi sul sedile del passeggero. Come può avvenire ciò? Siamo davanti ad un particolare tipo di amaxofobia. Come passeggero si va a perdere il controllo del mezzo, ma soprattutto si notano quelle “leggerezze” del conducente che potrebbero culminare in un incidente. Quante volte ci siamo trovati a pensare “questa volta mi è andata bene?”. Allo stesso tempo, però, ci siamo appellati al caso o alla fortuna senza analizzarne il perché. Perché quella volta un potenziale incidente non si è verificato? Fermarsi a riflettere sulla catena di avvenimenti assume un significato fondamentale in termini di sicurezza stradale. Seppure incida una certa dose di fatalità quando ci troviamo all’interno del sistema traffico, lavorare sui nostri comportamenti è la base di una sana ed efficace guida preventiva.

NEARMISS: LA BASE DELLA PREVENZIONE

Con il termine “Near miss” viene indicato l’incidente che non produce lesione, malattia professionale o morte, ma che ha il potenziale per farlo (e quindi può essere considerato come mancato infortunio). Si stima che ogni 300 infortuni mancati avviene un infortunio vero e proprio che porta con sé conseguenze più o meno gravi. Lo studio degli infortuni mancati, perciò, può essere una fonte preziosa di indicazioni sui fattori di rischio inerenti a una particolare mansione o ad un processo produttivo. E, di conseguenza, sugli elementi da considerare per migliorare la valutazione e la gestione dei rischi. Sottovalutandoli, non si dà peso all’evento e alle sue potenziali conseguenze, non si ragiona sul perché questo è successo. Ancora una volta l’abitudine diventa il principale ostacolo per la nostra sicurezza.

NEARMISS E INCIDENTI STRADALI: LO STUDIO

Una società tecnologica Americana ha condotto un esperimento coinvolgendo 25 studenti per 18 settimane in cui è stato possibile studiarne il comportamento alla guida. Dopo aver installato su ogni auto un apparecchio composto da una telecamera e dotato di accelerometri e memoria per la registrazione, ha chiesto a conducenti di guidare la propria auto per un periodo di 9 settimane. Al temine sono stati mostrati loro i filmati per valutare la propria condotta di guida. I filmati delle prime 9 settimane mostravano scene di passaggi con il semaforo rosso, altri che si guardavano attorno distrattamente rischiando investimenti e tamponamenti, altri ancora intenti nell’utilizzo del telefono. Dopo aver fatto visionare i filmati hanno chiesto di continuare la guida per altre 9 settimane. Ora gli automobilisti erano diventati molto più prudenti ed avevano ridotto i loro comportamenti a rischio di oltre il 76%. I più spericolati metteva a rischio la propria e altrui sicurezza un paio di volte a settimana.

SICUREZZA STRADALE: GESTIRE I NEAR MISS È POSSIBILE?

Grazie ai filmati e i dati registrati, i conducenti hanno potuto vedere chiaramente le proprie abitudini scorrette di guida, ma soprattutto hanno imparato a dare la giusta attenzione alla strada correggendo gli errori, prevenendo i potenziali incidenti. Per quando riguarda la sicurezza sul lavoro attraverso il protocollo d’intesa stipulato tra Inail e Utilitalia è stato prodotto il documento “Gestione degli incidenti. Procedura per la segnalazione dei near-miss”. Nel documento viene proposta una procedura di gestione degli incidenti mancati. La procedura fornisce gli elementi per:

– identificare, raccogliere ed analizzare gli incidenti verificatisi in occasione di lavoro;

– valutare le situazioni di non conformità o di criticità organizzative, tecniche, procedurali o comportamentali che precedono gli incidenti;

– individuare ed applicare le adeguate misure correttive e preventive;

– garantire un’opportuna comunicazione biunivoca e assicurare un’immediata risposta alla segnalazione (feedback).

È utopico lavorare per trasporre tutto ciò alla sicurezza stradale? Sicuramente la strada è ancora lunga e impervia, ma non impossibile.

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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