Comportamenti alla guida: cosa vediamo quando siamo al volante? Come percepiamo i cambiamenti nel sistema strada quotidiano? Ecco cosa e come vediamo

Comportamenti alla guida: cosa vediamo quando siamo al volante?

Come percepiamo i cambiamenti nel sistema strada quotidiano? Ecco cosa e come vediamo, spesso senza accorgercene

4 Luglio 2022 - 07:07

Ti accorgeresti se il limite di velocità su un segnale stradale elettronico cambiasse? Siamo a conoscenza della cartellonistica stradale di un percorso che eseguiamo quotidianamente? Come è possibile evitare un ostacolo senza esserne consapevoli? I processi cognitivi coinvolti nell’elaborazione delle informazioni visive in ambienti di traffico familiari sono molteplici. Cosa vediamo quando siamo al volante? Attraverso strumenti appositi, come un simulatore di guida e uno studio osservazionale, si può arrivare ad una conclusione semplice ma non banale. Non sempre ce ne accorgiamo, ma nel traffico vediamo più di quanto pensiamo.

COSA VEDIAMO QUANDO GUIDIAMO? IL PERICOLO DELL’ABITUDINE

Quante volte presi da mille pensieri ci troviamo ad affrontare un tragitto o arriviamo a destinazione senza sapere come abbiamo fatto? Le persone si abituano così tanto agli ambienti di traffico familiari che non devono pensare a camminare o guidare con molta concentrazione cosciente. Possono agire senza pensarci, quindi non sempre ricordano nemmeno cosa hanno fatto. Nonostante l’apparente mancanza di consapevolezza totale o addirittura parziale, le informazioni stradali, comprese quelle che sono cambiate in un ambiente familiare, guidano il comportamentoL’elaborazione degli elementi rilevanti dell’ambiente è fondamentale per navigare nel traffico e arrivare in sicurezza a destinazione. È, poi, ampiamente condiviso che nell’ambiente del traffico la maggior parte delle informazioni rilevanti è visiva. Ciò significa che, per la maggior parte delle informazioni rilevanti filtrata ed elaborata dal cervello viene ricevuta attraverso un unico canale sensoriale: gli occhi.

GUARDARE VS VEDERE: DUE CONCETTI DIVERSI AL VOLANTE

Guardarsi intorno non rappresenta effettivamente ciò che può essere visto. Anche se molte persone sono sicure di notare tutto ciò che c’è intorno loro, in realtà non lo fanno affatto. Gli occhi scansionano l’ambiente traffico nei punti dove sono attese informazioni pertinenti, sulla base dell’esperienza precedente. Questa è la prima barriera per tutti gli elementi di informazione visiva non pertinenti presenti nel nostro ambiente. Successivamente, le informazioni visive selezionate vengono filtrate ed elaborate dal cervello per creare una rappresentazione significativa di ciò che ci circonda. In circostanze specifiche, guardare qualcosa può infatti portare a vedere quello che ci si aspetta di vedere, e non quello che si ha davvero davanti. Invece di essere una riproduzione realistica, la rappresentazione mentale del nostro ambiente è composta da elementi che noi abbiamo inconsapevolmente arricchito o sovrascritto. È questa rappresentazione che determina in gran parte come cerchiamo e individuiamo la nostra strada nel traffico.

COMPORTAMENTI AL VOLANTE: IL PUNTO DI VISTA DI UN UTENTE DELLA STRADA

Le informazioni che possiamo recepire dall’ambiente sono quindi moltissime, ma come vengono selezionate? Gli utenti della strada possiedono azioni per far fronte al sovraccarico di informazioni e ai sentimenti di incertezza. Le strategie principali che vengono messe in atto sono tre:

ridurre la velocità con cui si viaggia aumenta il tempo a disposizione per elaborare le informazioni che man mano si incontrano;

ignorare le informazioni discordanti (tanto diffuso quanto pericoloso per la circolazione);

attenersi a percorsi familiari, cioè quelli molto conosciuti, riduce la quantità di nuove informazioni che devono essere elaborate e aumenta la prevedibilità.

Il comportamento abituale permette alle persone di coltivare e fare affidamento sull’automaticità, che viene utilizzata per l’elaborazione delle informazioni, il processo decisionale e il comportamento.

IL COMPITO PIÙ DIFFICILE AL VOLANTE: GUIDARE CON LA MENTE

Questa modalità comportamentale è supportata da un maggiore automatismo nel comportamento, detto anche comportamento qualificato. Esso è molto diffuso in quanto presenta alcuni vantaggi:

– è veloce;

– mira al risparmio di risorse ed energia;

– ci consente di eseguire più attività.

Questi sono tutte componenti potenzialmente vantaggiose nel traffico. Tuttavia, gli svantaggi portano a conseguenze drastiche:

gli errori sono in agguato, con l’aumento della probabilità di rischio di incidente e violazioni del Codice della Strada;

– in un ambiente conosciuto, non dovendo elaborare nuove informazioni, aumenta la velocità;

– ad alte velocità è molto difficile riconoscere i nostri errori, rendendo quindi più difficile correggerli.

Agire senza consapevolezza non si limita certamente alla guida. Ma quando ci troviamo al volante è fondamentale “esserci, guidando prima di tutto con la mente”, e poi, necessariamente, anche con il corpo!

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