Il litio classificato “pericoloso”: l’autogol dell’Europa favorirà la Cina La decisione della Commissione UE sui sali di litio potrebbe cambiare le sorti dell’industria estrattiva dei metalli su un settore strategico per l’Europa

Il litio classificato “pericoloso”: l’autogol dell’Europa favorirà la Cina

La decisione della Commissione UE sui sali di litio potrebbe cambiare le sorti dell’industria estrattiva dei metalli su un settore strategico per l’Europa

11 Luglio 2022 - 09:07

La Commissione UE è di fronte a una proposta che potrebbe affossare i tentativi dell’industria europea di slegarsi dalla dipendenza dalla Cina. La richiesta dell’Agenzia europea delle Sostanze Chimiche (ECHA) punta a classificare alcuni composti derivati di litio come sostanze molto pericolose. Una mossa altrettanto pericolosa secondo l’associazione di produttori e riciclatori di metalli non ferrosi (Eurometaux). Una classificazione di rischio penalizzante per il litio sarebbe un controproducente rafforzamento della Cina nell’attività di estrazione e lavorazione dei metalli necessari per le batterie al litio e i magneti permanenti nei motori delle auto elettriche.

3 SALI DI LITIO NELLA LISTA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE

Avevamo già scritto sulle strategie della Cina per ostacolare l’indipendenza degli USA, ma a quanto pare in Europa non serviranno grossi sforzi dall’Asia se sarà accolta la proposta dell’ECHA sul litio. L’aggiornamento dei regolamenti REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) e CLP (Classification, Labelling and Packaging) potrebbe inquadrare 3 sostanze a base di litio come pericolose per l’ambiente e l’uomo:

carbonato di litio;

cloruro di litio;

idrossido di litio.

Sono le sostanze finite al centro di una richiesta ufficiale da parte dell’ANSES – Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e della salute sul lavoro in Francia all’ECHA, che ha avanzato la proposta alla Commissione europea.

INVESTIMENTI SULL’ESTRAZIONE E LAVORAZIONE DEL LITIO A RISCHIO IN EUROPA

L’ECHA ha promosso la richiesta di inserire i 3 sali di litio nella Categoria 1-A assieme alle sostanze ad alto rischio. Sulla decisione finale la Commissione europea dovrebbe prendere una posizione entro il 2023. Intanto però l’associazione europea delle aziende che lavorano i metalli non ferrosi mette in guardia sull’impatto che avrebbe una regolamentazione del genere. Eurometaux – European Metals Association – sostiene che l’Europa stia facendo il passo del gambero. Da un lato ha puntato sulla transizione energetica della mobilità e pianificato lo stop ai motori a combustione. Dall’altro però si rischia di creare ulteriore incertezza su un settore – l’estrazione e la raffinazione dei metalli ferrosi e non ferrosi – quasi totalmente controllato dalla Cina.

LITIO PERICOLOSO? LA POSIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PRODUTTORI METALLI

“L’Europa si trova in un momento critico della sua transizione energetica e deve attrarre investimenti urgenti in nuove capacità di produzione interna di litio e altri metalli strategici”, scrive l’associazione in una lettera postata su Linkedin. “E’ il momento per l’Europa di realizzare una strategia industriale coerente, che offra alle imprese locali le condizioni di cui hanno bisogno per competere in una gara in cui l’UE sta recuperando terreno. A nostro avviso, le prove scientifiche sono troppo deboli e non giustificano una classificazione dei pericoli così grave. Abbiamo chiesto all’UE di riportare la proposta all’attenzione degli esperti per una valutazione scientifica. Altrimenti la regolamentazione del litio oggi sarà seguita da un altro metallo strategico domani e si unisce già a una lunga lista di metalli bloccati nell’incertezza chimica dell’UE”.

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