La rivoluzione verde nell'automotive: tempi, modalità e implicazioni della transizione ecologica per le Case auto al 2030
L’industria automobilistica sta vivendo la sua più veloce e profonda trasformazione. In quasi 140 anni di storia, mai, il settore delle quattro ruote, aveva affrontato un periodo di cambiamento così radicale. Il motivo riguarda la transizione ecologica e la corsa verso l’elettrificazione. La necessità di ridurre l’impatto ambientale del comparto delle quattro ruote, infatti, ha spinto tutti i Costruttori ad avviare una fase di rinnovamento della gamma che porterà presto a una vera e propria invasione di auto a batteria. La rivoluzione, è addirittura più profonda, e riguarda batterie, tecnologie, servizi, impianti, occupazione, etc. Ma quali sono i tempi e i modi con i quali i grandi gruppi automotive hanno deciso di muoversi verso le zero emissioni? Facciamo chiarezza.
VOLKSWAGEN: SOLO ELETTRICHE DAL 2033
Quando si parla di elettrificazione, lasciando da parte le startup e le aziende come Tesla che a zero emissioni ci sono nate, non si può non iniziare da Volkswagen. Il gruppo tedesco, secondo al mondo per volumi di vendita dietro solo a Toyota, è forse quello che ha virato verso la e-mobility in modo più deciso. Complice – probabilmente – anche il fatto che una decina di anni fa sia stato protagonista dello scandalo Dieselgate a seguito del quale ha dovuto in qualche modo ricostruirsi una reputazione.
Le mosse del gruppo in termini di elettrificazione sono chiare. Tutto parte dalla piattaforma modulare MEB, sulla quale sono state costruite le auto elettriche di nuova generazione e che ha permesso di passare da una serie di modelli alimentati a batteria derivati da piattaforme termiche (vengono in mente e-up! ed e-Golf) a vetture nate a zero emissioni sin dall’origine. È grazie alla MEB che sono arrivate ID.3, ID.4 e ID.5. Ma è sempre grazie alla MEB che anche gli altri brand del gruppo di Wolfsburg si sono lanciati nell’elettrico. Skoda Enyaq, Audi Q4 e-tron, Cupra Born sono tutti esempi di questa rivoluzione.
È solo l’inizio. Il brand Volkswagen ha infatti piani ancor più ambiziosi. L’idea è di arrivare a vendere solo elettriche entro il 2033 e di raggiungere la neutralità carbonica di tutta l’attività nel 2050. Per farlo, la Casa sta lavorando a una piattaforma di nuova generazione, che è individuata internamente con il nome di progetto Trinity. È una piattaforma meccatronica, o software oriented, che darà vita alle elettriche del futuro. Volkswagen sta anche lavorando alle elettriche economiche, quelle da 25.000 euro. Arriveranno a partire dal 2025 e saranno basate su una variante compatta della piattaforma MEB. La Casa ha dato un assaggio di quello che succederà con la ID.2all, concept che mostra una sorta di “Polo elettrica” (soprattutto per il design) e che farà da base a vetture equivalenti a marchio Skoda, Cupra e forse Seat.
TOYOTA: 30 AUTO ELETTRICHE ENTRO IL 2030
Toyota, al momento, è il primo gruppo automobilistico al mondo. A quanto pare, ha intenzione di esserlo ancora a lungo e, per mantenere la leadership, punta su una strategia multi-alimentazione. Il colosso nipponico aveva già annunciato nel 2021 un mastodontico investimento da utilizzare fino alla fine del decennio per la completa riconversione dell’azienda alla produzione di auto elettriche e batterie. Poi, ha annunciato anche un secondo investimento per lo sviluppo di tecnologie alternative come l’ibrido di nuova concezione, le fuel cell e l’idrogeno in generale. Il Toyota-pensiero, infatti, si basa sul fatto che la lotta al cambiamento climatico sia più efficace se si offre una pluralità di scelte.
Più di recente, però, complice anche il cambio al vertice, con l’arrivo di Koji Sato al posto di Akio Toyoda, il gruppo sta accelerando il passaggio all’elettrico a batteria. Toyota punta ad avere una gamma di 30 veicoli elettrici entro il 2030. Copriranno ogni nicchia di mercato, mezzi commerciali inclusi. Lexus, brand premium del gruppo, avrà un ruolo chiave e sarà esclusivamente elettrico entro il 2030. Per quell’anno Toyota punta a vendere 3,5 milioni di vetture alimentate solo a batteria. Di queste, 1 milione saranno proprio Lexus.
C’è di più: tra le priorità dettate dal nuovo Ceo c’è quella di ripensare tutte le attività legate ai processi produttivi al fine di migliorare l’efficienza generale e aumentare la condivisione di componenti e tecnologie. Inoltre, la Casa starebbe già pensando di costruire una piattaforma evoluta che possa sostituire la e-TNGA presentata nel 2019 come base per auto elettriche, ibride e termiche.
STELLANTIS: ZERO EMISSIONI ENTRO IL 2030
Il gruppo Stellantis sta correndo sull’elettrificazione. Già entro la fine del 2023 prevede di lanciare 13 nuove vetture elettriche e 4 nuove vetture plug-in hybrid. Grazie a uno sforzo finanziario pari a 30 miliardi di euro tutto il gruppo sarà a zero emissioni in Europa per il 2030 e, per arrivare al risultato, ogni suo brand intraprenderà un percorso preciso in quella direzione. Alfa Romeo, ad esempio, farà solo auto elettriche a partire dal 2027. Lancia, addirittura, dal 2026. DS introdurrà sul mercato solo auto elettriche dal 2024, anche se si immagina che continuerà a vendere modelli dotati di motore termico ancora per un po’. Peugeot farà altrettanto dal 2025 e Opel seguirà a ruota, dal 2028. Jeep ci metterà appena di più: il limite fissato è proprio il 2030.
RENAULT-NISSAN: 40 MILIARDI DI EURO NELL’ELETTRIFICAZIONE
Renault e Nissan hanno rivisto di recente i rapporti che li legano in quella che è chiamata la Grande Alleanza (dove c’è pure Mitsubishi). Così facendo hanno posto le basi per il futuro. Per quanto riguarda Renault, il piano, finanziato con 23 miliardi di euro prevede di avere a listino solo auto elettriche entro il 2030. Guardando a orizzonti più vicini, per tutti i marchi del gruppo, Renault ha messo in cantiere 10 nuovi modelli elettrici entro il 2025. Le altre auto saranno invece ibride con l’obiettivo di coprire il 35% delle vendite entro la metà del decennio. Renault punta anche a conquistare grosse quote di mercato in Europa con i suoi nuovi veicoli commerciali a idrogeno. Si sa da tempo, inoltre, che il marchio sportivo Alpine diventerà 100% elettrico e comprenderà 3 modelli, mentre Mobilize, divisione legata alla mobilità condivisa, avrà 4 veicoli elettrici destinati a car sharing, ride sharing e consegne ultimo miglio.
I piani di breve termine di Nissan, quelli che arrivano fino all’anno fiscale giapponese 2023 (che termina a marzo 2024), prevedono globalmente 3 modelli elettrici, 3 con tecnologia e-Power (il famoso ibrido in serie della Casa) e un ibrido plug-in. I piani di lungo termine, invece, sono stati appena rivisti con obiettivi più ambiziosi. La Casa ha intenzione di presentare 27 auto elettrificate entro il 2030, di cui 19 saranno 100% elettriche. Nissan non ha rivelato quanto investirà nella transizione, che dovrebbe costare circa 18 miliardi di euro per arrivare ad avere una gamma interamente a zero emissioni entro il 2035. Già nel 2030 la Casa venderà solo auto elettriche o ibride.
FORD, SPIN OFF EV E ACCORDO CON VOLKSWAGEN
Ford, nel 2021, ha annunciato investimenti per 30 miliardi di dollari nell’elettrificazione da impiegare entro il 2025, raddoppiando la cifra già comunicata in precedenza. Le previsioni parlano di una gamma a zero emissioni o al massimo plug-in entro il 2026 e di vetture esclusivamente a batteria entro il 2030. In questo, l’Europa farà da apripista, con gli altri mercati, incluso quello a stelle e strisce, che seguiranno a ruota. La Casa dell’Ovale Blu sta lavorando anche per scorporare la divisione dedicata alle auto elettriche, creando un vero e proprio spin-off. Per farlo, ha messo in conto una spesa compresa tra i 10 e i 20 miliardi in 10 anni.
Per i veicoli commerciali, nel 2024 tutta la gamma sarà “zero emission capable” e i due terzi delle vendite saranno elettriche o ibrido plug-in entro il 2030. Da ricordare che in Europa alcuni modelli elettrici (due o forse tre) saranno basati sulla piattaforma MEB di Volkswagen. Questo grazie a un accordo firmato tra le due Case che consente a Ford di accelerare i tempi di sviluppo.
HONDA CON GM E ALTRI PER ELETTRIFICARE LA GAMMA
Honda ha esordito nella mobilità elettrica di nuova concezione con un modello che ha fatto parlare di sà per prestazioni e design: la Honda e. Dopo il primo esperimento, la Casa nipponica vuole fare le cose sul serio, progettando un’intera gamma a zero emissioni. L’obiettivo è quello di arrivare ad avere due terzi delle proprie vendite entro il 2030. Dal 2022 tutti i modelli della Casa venduti in Europa hanno almeno una variante elettrificata ed entro il 2025 l’intera gamma sarà completamente elettrica.
Per ottenere questi risultati Honda ha stanziato 38 miliardi di euro. Tra i partner di lusso che accompagneranno Honda verso la neutralità carbonica ci sono anche Sony, con la quale sta sviluppando vetture elettriche ad alto contenuto di tecnologia, e General Motors, con la quale praticherà migliori economie di scala. Oltretutto il gruppo statunitense, che vuole diventare carbon neutral entro il 2040, ha stanziato 37 miliardi di dollari (inizialmente erano 27 ma ne sono stati aggiunti 10) per rinnovare la propria gamma e sviluppare tecnologie e come la nuova piattaforma Ultium. Grazie a questa mossa, GM tornerà anche in Europa, mercato dal quale manca da parecchi anni. Lo farà – naturalmente – con sole vetture elettriche.
HYUNDAI-KIA INVESTE SU ELETTRICO E IDROGENO
Hyundai e Kia hanno sposato l’elettrificazione con un certo anticipo su tante concorrenti. Questo ha permesso loro di creare una gamma di veicoli a zero emissioni moderna ed efficiente, che ha garantito al gruppo coreano la vittoria di numerosi riconoscimenti. Basti pensare a quanto ottenuto dalla Ioniq 5 o dalla EV6, tanto per fare 2 nomi. Entro il 2030 il gruppo Hyundai investirà anche 6,7 miliardi di dollari sull’idrogeno.
Guardando al futuro, la sola Hyundai avrà 12 nuovi modelli elettrici entro il 2025, anno in cui dovrebbe arrivare a vendere 560.000 unità all’anno. Inoltre, elettrificherà totalmente la propria gamma entro il 2030, con la speranza di raggiungere una quota del mercato elettrico globale intorno all’8-10%. La Casa ha stanziato 10 miliardi di euro a sostegno della transizione e punta ad arrivare al 2035 con una gamma interamente a zero emissioni, elettriche o a idrogeno in Europa.
Kia, invece, per il 2026 avrà 11 modelli elettrici e mira a vendere 880.000 unità a zero emissioni nel 2030, con una gamma elettrica pari al 40% delle proprie vendite.
BMW PLUG-IN E NUOVA PIATTAFORMA NEUE KLASSE
BMW non ha ancora fornito date certe per l’azzeramento definitivo delle proprie emissioni. Ha detto però che nel 2030 il 50% delle proprie vendite sarà elettrificato, in circolazione ci saranno 7 milioni di BMW, di Mini e anche di Rolls-Royce ricaricabili. BMW, inoltre, ha ripreso in mano anche lo studio di tecnologie legate all’uso dell’idrogeno, sia come carburante da utilizzare nei motori tradizionali sia per alimentare powertrain dotati di fuel cell (celle a combustibile).
La Casa di Monaco sta affrontando la transizione con una certa convinzione. Lo sta facendo non solo con i nuovi modelli elettrificati in arrivo (13 elettrici e 12 ibridi plug-in) ma anche con lo sviluppo della nuova piattaforma Neue Klasse che gli permetterà di fare un salto decisivo verso le zero emissioni. Inoltre, la Casa ha già prenotato batterie per un valore di 12,2 miliardi di euro e ne investirà in tutto 30 miliardi di euro per la transizione ecologica.
JAGUAR E LAND ROVER ELETTRICHE A DUE VELOCITA’
Jaguar e Land Rover, sostenute dagli investimenti di Tata, hanno messo a punto un ambizioso piano per la transizione energetica dal nome “Reimagine” che porterà il gruppo industriale a essere carbon neutral entro il 2039.
Scendendo nello specifico, Jaguar diventerà un brand ancor più votato al lusso e alla sportività e produrrà auto esclusivamente elettriche entro il 2025. Land Rover, invece, convertirà la gamma in modo un po’ più progressivo: avrà la sua prima elettrica nel 2024 e per la fine del decennio offrirà una variante a zero emissioni di ogni vettura a listino. Il tutto, grazie a tre piattaforme, una per Jaguar e due per Land Rover. Nel futuro c’è anche l’idrogeno partendo dal progetto Zeus per avere un primo prototipo su strada entro l’anno in corso. Nelle intenzioni del gruppo c’è anche la costruzione di una Gigafactory europea la cui sede non è ancora stata definita, ma quasi sicuramente sorgerà nel Regno Unito.
MERCEDES E SMART: LA GAMMA TOTALMENTE ELETTRICA CON GEELY
Mercedes è tra le Case con gli obiettivi più ambiziosi in termini di transizione ecologica. Dal 2030 sarà un brand esclusivamente elettrico e nel 2039 sarà carbon neutral, con la compensazione della CO2 relativa alla propria attività produttiva attraverso una serie di progetti ad hoc. Gli step intermedi vedono il 30% delle vendite già elettriche nel 2025. L’elettrico, insieme all’idrogeno, riguarderà anche il trasporto pesante.
L’elettrificazione del gruppo Mercedes passa anche da Smart, marchio che già da tempo è a zero emissioni ma che si è riorganizzato con la creazione della joint venture Daimler-Geely che vede le due aziende impegnate alla pari. Smart, EQ Two a parte, ha presentato il SUV compatto #1 e, poco dopo, il SUV-coupé #3 e ha l’obiettivo di creare un’intera gamma elettrica che vada a presidiare diversi segmenti di mercato.
VOLVO: DAL 2030 NON PRODURRA’ PIU’ MOTORI ICE
Tra i brand che nel 2030 saranno solo elettrici c’è anche Volvo. Dal 2030 in avanti, a Goteborg non si faranno più motori termici. Da qui al 2026 la Casa lancerà 6 nuove auto elettriche, dalla EX90, SUV-ammiraglia, alla piccola EX30, vettura compatta che aprirà nuovi scenari commerciali per il brand. L’evoluzione sarà accompagnata anche da nuove strategie di vendita, che vedranno una crescente importanza per l’acquisto l’online. Da non dimenticare che nella corsa verso le zero emissioni Volvo può contare anche su un marchio come Polestar, nato elettrificato e ora completamente elettrico, che sta lavorando per raggiungere la completa carbon neutrality in tempi brevi.
MAZDA E SUZUKI IN RITARDO SUL 100% ELETTRICO
Mazda e Suzuki sono due Case che non hanno un legame particolare tra loro. Ma sono accomunate da un certo ritardo verso la transizione. Mazda, che un’elettrica a listino già ce l’ha (la MX-30), ha da poco messo a punto una strategia che si articola su tre fasi con la quale vuole recuperare il terreno perduto. Nella prima fase (2022/2024) svilupperà nuove tecnologie per l’elettrificazione; nella seconda (2025/2027), preparerà il terreno alle nuove vetture; nella terza (2028/2030) lancerà una gamma di auto solo elettriche. Entro il 2035, inoltre, il costruttore giapponese si è prefissato l’obiettivo di arrivare alla neutralità carbonica.
Per quanto riguarda Suzuki, invece, il percorso è un po’ diverso. La Casa di Hamamatsu, che ha reso ibrida tutta la gamma, grazie anche alla collaborazione con Toyota, ha deciso che investirà circa 32 miliardi di euro da qui al 2030 per creare una strategia a zero emissioni. Serviranno per lo sviluppo di auto elettriche, per avviare la produzione di batterie e per la ricerca di tecnologie come la guida autonoma. La Casa ha detto che presenterà due auto elettriche entro marzo 2024: una sportiva compatta e una Keicar (“mini auto” tipiche del Giappone).
LA CORSA ALLA PRODUZIONE BATTERIE AL LITIO DELLE CASE AUTO
Quando si parla di auto elettriche si parla per forza di cose anche di batterie ad alta tensione, anche se la batteria a 12 V continua ad essere fondamentale. Per questo motivo le Case auto che spingono sulla transizione devono trovare il modo di assicurarsi un numero adeguato di accumulatori, nonché ad un prezzo conveniente. Così, tutti i principali Gruppi sono particolarmente attivi su questo fronte.
Dopo un’iniziale dipendenza dai grandi produttori asiatici, tutti stanno cercando di conquistare una certa indipendenza, almeno nell’assemblaggio di moduli e pacchi batterie. Lo fanno sia investendo in startup concentrate sulla realizzazione di batterie di prossima generazione (stato solido, litio-zolfo, litio-sodio, celle 4680 e altre) sia organizzando una produzione in proprio.
Per questa particolare attività il lavoro è decisamente complesso. Gli OEM devono stringere accordi con l’industria mineraria per garantirsi le materie prime necessarie, devono allestire linee produttive in grado di soddisfare la richiesta, devono studiare soluzioni di “second life” e di riciclo che consentano di ottimizzare le risorse e di ridurre l’impatto ambientale dei loro prodotti. Andando al sodo, e cioè alla produzione vera e propria, tutti stanno creando la propria rete di Gigafactory. Guardiamo soprattutto i produttori europei.
- Volkswagen ha fondato una società a parte, la PowerCo, per gestire le 6 fabbriche che vuole costruire in giro per il mondo. Ha stanziato 20 miliardi di euro di investimenti e mira a creare 20.000 nuovi posti di lavoro.
- Stellantis punta su ACC, joint venture che vede 3 soci alla pari PSA, Mercedes e Total. Produrrà anch’essa batterie in 6 gigafactory sparse per il mondo. Al momento ne è stata inaugurata una in Francia, una è in costruzione in Germania e una sarà anche in Italia, a Termoli, in provincia di Campobasso, attesa per il 2026.
- Jaguar Land Rover. Grazie al sostegno di Tata vuole costruire uno stabilimento per batterie nel Regno Unito.
- BMW. La Casa di Monaco al momento si affida a fornitori esterni ma sta rinnovando lo stabilimento di Debrecen (2 miliardi di euro stanziati) per avviare la produzione in proprio di batterie del futuro, il 30% più efficienti e realizzate con metodi green che ridurranno del 60% le emissioni di CO2.
- Mercedes. Anche la Casa della Stella, che come detto è socio alla pari in ACC, è molto attiva in Ungheria. Lì lavorerà fianco a fianco con CATL, colosso cinese che da solo detiene il 37% della produzione mondiale di batterie.
- Volvo, molto attiva anche con la startup svedese Northvolt, vuole costruire batterie per auto e camion elettrici con 2 fabbriche situate in Svezia e Belgio.
- Renault. La Casa della Losanga vuole creare un polo produttivo “interno” situato nel nord della Francia. Si chiamerà ElectricCity e sarà composta da una rete di fabbriche per auto e batterie che richiede un investimento di 30 miliardi di euro da qui a fine decennio.
Come l’Europa, anche gli USA cercano di costruire una propria indipendenza sul tema della produzione delle batterie. Grazie all’amministrazione Biden e ai consistenti aiuti messi in campo per sostenere la transizione ecologica, tanti sono i progetti su suolo statunitense messi in campo dalle Case locali e dalle Case nipponiche e coreane che sul mercato a stelle e strisce hanno una storica presenza. General Motors, Ford, Toyota, Honda, Hyundai e Kia – per citare le principali – sono tutte in fermento per costruire le loro Gigafactory in America del Nord. Di certo il recente Inflation Reduction Act (IRA) di Biden gli permetterà di accedere ad importanti sussidi.
Questo articolo fa parte del terzo aftermarket report di SicurAUTO.it Auto Connesse ed Elettriche: le opportunità di oggi e domani. Per leggerlo tutto clicca il banner sotto.