Un SUV ha costi di utilizzo circa il doppio di un’utilitaria Un’indagine punta a valutare i costi reali di un’auto considerando anche l’impatto dei costi sociali su 3 tipologie di auto a confronto

Un SUV ha costi di utilizzo circa il doppio di un’utilitaria

Un’indagine punta a valutare i costi reali di un’auto considerando anche l’impatto dei costi sociali su 3 tipologie di auto a confronto

17 Marzo 2022 - 04:03

Qual è il costo reale da affrontare per guidare un’auto? Nel conteggio non c’è solo da considerare il costo d’acquisto dei veicoli che si guideranno durante la propria “vita da automobilista”. Ma invece è necessario includere, naturalmente, anche il costo del carburante e tante altre spese accessorie. Ci sono le tasse e le spese assicurative, i costi di parcheggio, gli interventi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, e diversi altri elementi da tenere in conto. A tutti questi costi “privati” si aggiungono anche dei costi “sociali” che hanno un impatto più o meno significativo nel corso della vita di un’auto. L’indagine The lifetime cost of driving a car ha provato a far luce su tutti questi costi andando a considerare tre vetture completamente differenti tra loro.

L’INDAGINE SUI COSTI DA SOSTENERE PER L’AUTO

Il paper che riassume questa dettagliata indagine punta ad individuare i costi privati e sociali legati all’utilizzo di un veicolo. Mentre se sei interessato al TCO – Total Costs of Ownership, puoi vedere trovarli in questo articolo. Per l’indagine sono state considerate tre auto particolarmente diffuse come:

– l’Opel Corsa, ovvero una city car economica;

– la Volkswagen Golf, una compatta simbolo del mondo delle quattro ruote europeo;

– un SUV, la Mercedes GLC, punto di riferimento dell’attuale mercato premium;

L’indagine ha ipotizzato una percorrenza annuale di 15 mila chilometri. Per valutare i costi complessivi legati al possesso di un’auto è stato considerato un arco temporale di 50 anni (con un periodico rinnovamento del veicolo per un passaggio al modello successivo).

CI SONO COSTI PRIVATI E COSTI SOCIALI DA CONSIDERARE

Per determinare i costi legati al possesso di un’auto, in rapporto alla tipologia di veicolo scelto, sono state individuate 23 voci di costo “privato” e 10 voci di costo “sociali”. Nella prima categoria troviamo tutte quelle voci strettamente legate all’acquisto, al mantenimento ed all’utilizzo di un veicolo. Per ogni categoria di veicolo sono stati considerati costi al chilometro, al mese ed all’anno. La stessa analisi è stata poi ripetuta per quanto riguarda i costi sociali. In questa categoria sono comprese voci come i costi legati a danni da incidenti non risarciti, all’inquinamento dell’aria dovuto all’utilizzo del veicolo, con relative spese aggiuntive che la società deve affrontare per i cambiamenti climatici, e ai costi per la manutenzione delle infrastrutture. Anche in questo caso, per ogni categoria di veicolo, sono stati considerati costi al chilometro, mensili e annuali.

UN SUV COSTA QUASI IL DOPPIO DI UNA CITY CAR

Le prime conclusioni dell’indagine riguardano i costi privati legato alle tre differenti categorie di veicolo analizzate. Come prevedibile, una city car come l’Opel Corsa comporta un costo inferiore rispetto alle altre due categorie considerate. Il confronto con i dati della Mercedes GLC, conferma come l’utilizzo di un SUV comporti un costo quasi doppio rispetto ad una city car. Il passaggio da una city car ad una compatta, invece, non comporta una crescita così elevata dei costi. L’aumento della spesa annuale è inferiore ai 1.000 euro e, quindi decisamente più sostenibile rispetto a quanto si registra nel passaggio da una city car ad un SUV.

L’IMPATTO SUL REDDITO DELL’AUTO

Questi dati vengono poi confrontati con il reddito in modo da valutare l’impatto che avere ed utilizzare un’auto ha nel corso della vita. Per le categorie sociali più ricche, come prevedibile, l’impatto è minimo. Per i lavoratori a basso reddito, invece, anche una semplice city car può rappresentare più di un investimento pari a più di un terzo dei propri guadagni. Lo studio chiarisce come i lavoratori a basso reddito abbiano la possibilità di ridurre l’impatto del costo dell’auto. Per quest’obiettivo è possibile, ad esempio, ridurre la percorrenza annuale (riducendo i costi legati all’utilizzo) oppure unire due fonti di reddito (ad esempio i redditi di due coniugi) per coprire i costi dell’auto).

L’IMPATTO DEI COSTI SOCIALI: LA TIPOLOGIA DI VEICOLO HA UN’INFLUENZA RIDOTTA

Ampliando l’analisi e considerando l’impatto dei costi sociali sul costo complessivo legato alla proprietà ed all’utilizzo di un’auto i rapporti di forza non cambiano. Il SUV ha ancora un costo complessivo annuale di molto maggiore rispetto ad una city car. La differenza è però quasi interamente legata alla differenza di costi privati. Un’Opel Corsa comporta un costo annuale di oltre 11 mila euro mentre una Mercedes GLC comporta un costo di oltre 18 mila euro. La differenza tra i costi sociali legati ai due veicoli è minima e pari, nell’esempio, a 600 euro (meno del 10% della differenza complessiva). Di conseguenza, per una city car si registra un’incidenza dei costi sociali sui costi totali nettamente superiore rispetto a quella di un SUV.

UNA CITY CAR PUO’ RAPPRESENTARE FINO AL 60% DEL REDDITO DI UN LAVORATORE

Per i lavoratori a basso reddito, i costi complessivi di un’auto possono raggiungere una percentuale altissima del proprio reddito. Considerando sia i costi privati che i costi sociali, infatti, un SUV può arrivare a coprire quasi integralmente il reddito di un singolo lavoratore. Da notare che anche una più comune ed economica city car rischia di avere un impatto notevole sul reddito, arrivando a coprire fino al 60% dei guadagni di un singolo lavoratore. L’impatto dei costi sociali per i lavoratori a basso reddito è, quindi, sostanziale. Anche scegliendo sempre una city car, infatti, i costi sociali comportano quasi un raddoppio dei costi legati all’auto rispetto a quanto si registra limitando l’analisi ai soli costi privati.

L’AUTO COMPORTA SPESE SUPERIORI ALLE STIME TRADIZIONALI

Secondo gli autori dell’indagine, il possesso e l’utilizzo di un’auto comporta un costo molto maggiore rispetto a quelli noti dalle stime tradizionali. Limitare l’indagine ai soli costi privati, infatti, non rappresenta un’analisi completa di quelli che sono le reali spese da sostenere. Per gli automobilisti a basso reddito, che non hanno la possibilità di dividere le spese con un altro soggetto (come il coniuge), l’impatto dei costi reali di un’auto raggiunge una percentuale superiore alla metà dei propri guadagni. Le implicazioni sociali sono evidenti. Gli autori dello studio ritengono che il sistema di trasporto privato sia, in gran parte, da considerare “inefficiente e ingiusto”. Il possesso e l’utilizzo di un’auto comporta, infatti, dei costi privati che sono fortemente legati al reddito e crescono al crescere dei guadagni. Contestualmente, però, ci sono dei costi sociali che sono distribuiti in modo più omogeneo tra le diverse fasce sociali. Il peso dei costi sociali è, quindi, molto più rilevante per le famiglie a basso reddito e diventa quasi ininfluente per i redditi alti, incrementando le disparità economiche della società.

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