
Prezzo benzina dal 2 agosto: cosa succede se cade il Governo
Quale sarà il prezzo della benzina dopo il 2 agosto, quando terminerà la proroga del taglio delle accise? Soprattutto se cade il Governo Draghi?
Quale sarà il prezzo della benzina dopo il 2 agosto, quando terminerà la proroga del taglio delle accise? Soprattutto se cade il Governo Draghi?
Negli ultimi giorni si sono intravisti segnali incoraggianti sul prezzo della benzina, ma adesso l’attenzione del pubblico è tutta rivolta al 2 agosto 2022, quando scadranno gli effetti del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che lo scorso 24 giugno ha prorogato fino a quella data il taglio delle accise sui carburanti. In realtà si vociferava già di un’ulteriore proroga per tenere ribassato il prezzo di benzina, diesel, gpl e metano per l’intero mese di agosto, ma nelle ultime ore il quadro è completamente cambiato con lo ‘schiaffo’ del M5S al Governo Draghi e la possibile (probabile?) caduta dell’Esecutivo. Ipotesi che potrebbe comportare l’impossibilità di deliberare una nuova proroga del taglio delle accise, con ricadute pesantissime sulle tariffe dei carburanti proprio ad agosto, il mese in cui milioni di italiani si spostano in auto per le vacanze.
+++ In data 19 luglio 2022, 24 ore dopo la pubblicazione di questo articolo, i ministri competenti hanno firmato il decreto Interministeriale che proroga fino al 21 agosto 2022 le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti. Si estende così fino a tale data il taglio di 30,5 centesimi al litro per benzina e diesel e d’importo inferiore per gpl e metano. +++
TAGLIO ACCISE CARBURANTI: COME STANNO LE COSE
Ricordiamo che attualmente, e sarà così fino a martedì 2 agosto, le aliquote di accisa sono state rideterminate a 0,4784 euro/litro (era 0,7284) sulla benzina, a 0,3674 euro/litro (era 0,6174) sul diesel e a 0,18261 euro/kg (era 0,26777) sul gpl. Per quanto riguarda il metano, invece, l’accisa (che comunque era molto bassa) è stata completamente azzerata e l’Iva portata al 5%. Questo provvedimento, considerando anche l’impatto sull’Iva, ha generato un risparmio di 30,5 centesimi di euro su 1 litro di benzina e gasolio e di importo inferiore, ma comunque importante, su gpl e metano, consentendo di mantenere i prezzi alla pompa nei limiti del tollerabile.
PREZZO BENZINA DOPO IL 2 AGOSTO: LE IPOTESI
La situazione tornerà però rapidamente a farsi difficile se dopo il 2 agosto non interverrà un nuovo decreto di proroga del taglio delle accise. Come anticipavamo, oggi lunedì 18 luglio 2022, dopo tempo immemore, il prezzo della benzina self è tornato finalmente sotto la soglia dei 2 euro/litro nella media nazionale (1,993 €/l contro i 2,009 €/l di venerdì scorso), ma già da qualche giorno si avverte un calo generale delle tariffe dei carburanti. Calo che però risulterà vano se all’inizio di agosto i prezzi di benzina e diesel risulteranno nuovamente appesantiti del carico delle accise nella loro totalità. Significa che rischieremo di vedere ai distributori prezzi di circa 2,30 euro/litro sui carburanti più comuni. E proprio durante il mese delle vacanze, con conseguente salasso per le tasche degli italiani.
COSA SUCCEDE SE CADE IL GOVERNO
E pensare che appena un paio di settimane fa, quando l’ipotesi di una crisi di Governo sembrava lontanissima, il titolare del MISE Giorgetti aveva rassicurato tutti spiegando che l’Esecutivo stava valutando un’altra proroga dello sconto, visto che le tariffe risultavano ancora insostenibili per le diverse categorie di consumatori. E non era certo agosto il mese adatto per tornare al prezzo pieno. Ma se mercoledì prossimo, quando il premier si recherà alle Camere per la fiducia, dovesse consumarsi lo strappo definitivo tra il M5S e Draghi, oppure se le forze di maggioranza del centro-destra dovessero decidere di uscire dal Governo per smarcarsi dai grillini, si aprirebbe uno scenario dai contorni decisamente imprevedibili. Ecco le possibili soluzioni:
– Draghi bis con un’altra maggioranza (ma quale?): allora ci sarebbero i tempi tecnici per disporre un nuovo taglio delle accise;
– Nuovo Governo con un presidente di garanzia (Amato?) incaricato di portare a termine la legislatura, sorretto da una maggioranza PD + M5S + altri di centro-sinistra o PD + FI + Lega: anche in questo caso il taglio si potrebbe ancora fare;
– Fine anticipata della legislatura per l’impossibilità di formare un nuovo Governo ed elezioni in autunno. In questo caso l’Esecutivo resterebbe in carica per il cosiddetto ‘disbrigo degli affari correnti’, un istituto regolato soprattutto da prassi e consuetudini più che da norme e leggi. In teoria nulla vieterebbe a un Governo dimissionario di emanare nuovi decreti-legge per gestire le urgenze, tuttavia gli esperti concordano che in questa situazione non si possano adottare provvedimenti, per così dire, ‘forti’, cioè che eccedano l’ordinaria amministrazione, o varare atti di politica economica che vincolino il Governo successivo (ricordiamo che il taglio delle accise dei carburanti ha un costo molto elevato per lo Stato).
Insomma, non ci resta che attendere. Ma scorgiamo fosche nubi all’orizzonte.