Incidente in auto per errore umano: cosa significa? Incidente in auto causato da errore umano: quali sono le situazioni in cui il guidatore può commettere errori che causano incidenti

Incidente in auto per errore umano: cosa significa?

Incidente in auto causato da errore umano: quali sono le situazioni in cui il guidatore può commettere errori che causano incidenti

5 Giugno 2020 - 11:06

L’errore umano è una delle cause più frequenti di incidente in auto, almeno 9 volte su 10 negli USA. Secondo un’indagine nazionale dell’IIHS il conducente è il fattore scatenante di una serie di eventi che portano a incidenti auto con intervento dei mezzi di soccorso. Ma cosa significa commettere un errore umano al volante?

INCIDENTI IN AUTO PER ERRORE UMANO NEGLI USA

L’indagine dell’Insurance Institute for Highway Safety ha fatto il punto sulle situazioni in cui la condotta del conducente alla guida ha provocato un incidente per errore umano. Dall’analisi di circa 5 mila incidenti segnalati dalla polizia nel National Motor Vehicle Crash Causation Survey, 9 incidenti su 10 sono causati dall’“inefficacia” del conducente. Questo, quindi, pone in primo piano l’utilità della guida autonoma nell’evitare tutti gli incidenti causati dall’errore umano del guidatore. Secondo i ricercatori però pare che con l’attuale livello di sviluppo della tecnologia, la guida autonoma avrebbe impedito solo 1/3 degli eventi analizzati. Ma in quali situazioni si può verificare un incidente per errore umano?

INCIDENTE IN AUTO PER ERRORE UMANO: LE CAUSE PIÙ FREQUENTI

L’errore umano è inteso, secondo l’IIHS, come una sottostima di circostanze in cui bisognerebbe fare qualcosa o non si è nelle condizioni di riuscire ad evitare un incidente. I ricercatori hanno raggruppato in 5 macro categorie le cause più frequenti di incidenti auto per errore umano:

– gli errori di “rilevamento e percezione” includono la distrazione del conducente, la visibilità ridotta e il mancato riconoscimento dei pericoli prima arrivare all’impatto;

– si definisce errore umano di “previsione” quando il conducente ha valutato nel modo sbagliato la distanza dalle altre auto. Oppure, tra le altre circostanze, ha stimato male la velocità degli altri veicoli o non ha compreso la direzione in cui stava andando un’altra auto;

– gli errori umani di “pianificazione e decisione” sono collegati invece a una guida non adatta alla strada (velocità troppo bassa o alta), una guida aggressiva o distanza di sicurezza non adatta.

– si possono commettere anche errori umani di “esecuzione”, quando il conducente si accorge in tempo che sta per succedere qualcosa, ma non reagisce nel modo migliore. E’ il caso delle manovre evasive inadeguate o errate, sovra-compensazione (quando una manovra è eccessiva) e altri errori nel controllo dell’auto.

– l’errore umano che provoca incidenti in auto per inabilità racchiude invece i casi in cui il conducente non potrebbe riuscire ad evitare l’incidente (consumo di alcol o droghe, malore o colpo di sonno).

Accorgersi che sta per avvenire un incidente, valutare il rischio e agire nel modo corretto per evitarlo è ciò che fanno già da alcuni anni i sistemi di assistenza alla guida ADAS. Gli ADAS (che non sostituiscono il conducente) sono la base su cui si sviluppano i livelli di guida autonoma, che invece promettono di azzerare gli incidenti quando potranno rimpiazzare il conducente umano.

INCIDENTE PER ERRORE UMANO: LA TECNOLOGIA PUO’ MIGLIORARE

Dall’analisi delle circostanze di incidenti causati da errore umano però, l’IIHS ritiene che solo una minima parte fosse gestibile da un’auto a guida autonoma oggi. “Il fatto che le decisioni arbitrarie dei conducenti umani possa portare a incidenti, indica che le preferenze del guidatore potrebbero essere in conflitto con le priorità di sicurezza dei veicoli autonomi”. C’è da dire anche che, finché le norme non saranno univoche e favorevoli alla diffusione delle auto a guida autonoma, le aziende potranno trovare le soluzioni che servono. Intanto l’addio di Audi alla guida autonoma di livello 3 è l’evidenza che l’automazione “parziale” non giustifica esorbitanti investimenti di sviluppo.

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